C’è un’importante pratica chirurgica rituale, comune alle più diffuse religioni monoteistiche del mondo, che ha alla sua base importanti motivazioni igieniche e sanitarie.
Questa pratica rituale, che è in essenza un vero e proprio atto medico, può e deve essere utilizzata anche per la risoluzione di importanti patologie urologiche, come ad esempio la fimosi.
La circoncisione è sicuramente una delle pratiche chirurgiche più antiche e diffuse: l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che circa 1/3 di tutta la popolazione umana maschile sia circoncisa, principalmente per motivazioni religiose ma, non meno importante, anche per obbligatori atti terapeutici.
Leggi questa pagina per scoprire che cos’è la circoncisione: perché viene effettuata, quando si esegue, per quali condizioni patologiche può essere utile.
Che cos’è la circoncisione?
la fimosi, ossia la stenosi del prepuzio
La circoncisione è l’atto chirurgico di asportazione del prepuzio, cioè la parte di pelle-mucosa che protegge il glande del pene nella sua condizione flaccida.
Il prepuzio, utile al pene umano in condizione di riposo in quanto protettivo del glande, non partecipa all’atto sessuale poiché, durante l’erezione, esso si ritira, scoprendo così la punta del pene e permettendo dunque la penetrazione e le altre attività sessuali.
La circoncisione, rimuovendo il prepuzio, espone completamente e perennemente il glande del pene, senza però comprometterne la funzionalità, sia per ciò che concerne la minzione e sia per la copulazione e gli atti sessuali.
La circoncisione: un atto chirurgico antico, dalle grandi valenze culturali e sanitarie
Nella Tōrāh, cioè i primi cinque libri dei testi sacri ebrei (il Pentateuco cristiano, chiamato anche Vecchio Testamento), nel libro della Genesi, il pastore semi-nomade Abram, proveniente dalla città di Ur, in Mesopotamia, ricevette dal dio locale El, che sarebbe diventato più tardi il Dio universale Yahweh, un preciso comandamento: lui e tutta la sua stirpe, in segno di patto d’alleanza, si sarebbero dovuti tagliare il prepuzio del pene.
In cambio, Yahweh promise ad Abram, cambiando il suo nome in Abramo, una grande discendenza e una terra tutta loro, per vivere in pace.
Secoli, anzi millenni più tardi, il mercante Mohammed, originario della penisola araba oggi nota come Arabia Saudita, ricevette la visita dell’angelo Gabriele che, per diretto comando del suo dio (Allāh, cioè il nome arabo di El, o Yahweh), gli dettò un nuovo testo sacro, a cui i fedeli dovevano far riferimento.
La nascita dell’Islam, con le prime comunità musulmane, vanno di pari passo con l’inizio di molte pratiche religiose e comportamentali che compongono la ‘sunna’, cioè la ‘consuetudine, abitudine’.
Nel libro della Sunna, basato essenzialmente sugli accadimenti salienti della vita del Profeta Mohammed e dei primi suoi seguaci musulmani, vi è l’obbligo, mutuato pari pari dall’ebraismo, della khitān, cioè della circoncisione dei fanciulli maschi.
Oltre ad essere dunque imposizione antica per queste due grandi religioni che condividono lo stesso dio, la circoncisione sembra essere, se non la pratica chirurgica più antica conosciuta dall’uomo, sicuramente tra le più praticate nel passato.
Se ne hanno notizie già in epoca egizia, dove la circoncisione veniva praticata dalla loro Medicina - non dissimile da quella moderna - come terapia contro le frequenti balanopostiti e la fimosi, cioè la stenosi del prepuzio che, in ogni tempo, ha flagellato la popolazione maschile di pressoché ogni parte del mondo.
Col senno razionale del pensiero scientifico moderno, è immediato associare la valenza religiosa della rimozione del prepuzio con un’imposizione dettata essenzialmente da motivazioni igieniche.
Non a caso, è bene notare che l’inizio della pratica della circoncisione si è sviluppato in condizioni igieniche precarie, come le società semi-nomadi della Mesopotamia, e poi della penisola araba, in cui le regolari abluzioni quotidiane erano un lusso che pochi potevano concedersi.
La mancanza d’acqua - usata più che altro per dissetarsi, piuttosto che per lavarsi - l’alta incidenza di infezioni ed infiammazioni del glande e del prepuzio, spesso date proprio da un’igiene frammentata quando non proprio assente, il sempre presente problema della fimosi: sono tutte cause scatenanti l’obbligo, fatto passare come comandamento divino, della circoncisione come vero e proprio atto sanitario di profilassi.
La circoincisione è una pratica estremamente antica, conosciuta ancor prima della diffusione dell'ebraismo, piuttosto comune anche nella cultura delle città-stato sumere della Mesopotamia.
Quest'antica pratica di vera e propria chirurgia genitale, oltre alle motivazioni religiose, che si pensano siano comunque conseguenti a problemi funzionali, ha sempre avuto indicazione terapeutica per condizioni tutt'ora non risolvibili altrimenti, come ad esempio la fimosi.
Non è un caso che la cultura della circoncisione rituale sia comunque partita in luoghi dove l'acqua era un bene prezioso, vi erano scarse o totalmente assenti condizioni igieniche e dove la fimosi era comunque una piaga, che dava spesso terribili infezioni del glande e del prepuzio (balanopostiti).
Per cosa si pratica la circoncisione?
In Italia e in buona parte del mondo occidentale, la circoncisione è, in grande misura, un atto terapeutico o profilattico, utilizzato quindi come cura per determinate patologie - fimosi, parafimosi e balanopostiti ricorrenti - oppure per prevenire sul nascere quest’ultime.
Come atto rituale, nei Paesi occidentali, tra cui l’Italia, deve essere comunque eseguita da personale medico.
Come atto profilattico, sicuramente il Paese che ha il più alto numero di maschi circoncisi sono gli Stati Uniti d’America, circa l’80%, a prescindere dalla fede religiosa di appartenenza.
Nel periodo contemporaneo e nei Paesi avanzati, dove ormai vi è abbondanza d’acqua, di detergenti e dove le usanze igieniche della popolazione sono quasi sempre meticolose, l’uso della circoncisione a scopo profilattico è spesso messo in discussione dalla comunità scientifica.
Allo stato attuale, non vi è dunque un comune modo di vedere della Medicina sulla pratica della cosiddetta ‘circoncisione igienica’, dunque preventiva, mentre rimane la sua indicazione assoluta nel caso di patologie che, come la fimosi, possono essere risolte solo con l’asportazione del prepuzio.
Che cos’è la fimosi?
La fimosi è una stenosi del prepuzio, cioè un restringimento dello stesso che può causare, in alcuni casi, dei problemi sia funzionali che igienici.
Esistono sostanzialmente tre tipi di fimosi:
- La fimosi congenita, cioè un restringimento del prepuzio che, però, spesso risulta asintomatico, e non compromette la minzione né l’attività sessuale;
- La fimosi non serata, definita spesso ‘fimosi parziale’ dove il prepuzio si ritrae solo parzialmente, e lascia dunque scoperta una parte del glande.
È una condizione pericolosa poiché, specie durante l’atto sessuale, può sfociare in una parafimosi, cioè un vero e proprio ‘soffocamento del glande’ che può a sua volta portare gravi condizioni infiammatorie ed infettive, e che spesso richiede intervento chirurgico d’urgenza; - La fimosi serrata, definita anche fimosi grave, poiché il prepuzio è completamente serrato, e non permette di scoprire neppure una piccola parte del glande.
Si tratta di una condizione che va sempre trattata, poiché impedisce di eseguire la quotidiana igiene intima, impedisce l’erezione del membro e, in condizioni molto gravi, restringe così tanto la punta del pene da causare uno strozzamento del meato dell’uretra, rendendo dunque difficile la minzione stessa.
Quando è praticata a scopi medici, come ad esempio per la cura definitiva della fimosi, la circoncisione è chiamata anche postectomia, ed è considerata intervento radicale e definitivo, che risolve il problema della stenosi del prepuzio alla base, eliminando tout-court quest’ultimo.
Come si esegue la circoncisione?
La circoncisione è un intervento ambulatoriale, relativamente semplice per un Chirurgo Andrologo o un Chirurgo Pediatra esperto, che prevede la dimissione in giornata del paziente.
L’intervento si esegue in anestesia locale (con sedazione profonda per i bambini), e consiste in una prima incisione longitudinale del pene a livello del glande, fino alla sua attaccatura dell’asta.
Da lì, il Chirurgo rimuove totalmente il prepuzio con un’incisione circolare - da cui il nome ‘circoncisione’ - apportando poi dei punti di sutura finali, dati con filo riassorbibile.
La guarigione richiede circa 3 settimane, durante le quali il paziente viene istruito su come procedere alle idonee medicazioni.
Ci sono complicanze importanti dopo la circoncisione?
Solitamente, se ben eseguita, la circoncisione è un piccolo intervento chirurgico, ben tollerato dal paziente e senza troppo disagio post-operatorio.
Le complicanze a breve termine, tutte comunque tenute sotto controllo idoneamente dalla profilassi antibiotica e la terapia post-chirurgica, possono essere:
- Un naturale edema (gonfiore) del pene, specie della base del glande;
- Dolore o sensazione di fastidio, che può essere tenuto sotto controllo con l’uso di normali antidolorifici;
- Un leggero sanguinamento
Con i moderni protocolli profilattici, le infezioni gravi post-operatorie, anche considerando l’esiguità della zona operata, sono praticamente nulle.
Le complicanze a lungo termine, benché abbastanza rare, possono invece essere sintetizzate in:
- Stenosi del meato dell’uretra (complicanza rarissima);
- Formazione di cheloidi fibrotici alla base del glande;
- Inestetismi cutanei;
- Fistola uretrocutanea (altra complicanza molto rara);
- Un’eccessiva retrazione cicatriziale che da origine al cosiddetto ‘pene invaginato’ (ennesima complicanza molto rara)
Le complicanze a lungo termine, se l’intervento di circoncisione è bene effettuato e sono rispettate tutte le norme igienico-sanitarie, sono decisamente rare ma, come al solito negli interventi chirurgici, conta anche molto la capacità cicatriziale del paziente.
La circoncisione non aumenta la dimensione del pene ma, semmai, consente all'erezione del membro di svilupparsi in tutta la sua estensione, senza più il 'cappio' dato dal restringimento del prepuzio della fimosi.
Ecco perché alcuni pazienti, dopo l'intervento, hanno l'impressione di vedere aumentate le dimensioni genitali.
In realtà, quelle sono le dimensioni originarie del pene, con i corpi cavernosi ormai liberi di riempirsi di sangue arterioso senza più restrizioni.
Quando è indicata la circoncisione?
La circoncisione terapeutica è un intervento chirurgico deciso dal Chirurgo Andrologo o dal Medico Pediatra in determinate condizioni, spesso collegate al rischio di fimosi o ad una fimosi già manifesta.
Nella condizione di parafimosi, la circoncisione è spesso utilizzata come intervento chirurgico d’urgenza.
La circoncisione può essere proposta dal Medico anche in caso di ricorrenti balanopostiti, cioè infiammazioni ed infezioni del glande, spesso causate da una fimosi parzialmente serrata che impedisce una buona pulizia del prepuzio.
In caso di condilomatosi del prepuzio, spesso in Medico propone la circoncisione come atto terapeutico radicale, per eliminare in una volta sola tutte le lesioni condilomatose.
La circoncisione, anche rituale, è permessa in Italia?
La legislazione italiana distingue la circoncisione rituale da quella terapeutica.
La circoncisione rituale e quella terapeutica o profilattica è sempre considerata atto medico, e come tale può essere praticata esclusivamente da un Medico, solitamente un Medico Urologo o un Medico Pediatra.
Chi può dare indicazione alla circoncisione?
in caso di diffusa condilomatosi del prepuzio, il chirurgo andrologo può scegliere al circoncisione come intervento radicale
La circoncisione terapeutica o igienica, essendo atto medico, è possibile solo dopo l’indicazione e la prescrizione data da un Medico.
Tale Medico è solitamente, per ovvie affinità di specialistica, un Medico Urologo o un Medico Pediatra, e dunque l’OK all’intervento è dato dopo una visita urologica o una visita pediatrica.
È vero che la circoncisione è una procedura molto dolorosa?
No, non è assolutamente vero.
La circoncisione è un intervento chirurgico eseguito in anestesia locale, e dunque senza dolore alcuno durante l’atto medico.
Anche ad operazione conclusa, il dolore post-operatorio è spesso molto contenuto, a volte è solitamente un fastidio, più che un dolore.
Dolore che, se presente, può essere comunque tenuto sotto controllo dall’assunzione di normali antidolorifici, ed è comunque ben più che tollerabile.
Il massimo del fastidio è comunque apprezzabile nelle 36-48 ore dopo l’intervento, per poi scendere gradualmente con la guarigione delle ferite.
La circoncisione può essere effettuata anche da grandi?
Certamente, anzi: spesso, in Italia, è proprio da adulti che viene data l’indicazione clinica all’intervento, che spesso è proposto per risolvere definitivamente situazioni di fimosi trascurata nel passato, frequenti balanopostiti o per l’asportazione di neoformazioni condilomatose del prepuzio.
La circoncisione può essere effettuata anche, se voluto e gradito, per questioni igieniche, per migliorare la facilità di pulizia del pene e del glande.
A differenza di quello che comunemente si crede tuttora in giro, la circoncisione da adulti non cambia di una virgola la sensibilità delle zone intime e la capacità di provare piacere, così come non cambia la dimensione del pene.
A quale Medico bisogna rivolgersi in caso di indicazione alla circoncisione?
La circoncisione rientra come competenza sia dell’Urologia, cioè la branca della Medicina che studia e cura le patologie dell’apparato uro-genitale, e sia della Pediatria, cioè la branca della Medicina che studia e cura le patologie e le condizioni patologiche dei bambini.
Il professionista sanitario competente per la prescrizione ed effettuare l’intervento di circoncisione è dunque il Medico Pediatra per i bambini, mentre per gli adulti il Medico a cui rivolgersi è il Medico Urologo, chiamato spesso anche Medico Andrologo.
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Quindi ricorda che...
- La circoncisione è l’asportazione intera del prepuzio, cioè il cappuccio di pelle che naturalmente avvolge e protegge il glande;
- La circoncisione è un’antica pratica di chirurgia andrologica, tra le più antiche della storia umana;
- La circoncisione è una pratica obbligatoria per molte religioni, come ad esempio l’ebraismo e l’islam;
- Le motivazioni religiose della circoncisione sono imputabili all’esigenza di garantire l’adeguata igiene genitale nei paesi con bassa disponibilità di acqua e condizioni igieniche precarie, come lo erano i territori della penisola araba e della Mesopotamia molti secoli fa;
- La circoncisione moderna, oltre che per motivazioni rituali, è solitamente eseguita come atto terapeutico per la risoluzione della fimosi e della parafimosi;
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- In alcuni paesi, la circoncisione è un intervento standard preventivo della fimosi, ed è utilizzata quindi come atto profilattico;
- Con l’aumentata igiene personale e la cura della persona dei giorni nostri, non vi sono pareri univoci che possono indicare la circoncisione come trattamento migliorativo dell’igiene intima maschile;
- In caso di condilomatosi diffusa del prepuzio, la circoncisione può essere una valida e radicale terapia;
- In Italia, la circoncisione è praticabile solo da un Medico Chirurgo, possibilmente un Medico Urologo;
Nota deontologica
L'Andrologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.
Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Andrologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.
Come branca della Medicina, l'Andrologia è estensione naturale dell'Urologia, cioè la specialistica che studia e cura tutte le patologie del tratto uro-genitale umano, con una mirata predilezione per le affezioni squisitamente maschili.
Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Andrologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale sulle patologie prettamente maschili.
Il Dott. Massimo Capone, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, tiene dunque a precisare che egli è un Medico Chirurgo Specialista in Urologia, e perfezionato poi Andrologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Massimo Capone il giorno:
martedì 30 luglio, 2024
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