Chirurgia Andrologica e Sessuologia
Il calo della libido: da cosa è causato?

Il calo della libido

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Sei un uomo e stai sperimentando da un po’ di tempo un calo della tua libido?

Hai sempre meno voglia di far l’amore e di avere rapporti sessuali, e ti sempre sempre più stanco e con meno energie?

Il calo della libido è una vera e propria condizione patologica che ha spesso radici psicologiche, ma anche organiche oppure, non di rado, un connubio tra le due cose.

Spesso, il calo del desiderio sessuale è un vero e proprio campanello d’allarme, spia di alcune patologie sottostanti come ad esempio gli squilibri ormonali.

Leggi questa pagina per conoscere le cause del calo di libido negli uomini, e quello che puoi fare per porvi rimedio.

Che cos’è la libido umana?

La libido, conosciuta anche come desiderio sessuale, è una naturale e fisiologica predisposizione dell’uomo, comune a quella di tutti gli altri mammiferi e pressoché di qualsiasi animale, a ricercare l’accoppiamento sessuale con un partner.

La libido è un meccanismo automatico dell’evoluzione delle specie che si riproducono sessualmente, ed è imprescindibile per la sopravvivenza: gli animali, uomo incluso, sono naturalmente portati alla ricerca dell’accoppiamento con il partner poiché ciò è indispensabile per la prosecuzione della vita.

Tale impulso automatico e naturale è gestito solitamente, sia nel maschio della specie che nella femmina, da specifici ormoni, in equilibri spesso molto complessi, che differiscono a volte parecchio da specie a specie.

Nell’essere umano moderno, cioè l’Homo Sapiens, la libido inizia formalmente con la maturazione sessuale, cioè con il periodo della pubertà, e si protrae per tutta l’età adulta, con un movimento ‘a campana’ che vede, complessivamente, il picco massimo nell’età giovane della vita.

Al contrario di molti altri animali, l’Homo Sapiens ha sviluppato, oltre a cicli ormonali specifici per maschi e femmine della specie, anche complesse interazioni sociali che, se non regolano, perlomeno indirizzano e controllano il desiderio sessuale, e che sfociano nella più complessa antropologia e psicologia umana.

Non è quindi possibile parlare, rivolgendosi agli esseri umani, come libido considerando solo il fattore meramente biologico e ormonale, ma la costruzione del desiderio sessuale va considerata nel complesso, comprendendo anche l’aspetto psicologico e sociale del fenomeno.

Cosa s’intende per calo della libido?

In Medicina, per calo del desiderio sessuale s’intende quella condizione patologica in cui una persona adulta e sessualmente attiva, per molteplici motivi, perde vistosamente il naturale interesse nell’accoppiamento sessuale e nella ricerca del rapporto sessuale, sia col proprio partner che con possibili partner in generale.

In ambito medico, il calo della libido è conosciuto come Desiderio Sessuale Ipoattivo, ed è considerato una condizione patologica vera e propria, che affligge molta più gente di quel che si potrebbe pensare a prima vista.

Difatti, le statistiche più recenti sembrerebbero stimare che il calo della libido affligga dal 23% al 46% delle donne sessualmente attive, mentre parrebbe colpire tra il 6% e il 41% degli uomini parimenti adulti e sessualmente attivi.

A differenza di quel che comunemente si crede, il calo del desiderio non colpisce esclusivamente le persone avanti con gli anni, ma il problema riguarda anche coppie e persone giovani, sessualmente ancora capaci e potenzialmente attive, spesso in condizione di coppia.

Parlando di relazioni, non si può non sottolineare che il calo della libido è, statisticamente, uno dei fattori principali proprio della crisi di coppia, che spesso porta alla fine della stessa.

Proprio per questo, il Desiderio Sessuale Ipoattivo è materia di ricerca e studio sia della Sessuologia che della Psicologia, oltreché, ovviamente, dell’Andrologia.

Come si manifesta il calo della libido?

Il sintomo immediatamente percepibile del calo della libido è, ovviamente, il calo dell’interesse nella ricerca del rapporto sessuale, sia col proprio partner fisso di coppia che con altri.

A questo sintomo principale spesso si affiancano altri sintomi correlati, non di minore importanza, che possono far crollare in maniera drammatica la qualità generale di vita, come:

  • Calo dell’interesse verso la relazione di coppia;
  • Perdita di autostima;
  • Aumento esponenziale dello stress;
  • Aumento degli stati di ansia;
  • Aumento della depressione;
  • Perdita del focus degli obiettivi

Questi sintomi correlati possono causare, oltre che ad una crisi di coppia, anche problemi diffusi come insoddisfazione sul lavoro, auto-esclusione dalla vita sociale e dai rapporti interpersonali e, in generale, un abbassamento deciso della qualità di vita.

Quali sono i motivi del calo del desiderio sessuale?

Il calo della libido è una condizione patologica complessa, in cui entrano in gioco molteplici cause e fattori scatenanti, sia psicologici che organici.

Sono considerati fattori psicologici i problemi come:

  • Elevati livelli di stress;
  • Un lavoro insoddisfacente o considerato alienante;
  • Mancata realizzazione professionale e/o sociale;
  • Stati cronici di ansia, tra i quali è compresa anche l’ansia di invecchiare;
  • Depressione cronica mai adeguatamente curata;
    ⁃ Mancanza di autostima o perdita di fiducia in sé;
  • Problemi economici cronici o di difficile soluzione;
  • Insoddisfazione rispetto al proprio partner, e conseguente perdita d’interesse nei i suoi confronti;
  • Routine monotona e priva di stimoli che si ripete quotidianamente

Tra i problemi organici, che dunque hanno una base funzionale, possiamo citare:

  • L’abbassamento del livello di testosterone dovuto al fisiologico invecchiamento ("andropausa" o ipogonadismo ad esordio tardivo);
  • L’ipogonadismo congenito;
  • L’insufficienza surrenalica;
  • L’obesità;
  • Alcune patologie endocrine o della tiroide (ad esempio, l’ipotiroidismo);
  • Alcune patologie psichiatriche;
  • L’uso cronico di psicofarmaci (antidepressivi, antinfiammatori, antiepilettici, neurolettici, ecc.);
  • L’abuso di alcool e delle droghe;
  • Alcune patologie andrologiche croniche e mai adeguatamente curate, come ad esempio la malattia di La Peyronie;
  • Alcune patologie che, seppur non neurologiche, provocano danni neurologici cronici, come ad esempio il diabete mellito;
  • Problemi organici neurologici, come ad esempio il danneggiamento del midollo spinale

Come si può ben evincere, le cause che possono portare al calo della libido sono molte, e la condizione patologica del calo del desiderio è dunque una situazione quasi sempre complessa, in cui l’anamnesi scrupolosa da parte del Medico Andrologo è imprescindibile, per stabilire una giusta terapia di cura.

Ma la mancanza cronica di desiderio dell’accoppiamento è una condizione fisiologica normale?

In via generale l’essere umano, come ogni altro animale che si riproduce sessualmente, è naturalmente portato alla ricerca di un partner, con l’obiettivo ancestrale di proseguimento della specie.

Tuttavia, la millenaria evoluzione umana ha parzialmente modificato questo istinto ancestrale, che spesso differisce molto da persona a persona.

L’essere umano moderno, ossia l’Homo Sapiens, si è evoluto in un processo di circa 300.000 anni, in cui le aumentate capacità intellettive e la sempre più complicata organizzazione sociale hanno portato al mondo che ora conosciamo.

Una realtà complessa fatta di molte altre sotto-realtà - a volte, microscopiche eppur essenziali - in cui, specie ultimamente, si dà molta importanza all’individuo in sé, piuttosto che alla collettività generale.

Questa lenta progressione antropologica, unita anche alla nascita formale della psicologia intesa come parte essenziale della natura umana, ha portato al pensiero scientifico moderno, in cui vengono rispettate tutte le inclinazioni sessuali, viste come parti differenti della stessa natura biologica.

In quest’ottica, per alcuni soggetti è considerato normale avere poche inclinazioni all’accoppiamento, mentre per altri - la maggior parte, a livello statistico - la ricerca sessuale è comunque parte imprescindibile dell’esistenza adulta.

Ecco perché un calo improvviso della libido, in tal frangente, è spesso visto come un problema drammatico, che porta a sua volta a tutti quei sotto-problemi, poc’anzi citati, in grado di influire pesantemente nella qualità generale di vita.

Come si può curare il calo della libido?

Il calo del desiderio sessuale è un sintomo di una condizione scatenante a monte, e pertanto, come ogni sintomo, la sua cura è l’eradicazione del problema che l’ha originato.

Statisticamente, la maggior parte dei problemi di calo della libido sono imputabili a condizioni psicologiche: semplice noia, routine quotidiana, stress e problemi sul lavoro, oppure stati via via crescenti di ansia, o anche insoddisfazione dello stato sociale o della relazione in essere, sono i casi in cui si assiste maggiormente al sintomo del calo del desiderio sessuale.

Questi problemi, sempre presenti in ogni società umana da millenni, sono ora spesso maggiormente enfatizzati dalla natura del nostro mondo attuale, quasi totalmente propenso alla velocità di fruizione e dalla fuga incontrollata ed immediata delle informazioni.

La secolarizzazione, la perdita degli status sociali, la precarizzazione di molti aspetti della socialità, dal lavoro alla famiglia, spesso portano a condizioni di perenne ansia ed insoddisfazione, che sfociano poi in delusioni professionali o rapporti sentimentali effimeri o poco soddisfacenti.

L’avvento dell’Internet e della fruizione immediata di informazioni e contenuti - anche ma non solo sui social network - ha peggiorato queste condizioni psicologiche, arrivando a creare delle autentiche problematiche di ‘tecnostress’, che spesso incidono in maniera considerevole sulla vita di coppia.

Su tutti questi aspetti è dunque dovere del Medico Andrologo indagare, contestualmente alla ricerca delle eventuali origini organiche del calo della libido.

Origini organiche che, parlando degli uomini, spesso sono dovute all’ipogonadismo che accompagna il fisiologico invecchiamento.

Esiste una notevole variabilità individuale per quanto riguarda l’inizio, la velocità di progressione, e l’entità della riduzione del testosterone. 

Si calcola che a partire dai 50 anni il livello di testosterone diminuisca di circa l’1% all’anno, mentre nei soggetti di età inferiore ai 60 anni una riduzione dei livelli di testosterone si ritrova in circa il 7% dei soggetti.

Nei soggetti di età superiore ai 60 anni questa percentuale sale fino al 20%.

Con l’avanzare dell’età diminuisce anche l’attività del testosterone, in quanto una frazione sempre maggiore è bloccata dal legame con le proteine che lo trasportano nel sangue, proprio a causa della maggiore sintesi di tali proteine.

Se il calo della libido è pertanto imputabile ad un accertato calo del testosterone biologicamente attivo, la Medicina moderna può intervenire con terapie ormonali sostitutive.

Il trattamento mediante terapia androgenica sostitutiva dei soggetti ipogonadici si propone molteplici obbiettivi, tra i quali il ripristino di un normale desiderio e di una efficiente funzione sessuale, nonché di una normale condizione di benessere psico-fisico, il ripristino della densità dell’osso, della forza muscolare, dell’attività psichica e di un aspetto fisico più giovanile.

Le forme in cui gli ormoni androgeni sono attualmente disponibili sono diverse e includono preparazioni per uso orale, per uso intramuscolare a breve e lunga durata di azione e preparazioni transdermiche.

Nel caso che il calo della libido sia imputabile invece ad altra patologia organica, è imperativo identificare la stessa e, ove possibile, risolverla.

Quando il calo del desiderio è invece causato da problemi funzionali già accertati e di natura meccanica e traumatica, come ad esempio la malattia di La Peyronie, è necessario intervenire - anche chirurgicamente - su di essa, per ripristinare la piena funzionalità sessuale del paziente e, di conseguenza, il suo ritorno al normale desiderio.

Ma dunque è normale per gli uomini over 50 provare un calo del desiderio sessuale?

Al contrario di quello che ancora si legge, prendendo per buoni puri numeri statistici non adeguatamente razionalizzati, solo una piccola parte degli uomini va incontro alle manifestazioni dell’andropausa, causate da un calo del testosterone.

Molto più probabile è invece che il calo del desiderio di natura organica sia causato dal trasporto del testosterone da parte delle proteine del sangue, che viene ‘bloccato’ proprio dalla maggiore sintesi proteica.

Considerando che l’età biologica umana si è molto allungata negli ultimi anni, complice il miglioramento degli stili di vita e della Medicina, non è dunque più accettabile un calo del desiderio quando si è considerati ancora ‘giovani’ dal punto di vista biologico.

Fermo restando che, val la pena ripeterlo, la maggior parte dei casi di calo della libido negli uomini è dipesa da motivazioni psicologiche, anche in caso di disfunzioni organiche non è razionale né logico ‘accontentarsi’ e rinunciare dunque ai piaceri di una sessualità sana.

In questo, la moderna Medicina non può perciò considerare ‘normale’ un vistoso calo della libido in pazienti ancora sessualmente attivi, e per questo è necessario, in caso di sintomo del calo del desiderio, ricorrere all’aiuto di un Medico Andrologo competente e preparato.

Come si diagnostica a livello medico il calo della libido?

Il calo del desiderio sessuale è una competenza dell’Andrologia, cioè quella branca della Medicina che si occupa dello studio e della cura delle disfunzioni che riguardano esclusivamente gli uomini.

La diagnosi del calo della libido è dunque effettuata da un Medico Andrologo, cioè un Medico specialista in Urologia poi perfezionato in Andrologia.

Considerate le molteplici cause del calo del desiderio sessuale, la diagnosi non è agevole, e richiede una scrupolosa anamnesi del paziente.

Il Medico Andrologo deve non solo indagare sui problemi passati del soggetto, sulla sua condizione di salute generale e sulle eventuali patologiche che possono interessare, a livello organico, il calo del desiderio, ma deve anche accertarsi della sua condizione psicologica, a volte anche psichiatrica.

In questo contesto, il Medico Andrologo può prescrivere esami specifici, come ad esempio il test del livello del testosterone - sia il dosaggio del testosterone totale che quello libero - nonché altri esami per accertare od escludere patologie funzionali, come ad esempio i livelli endocrini (ipotiroidismo) oppure il diabete mellito.

La visita clinica è altresì indispensabile, per valutare la condizione del pene e dei testicoli, ed escludere od accertare la presenza di patologie che potrebbero essere l’origine del problema, come ad esempio la malattia di La Peyronie.

Qual è il Medico che può diagnosticare e trattare il calo della libido?

Il calo del desiderio sessuale è un argomento medico che coinvolge varie specializzazioni della Medicina e anche della Psicologia.

Il Medico specialista nei problemi disfunzionali dell’apparato genitale maschile è il Medico Urologo, ma le competenze per trattare i problemi del calo della libido sono appannaggio del Medico Urologo perfezionato in Andrologia, chiamato anche Medico Andrologo.

Sovente, il Medico Andrologo, oltre che forti competenze urologiche, ha grandi competenze di Sessuologia, ed è in grado dunque di analizzare a tutto tondo il problema del calo della libido, provvedendo ad anamnesi scrupolose e piani terapeutici personalizzati, sia farmacologici che chirurgici.

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  • il climaterio maschile, chiamato anche andropausa, è un fisiologico decorso dell’uomo, che si manifesta usualmente dopo i 50 anni;
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  • Con il calo della produzione di testosterone, possono calare anche il desiderio sessuale (la libido), la forza muscolare, il calo dell’interesse verso la relazione di coppia e l’autostima;
  • Non tutti gli uomini reagiscono alla stessa maniera al calo della libido, che non sempre porta dunque ad un abbassamento della qualità di vita;
  • Gran parte dei problemi di calo della libido sono solo relativamente dati dalla diminuzione dei livelli di testosterone, ma bensì sono di origine psicologica;
  • Il calo del desiderio di natura organica sia causato dal trasporto del testosterone da parte delle proteine del sangue, che viene ‘bloccato’ proprio dalla maggiore sintesi proteica;
  • Nel caso vi sia un accertato abbassamento del livello di testosterone e che questo abbia come conseguenza effetti deleteri per la qualità di vita del paziente, è possibile intervenire con la terapia ormonale sostitutiva;
  • Il Medico adatto per gestire e trattare l’andropausa è il Medico Andrologo

Avviso deontologico medico
Nota deontologica

L'Andrologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.

Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Andrologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.

Come branca della Medicina, l'Andrologia è estensione naturale dell'Urologia, cioè la specialistica che studia e cura tutte le patologie del tratto uro-genitale umano, con una mirata predilezione per le affezioni squisitamente maschili.

Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Andrologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale sulle patologie prettamente maschili.

Il Dott. Massimo Capone, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, tiene dunque a precisare che egli è un Medico Chirurgo Specialista in Urologia, e perfezionato poi Andrologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.

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Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Massimo Capone il giorno:

martedì 4 febbraio, 2025

Il Dott. Massimo Capone è un Medico Chirurgo Andrologo, specializzato in Urologia e perfezionato in Chirurgia Andrologica.

Sin dal suo percorso accademico, il Dottore si è focalizzato sulle problematiche relative alla sessualità maschile, sulla chirurgia plastica e ricostruttiva dei genitali maschili, sulla chirurgia protesica del pene nonché sui disturbi della fertilità.

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Nei suoi studi di Trieste, Padova-Pozzonovo, Treviso-Carbonera, Cervignano del Friuli e Galatone  (Lecce), il Dottore aiuta ogni giorno decine di pazienti affetti da debilitanti e psicologicamente spossanti disfunzioni sessuali come la disfunzione erettile, l'eiaculazione precoce, il calo della libido, l'infertilità maschile e la complessa riabilitazione post-prostatectomia radicale. 

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