C’è un tumore proprio dell’apparato riproduttore maschile che, seppur raro, risulta il carcinoma solido più diffuso tra i pazienti giovani, dai 15 ai 35 anni d’età.
Nella sola Italia, colpisce circa 1800 pazienti ogni anno, ma fortunatamente è un tipo di tumore ormai quasi sempre completamente curabile dalla moderna Medicina e Chirurgia.
Il carcinoma del testicolo è la neoplasia che origine dalle gonadi, cioè gli organi riproduttori maschili, e spesso è un tipo di tumore auto-diagnosticato, da cui si guarisce praticamente sempre se preso e curato per tempo.
Leggi questa pagina informativa per sapere che cos’è il carcinoma del testicolo: da cosa origina, quali sono i fattori di rischio, come si diagnostica e qual è la sua terapia.
Cosa sono i testicoli?
I testicoli, chiamati anche gonadi, solo gli organi riproduttori maschili, presenti sia nell’essere umano che negli altri mammiferi, nonché nella maggior parte degli animali vertebrati.
Sono due organi pari, di forma grossomodo ovale, contenuti in un sacchetto dermico posto poco sotto al pene, chiamato scroto.
I testicoli, collegati al complesso sistema urinario per mezzo dei dotti efferenti e deferenti dell’epididimo - il tessuto di connessione delle vie spermatiche al resto del corpo - hanno il compito primario di produrre lo sperma, cioè la parte del liquido seminale carica degli spermatozoi, i gameti maschili.
Un’altra funzione fondamentale dei testicoli è quella di produzione del testosterone, cioè l’ormone maschile fondamentale in molti processi del corpo, tra cui quelli sessuali.
In condizioni di normalità, i testicoli sono grossomodo simmetrici, non necessariamente alla stessa altezza - il testicolo sinistro è, difatti, solitamente più ‘sceso’ dell’altro - e, in condizioni di rilassatezza, più prolassati rispetto all’altezza del pene, per permettere la necessaria dispersione termica rispetto al resto del corpo.
I testicoli, con la loro grande produzione di testosterone, sono responsabili della maturazione sessuale maschile - la fase puberale - che comincia solitamente attorno ai 12-13 anni e che comporta pesanti modifiche fisiche e caratteriali dei giovinetti.
Che cos’è il carcinoma del testicolo?
Il carcinoma del testicolo è una neoplasia, cioè una formazione tumorale maligna ed aggressiva originata dai tessuti del testicolo.
La quasi totalità dei tumori al testicolo, circa il 95%, origina dalle cellule germinali, cioè le cellule che hanno lo scopo di produrre gli spermatozoi, e sono pertanto detti tumori germinali.
Questo tipo di tumori è ulteriormente suddiviso un due sotto-categorie: i seminomi e non-seminomi.
I carcinomi seminomatosi rappresentano circa il 40% di tutti i tumori germinali, e sono originati da grosse cellule non pienamente formate.
Si contraddistinguono dai non-seminomi per via di una crescita molto lenta, e per la quasi assoluta iper-localizzazione nel testicolo: raramente, difatti, questo tipo di neoplasie danno origine a metastasi.
I tumori non-seminomatosi sono invece il coriocarcinoma, il carcinoma embrionale, il teratoma (maturo oppure immaturo) e il tumore del seno endodermico.
Il restante 5% dei casi noti di carcinoma al testicolo che non origina dalle cellule atte a produrre sperma sono chiamati tumori stromali, e sono originati dalle cellule di supporto ai tessuti germinali stessi.
Casi tipici di tumore stromale sono il tumore a cellule del Leydig e quello a cellule del Sertoli.
Quanto è frequente il carcinoma del testicolo?
Il carcinoma del testicolo, sia germinale che stremale, è un tumore raro negli uomini.
Si stima difatti che sia appena l’1% di tutti i carcinomi possibili, però è il più diffuso tra la popolazione maschile giovane, tra i 15 ed i 35 anni.
Essendo un carcinoma che affligge quasi esclusivamente i giovani, l’importanza della giusta educazione all’auto-diagnosi, specie nei ragazzi adolescenti o poco più, è critica per la prevenzione e la cura precoce.
Quali sono i sintomi del carcinoma del testicolo?
Il sintomo immediatamente percepibile, e su cui si basa l’efficacia e l’importanza dell’auto-diagnosi, è la percezione, al tatto, di un nodulo chiaramente palpabile nello scroto.
Il nodulo può essere di dimensioni contenute oppure abbastanza consistenti da rendere il testicolo malato gonfio e ‘pesante’, a livello sensoriale.
L’aumento del volume del testicolo, oltre all’ovvia massa tumorale, è spesso dato da un’emorragia interna, mentre sono abbastanza rari i casi in cui il volume totale, sotto effetto dell’attacco maligno delle cellule del carcinoma, si riduce.
In alcuni casi la presenza del nodulo tumorale e del gonfiore testicolare sono accompagnate da dolore, presente spontaneo oppure alla palpazione, spesso definito come acuto ed intenso.
Vale comunque la pena sottolineare che gonfiore testicolare e una presenza al tatto di una formazione nodulare nello scroto non necessariamente sono indice di carcinoma al testicolo.
Il paziente che riscontra dunque tali sintomi non deve subito allarmarsi eccessivamente, ma deve invece riportare il fatto al Medico Urologo, per l’opportuna visita specialistica.
Quali sono le cause del carcinoma del testicolo?
Le cause reali del carcinoma al testicolo non sono ancora note alla scienza medica, ma si conoscono però i fattori di rischio, cioè delle condizioni che, se presenti, aumentano in maniera esponenziale il rischio d’insorgenza del tumore.
I fattori di rischio per il carcinoma del testicolo possono essere:
- Genetici, dovuti ad una predisposizione familiare oppure ad alcune patologie genetiche, come ad esempio la sindrome di Klinefelter;
- Congeniti, cioè condizioni presenti alla nascita (non necessariamente su base genetica), come ad esempio la mancata e regolare discesa dei testicoli nota come criptorchidismo;
- Fattori esterni, specie quelli che modificano ed interferiscono con l’attività endocrina, come l’assunzione o la contaminazione di alcune sostanze tossiche e cancerogene (ad esempio, i pesticidi) oppure il consumo di tabacco
Va fatto notare che il criptorchidismo, condizione abbastanza comune nei neonati ma che generalmente si risolve spontaneamente, è sicuramente il fattore scatenante più statisticamente rilevante per il carcinoma del testicolo.
La letteratura difatti conferma come, quando non risolto (per mezzo di un piccolo intervento chirurgico, se necessario) il criptorchidismo non solo è responsabile di molti casi di sterilità o ridotta infertilità, ma aumenta anche di 4-5 volte il rischio di carcinoma del testicolo.
Come si diagnostica il carcinoma del testicolo?
La diagnosi del carcinoma del testicolo è specialità del Medico Urologo - chiamato spesso anche Medico Andrologo - ed è sia clinica che strumentale.
L’auto-diagnosi mediante la palpazione è sicuramente un atto di fondamentale importanza, verso cui tutti i ragazzi dovrebbero essere istruiti, già durante la fase adolescenziale.
Difatti, il riconoscimento al tatto di un nodulo è il primo passo necessario per iniziare il percorso diagnostico clinico vero e proprio dal Medico, ed è quindi equiparabile - per importanza - all’auto-diagnosi mammaria per le donne.
Durante la visita clinica, il Medico Urologo palpa con apposite manovre i testicoli, per stabilire l’effettiva presenza di una formazione nodulare, nonché per valutare l’eventuale asimmetria e gonfiore di uno di essi.
La visita è generalmente conclusa con un esame ecografico, cioè con l’ecografia testicolare.
Un esame rapido, innocuo, economico e di prima linea, che permette già al Medico di visualizzare la presenza di formazioni sospette o alterazioni strutturali del testicolo.
Se vi è la conferma di una massa anomala nel testicolo, il Medico impone altri esami specifici, come una TAC addominale e pelvica, l’esame dei marcatori tumorali come alfa-fetoproteina (AFP) e beta-gonadotropina corionica umana e, ovviamente, la biopsia con esame istologico.
Questo ultimo esame, per quanto invasivo, è l’unico che permette la certezza della diagnosi: difatti, esaminate al microscopio, le cellule tumorali risultano di forma inconfondibile rispetto a quelle sane.
La somma dei risultati di tutti questi esami permette al Medico Andrologo di stabilire la stadiazione del carcinoma del testicolo, e dunque la sua terapia.
Arrivare ad una diagnosi certa del carcinoma del testicolo è oltretutto estremamente importante proprio per l’approccio medico: difatti, la quasi totalità delle masse presenti nei tessuti dei testicoli è di origine maligna, mentre la quasi totalità delle masse presente invece nei tessuti di supporto - come l’epididimo - ha invece origini benigne.
Cos’è la stadiazione del carcinoma del testicolo?
La stadiazione del carcinoma del testicolo è, parimenti a quella di tutti gli altri tumori, il grado di estensione della degenerazione cellulare maligna.
La stadiazione certa del carcinoma del testicolo è molto importante, poiché essa è strettamente correlata non solo alla terapia idonea da affrontare, ma da anche un’indicazione ragionevole delle possibilità di guarigione (la prognosi).
Nel caso del tumore testicolare, esistono tre gradi di stadiazione, in ordine (dal più blando al più severo):
- Carcinoma testicolare di I grado, in cui la massa tumorale è confinata ai tessuti del testicolo;
- Carcinoma testicolare di II grado, in cui la massa tumorale si è già espansa nei tessuti adiacenti al testicolo e ha dato origine a focolai dei linfonodi nella regione del retroperineo;
- Carcinoma testicolare di III grado, in cui la massa tumorale si è staccata non solo dal suo focolaio nel testicolo, ma ha raggiunto altri distretti del corpo, anche non attigui (come ad esempio fegato e polmoni)
La stadiazione è effettuata correlando tutti i dati medici del paziente: l’ecografia e l’esame clinico, gli esami ematici, la TAC addominale e pelvica, l’esame istologico della biopsia.
Prognosi e stadiazione sono dati clinici inversamente proporzionali: gradi elevati di stadiazione comportano prognosi meno favorevoli, e viceversa.
Fortunatamente, la stragrande maggioranza dei pazienti affetti da carcinoma al testicolo, se diagnosticato e curato per tempo, ha prognosi favorevoli maggiori del 90% dei casi, con medie del 95%.
Se durante l'auto-palpazione dei testicoli noti delle palline o dei bozzetti, rimani comunque calmo, e non spaventarti eccessivamente.
Gran parte delle lesioni che puoi apprezzare toccando lo scroto sono di natura benigna, e possono dunque essere delle comuni cisti sebacee oppure delle cisti scrotali (lo spermatocele).
Fortunatamente, solo una piccola parte dei noduli è di orgine tumorale.
Premesso ciò, è comuque obbligatorio intervenire quanto prima, per indagare sull'origine della lesione, e per farlo devi necessariamente eseguire una visita andrologica.
Qual è la cura per il carcinoma del testicolo?
La terapia per il carcinoma del testicolo dipende dalla sua tipologia e la sua stadiazione, ma nella maggioranza dei casi è chirurgica, e prevede l’asportazione del testicolo malato (l’orchiectomia unilaterale).
Per i carcinomi germinali di basso stadio - la maggioranza dei casi - la terapia chirurgica è risolutiva e definitiva, e il testicolo è estratto direttamente dallo scroto per mezzo di una piccola incisione inguinale e della successiva sutura.
Assieme al testicolo è asportato il relativo epididimo e il funicolo spermatico.
La linfoadenectomia, cioè l’asportazione dei linfonodi vicini al testicolo, è una procedura complementare opzionale, necessaria o meno a seconda della stadiazione del carcinoma.
Datosi che è molto raro che il carcinoma del testicolo affligga entrambe le gonadi - almeno in basso grado di stadiazione - quest’intervento è considerato molto sicuro, e dalla percentuale di successo e sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi quasi vicina al 100%.
L’orchiectomia unilaterale non ha effetti sulla vita sessuale, sulla fertilità o sulla produzione ormonale, poiché il testicolo rimanente riesce a compensare bene sia la produzione di sperma che di testosterone.
Nella maggior parte dei casi, la biopsia del testicolo coincide con l’orchiectomia unilaterale.
Per ripristinare l’estetica, il testicolo asportato è sostituito da una protesi al silicone, di dimensione simile a quella della gonade recisa.
L’insorgenza del carcinoma al testicolo bilaterale è estremamente rara, e solitamente si presenta in caso di tumore di stadio avanzato, che ha contaminato entrambe le gonadi.
In questo caso, datosi che l’orchiectomia è in genere totale, la conseguente sterilità che ne consegue possono indurre il paziente a richiedere, prima dell’intervento, il congelamento dello sperma, in caso di volontà di avere figli nel futuro.
La chemioterapia o la radioterapia sono terapie adiuvanti la Chirurgia, non sempre prescritte ma che, nel caso lo siano, sono utili a scongiurare la ricomparsa del tumore.
È importante sottolineare che anche queste due terapie possono indurre sterilità come effetto collaterale del trattamento, e dunque vi può essere l’indicazione a richiedere, anche in questo caso, il congelamento dello sperma.
Quanto è curabile il carcinoma del testicolo?
Il carcinoma al testicolo è un tumore raro, che ha l’insolita caratteristica di colpire i pazienti più giovani, indicativamente dai 15 ai 35 anni.
Un tempo questo tipo di tumore aveva un tasso di mortalità abbastanza alto, ma l’evoluzione continua della Medicina e della Chirurgia lo hanno portato, negli ultimi anni, a divenire sempre più curabile, ovviamente se diagnosticato per tempo.
Le terapie sono così efficienti che ora il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi supera il 95% dei casi, rendendolo essenzialmente uno dei tumori maschili più curabili in assoluto.
Ovviamente, come del resto per qualsiasi altro tumore, la diagnosi tempestiva e il tempestivo ricorso alle cure del caso sono assolutamente fondamentali, e in questo gioca un ruolo di primo piano l’auto-diagnosi mediante palpazione periodica dei testicoli.
Come si può prevenire il carcinoma del testicolo?
Il carcinoma del testicolo è non è completamente prevenibile.
A parte la riduzione, ove possibile, dei fattori di rischio esterni (quali il contagio con sostanze certamente cancerogene e l’astensione totale dal fumo), la vera arma in grado di permettere un tempestivo intervento medico è l’istruzione dei ragazzi, anche giovanissimi, alla periodica palpazione testicolare, da effettuarsi preferibilmente su base mensile.
Un tempo, quando l’obbligo della leva militare era in essere, molti casi iniziali di carcinoma al testicolo venivano diagnosticati proprio durante la visita medica di leva, che ora non è più possibile.
Quindi, è compito dei genitori e del Medico di famiglia istruire i ragazzi al periodico controllo dei testicoli mediante la palpazione, poiché l’auto-diagnosi è il passo essenziale che deve portare poi il ragazzo subito in visita dal Medico Andrologo.
Qual è il Medico specialista nella diagnosi e nella cura del carcinoma del testicolo?
Il carcinoma del testicolo è una patologia specialità dell’Urologia, cioè di quella branca della Medicina che studia e cura le patologie del sistema uro-genitale.
Il Medico Urologo quando perfezionato nelle patologie tipicamente maschili, come per l’appunto il carcinoma del testicolo, è chiamato anche Medico Andrologo, ed è da lui che bisogna andare se, durante l’auto-palpazione, il ragazzo si accorge di noduli sospetti nello scroto.
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Quindi ricorda che...
- Il carcinoma del testicolo è un cancro abbastanza raro, che origina da una cellula dei tessuti del testicolo;
- Il carcinoma del testicolo, pur essendo raro, è comunque il carcinoma solido più diffuso tra i pazienti giovani, di età compresa tra i 15 ed i 35 anni;
- Ci sono rischi genetici, congeniti e fattori esterni che aumentano la probabilità di sviluppo del carcinoma del testicolo;
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Nota deontologica
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Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Andrologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.
Come branca della Medicina, l'Andrologia è estensione naturale dell'Urologia, cioè la specialistica che studia e cura tutte le patologie del tratto uro-genitale umano, con una mirata predilezione per le affezioni squisitamente maschili.
Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Andrologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale sulle patologie prettamente maschili.
Il Dott. Massimo Capone, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, tiene dunque a precisare che egli è un Medico Chirurgo Specialista in Urologia, e perfezionato poi Andrologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Massimo Capone il giorno:
martedì 30 luglio, 2024
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