C’è un batterio che, da millenni, infetta esclusivamente l’essere umano, diffondendosi per mezzo di una delle attività preferite dell’Homo Sapiens: la riproduzione.
Questo microbo è un batterio obbligato, cioè ha bisogno di dare sintomatologia per diffondersi da ospite ad ospite.
La Neisseria gonorrhoeae è l’agente patogeno responsabile della gonorrea, una delle Infezioni Sessualmente Trasmesse più comuni e diffuse in tutto il mondo.
La sua sintomatologia tipica, cioè le maleodoranti perdite uretrali, le hanno fatto affibbiare il nome popolare di ‘scolo’.
Se recentemente ti sei accorto di perdere del liquido maleodorante dal pene, che sporca costantemente la tua biancheria intima e ti causa anche bruciore quando urini, leggi questo articolo informativo del Dott. Massimo Capone e poi non esitare a consultare un Medico Urologo per stabilire o meno se sei affetto dallo scolo.
Che cos’è la gonorrea?
La gonorrea, chiamata anche blenorragia oppure, nel linguaggio comune, scolo, è una patologia urologica a trasmissione sessuale, estremamente diffusa in tutta la popolazione mondiale e seconda solo, per numeri, all’infezione da HPV (lo stesso virus che causa i condilomi ano-genitali).
La gonorrea è una patologia antichissima - se ne ha esplicita menzione anche nella Bibbia ebraica - e non è stata mai debellata neppure dalle moderne norme igienico-sanitarie o dal progredire della Medicina, ma solo eventualmente limitata nei numeri.
Tuttavia, il Ministero della Sanità stima che, nella sola Italia, i casi di gonorrea sono più che triplicati dal 2010 al 2021, con un incremento di circa il 77% dei casi annui.
Questi numeri, considerando il breve periodo di osservazione, fanno legittimamente spaventare, ma sono comunque coerenti con l’andamento generale di tutte le Infezioni Sessualmente Trasmissibili, cioè le malattie veneree, in costante aumento da oltre trent’anni.
La gonorrea, assieme alla sifilide e alla pediculosi del pube, sono le uniche tre infezioni veneree la cui comunicazione all’ASL locale, da parte del Medico che le diagnostica, è tuttora obbligatoria.
Come tutte le Malattie Sessualmente Trasmissibili, la gonorrea causa ogni anno migliaia di contagi che, seppur raramente fatali, sono un enorme costo per le spese sanitarie pubbliche.
Da cosa è causata la gonorrea?
La gonorrea è causata da un batterio obbligato, chiamato Neisseria gonorrhoeae.
In Medicina, per ‘batterio obbligato’ s’intende un patogeno che per diffondersi ed infettare altri ospiti deve obbligatoriamente dare origine ad una sintomatologia evidente.
Nel caso della gonorrea, tale sintomatologia sono le perdite uretrali, con fluidi maleodoranti carichi di batteri pronti ad invadere un altro ospite.
La Neisseria gonorrhoeae è un batterio esclusivamente umano, potremmo dire ‘iper-specializzato’ sia nella nostra specie che nel modo di trasmissione.
Difatti, è un batterio che si è evoluto ed adattato per infestare solo l’Homo Sapiens, e si diffonde da persona a persona per mezzo dei rapporti sessuali.
Il Neisseria gonorrhoeae è un batterio che sta, neanche troppo lentamente, evolvendo e modificandosi, sia per eludere i sistemi immunitari degli ospiti e sia per sopravvivere alle terapie antibiotiche che, allo stato attuale, seppur ancora efficaci stanno dimostrando, da parte del batterio, una spiccata propensione alla resistenza.
Con più di 100 milioni di casi segnalati in tutto il mondo ogni anno, la Neisseria gonorrhoeae è secondo, per numero di contagi, solo al virus del papilloma umano (HPV), anche lui agente eziologico responsabile di pandemie mondiali costanti, come la condilomatosi.
Quali sono i sintomi della gonorrea?
le perdite uretrali maleodoranti sono il sintomo tipico dello scolo
La Neisseria gonorrhoeae è un batterio obbligato, e dunque quando la carica batterica, in seguito al contagio sessuale, supera le naturali difese immunologiche dell’ospite, la malattia presenta sempre sintomatologia.
Le infezioni non sintomatiche sono solo quelle a bassa carica batterica, che non sono dunque contagiose: si suppone che esse siano la maggioranza dei casi d’infezione ma, come tutte le malattie asintomatiche, è impossibile stabilire l’esatta statistica.
La gonorrea sintomatica è molto più frequente negli uomini piuttosto che nelle donne, dove si manifesta rispettivamente nel 90% e nel 50% dei casi.
La gonorrea, dopo un breve periodo di replicazione del batterio, si manifesta solitamente con i tipici sintomi delle perdite uretrali, piuttosto maleodoranti e continue, che imbrattano costantemente la biancheria intima.
Nell’uomo, tali perdite infiammano e congestionano il meato dell’uretra, causando una veloce e dolente uretrite.
A corredo delle perdite uretrali, possono comparire disuria, cioè difficoltà e dolore durante la minzione, nonché un sordo e diffuso fastidio testicolare.
Vi sono poi delle complicanze a questi sintomi principali della gonorrea che, seppur rare, non possono essere escluse.
Tali complicanze possono essere un’orchite, cioè un’infezione dei testicoli, un’epididimite - l’infiammazione dell’epididimo, il tessuto di supporto e connessione prostatica dei testicoli - un edema e gonfiore del pene, una linfangite peniena - una severa infiammazione delle vie linfatiche dei genitali - nonché una stenosi uretrale che potrebbe comparire dopo l’infezione, data dalla formazione di tessuto cicatriziale del meato dell’uretra (complicanza assai rara).
Sebbene il batterio Neisseria gonorrhoeae sia iper-specializzato per attaccare le cellule dei genitali, in alcuni casi l’infezione può propagarsi in altre parti del corpo, attaccando la faringe e il retto.
In tal caso, l’infezione può dare luogo ad una violenta faringite oppure una proctite, cioè una severa infiammazione del retto e dell’ano, che può provocare anche ematochezia (perdita di sangue dall’ano, solitamente durante o dopo la defecazione).
Va precisato, per obiettività clinica, che le infezioni fuori sede peniena sono molto più frequenti nella popolazione omosessuale, per via dei conseguenti rapporti orali ed anali che mettono in contatto diretto il pene infetto con le altre mucose del corpo del partner.
Come si diagnostica la gonorrea?
La gonorrea, per via del sintomo immediatamente riconoscibile dello scolo uretrale purulento e maleodorante, è piuttosto semplice da diagnosticare per un Medico esperto.
La diagnosi richiede una visita andrologica, eseguita da un Medico Andrologo, cioè un Medico Urologo perfezionato nelle patologie prettamente maschili.
Durante l’esame clinico, in cui il Medico Andrologo ispeziona il pene del paziente e si accerta delle perdite uretrali, nonché dello stato del meato dell’uretra, deve anche essere tenuta in debita considerazione la diagnosi differenziale con altre malattie veneree, come ad esempio la clamidia, la sifilide, l’infezione da Mycoplasma genitalium e il virus dell'herpes simplex.
Tutte queste altre infezioni, chiamate in gergo medico uretriti non gonococciche, possono dare sintomatologia simile a quella della gonorrea, e pertanto devono sempre essere tenute in considerazione dal Medico.
In caso di sospetta gonorrea rettale, può essere utile eseguire anche una proctoscopia, cioè un’ispezione visiva dell'ultima parte del colon, il retto e l’ano.
La conferma della diagnosi di gonorrea è data dall’esame di laboratorio, solitamente sempre proposto alla fine della visita clinica, eseguito per mezzo di semplice tampone urogenitale, anorettale o faringeo.
Anche con il miglioramento deciso delle condizioni igieniche e sanitarie, il batterio della gonorrea non è stato mai debellato dalle società avanzate, e continua ad essere un vero e proprio flagello per i sistemi sanitari occidentali.
In Italia, negli ultimi anni si è assistito ad un aumento drammatico delle malattie veneree, con picchi anche superiori al 200% in un periodo di tempo piuttosto ristretto (meno di 10 anni).
Questo balzo spaventoso della statistica si ritiene sia stato causato dalle mutate condizioni sociali del Paese, e dell'aumento considerevole delle relazioni brevi e dei rapporti occasionali, a scapito invece delle relazioni stabili e mono-partner.
Qual è la cura per la gonorrea?
Il protocollo standard per la cura della gonorrea si basa sull’uso degli antibiotici moderni derivati dalla penicillina, in particolare modo il ceftriaxone.
Una singola iniezione intramuscolare di 500 mg di ceftriaxone è, di norma, il protocollo di base utilizzato dal Medico già durante la visita diagnostica, a cui spesso si aggiunge anche una terapia orale a base di doxiciclina, per essere sicuri di eliminare, eventualmente, anche il batterio della clamidia che si associa all’infezione da gonoccocco nel 20% dei casi.
L’uso della doxiciclina è raccomandato nel protocollo di cura anche in presenza di conclamata gonorrea rettale, che ha dato origine ad una severa proctite.
Come molti altri agenti patogeni batterici Gram-negativi, la Neisseria gonorrhoeae è un batterio eccezionalmente resistente sia alle difese immunitarie dell’ospite, sia agli antibiotici.
In particolar modo, negli ultimi 20 anni, complice anche il massiccio ricorso generale alle cure antibiotiche della popolazione mondiale, si è assistito ad un deciso incremento dell’antibiotico resistenza del batterio gonococco.
Laddove esista questa resistenza al ceftriaxone, è possibile somministrare gentamicina e azitromicina.
Il problema dell’antibioticoresistenza del batterio gonococco è comunque un pericolo rilevante e una preoccupazione per la sanità pubblica di tutto il mondo: gli altissimi numeri delle infezioni annuali e la promiscuità spesso eccessiva dei rapporti, specie nei soggetti molto giovani, rende il trattamento della gonorrea sempre più complesso, meritevole di attenzione e preoccupazione.
Qual è la prognosi per la gonorrea?
Se la gonorrea è presa per tempo ed è iniziata l’adeguata cura antibiotica, la prognosi è generalmente favorevole.
Fortunatamente, sono estremamente rari i casi fatali di infezione da Neisseria gonorrhoeae, ma ciò comunque non deve far calare l’attenzione sul problema della prevenzione e della giusta educazione sessuale, soprattutto dei giovani e giovanissimi.
Le complicanze di una gonorrea non diagnosticata oppure mal curata possono essere severe, specie per le donne.
Casi non curati o mal trattati di gonorrea possono provocare seri ed irreversibili danni agli organi riproduttivi, causando infertilità, malattia infiammatoria pelvica con annesso dolore cronico e, nelle donne, anche il rischio di aborto.
I casi di gonorrea complicata che genera un’epididimite, una proctite od una prostatite non devono mai essere sottovalutati, così come non deve essere sottovalutato il serio e concreto rischio, per le donne in gravidanza, dell’infezione palpebrale del batterio trasmessa dalla mamma al neonato durante il parto, che può portare ad una severa congiuntivite con possibile cecità.
A tutte queste complicazioni, già gravi, deve poi essere aggiunta l’aumentata predisposizione che l’infezione da gonorrea può causare per le infezioni da HIV.
Si può prevenire la gonorrea?
Come tutte le malattie veneree, anche la gonorrea si può prevenire, adottando comportamenti igienico-sanitari adeguati, ricordandosi sempre che il Neisseria gonorrhoeae è un batterio che si trasmette esclusivamente per via sessuale, anche con rapporti orali ed anali.
Compreso il meccanismo di trasmissione, la profilassi è conseguente, e si basa sulla giusta educazione sessuale e sulle comuni regole di prevenzione delle Infezioni Sessualmente Trasmissibili.
L’uso del profilattico (anche in fase preliminare), l’igiene post-rapporto, il preferire partner stabili e non promiscui, la moderazione nei rapporti con partner occasionali: tutte regole di buon senso, in grado se non di impedire al 100% la trasmissione del batterio, sicuramente possono diminuirne la diffusione, riducendo dunque il numero di infettati.
Questi accorgimenti sanitari e queste regole di buon senso dovrebbero rientrare nella comune educazione sessuale, specie per i ragazzi adolescenti o anche pre-adolescenti, spesso proprio loro vittime di comportamenti totalmente scellerati, causati dalla scarsissima informazione medica della società italiana, sia della famiglia che della scuola.
Come tutte le altre malattie veneree, anche la gonorrea è una patologia totalmente prevenibile.
La prevenzione si basa in primis sulla consapevolezza della malattia, sullo studio del suo agente eziologico e sulla sua modalità di trasmissione, che avviene esclusivamente per via sessuale.
Una volta saputo cosa causa la patologia e come essa viaggia, la prevenzione è conseguente, e si basa sulla moderazione dei rapporti occasionali, specie con partner sconosciuti, sulla limitazione alla promiscuità e sull'uso obbligatorio del profilattico.
Per ottenre ciò, però, è necessario che venga effettuata un'idonea e ampia campagna informativa sulle Infezioni Sessualmente Trasmissibili, con grande impegno e sforzo collettivo, specie sui ragazzi giovani, sia da parte del sistema educativo che delle famiglie.
Chi è il Medico che può diagnosticare e curare la gonorrea?
La gonorrea è una patologia che rientra nella piena competenza dell’Urologia, cioè di quella branca della Medicina che studia e cura le affezioni del sistema uro-genitale umano.
Il Medico a cui ci si dovrebbe rivolgere nel caso si sospettino i sintomi della gonorrea è dunque il Medico Andrologo, cioè il Medico specialista in Urologia.
Datosi che la gonorrea è una tipica affezione maschile, sesso in cui la sintomatologia è molto più marcata, il Medico Urologo perfezionato nelle patologie squisitamente maschili è il Medico Andrologo.
È dunque a lui che i pazienti uomini dovrebbero rivolgersi per diagnosticare e curare la gonorrea.
Il Medico è sempre tenuto a comunicare all’ASL locale la diagnosi di gonorrea?
Sì: in Italia, per legge, tutte le infezioni da gonorrea, da sifilide oppure da pediculosi del pube (le piattole, volgarmente chiamate) devono essere obbligatoriamente comunicate dal Medico al servizio di igiene pubblica locale (comunemente, l’ASL di appartenenza).
Ciò comunque non deve spaventare il paziente: la sua privacy è comunque garantita, poiché la segnalazione è eseguita dal Medico senza la comunicazione dei dati personali del paziente.
In pratica, si segnala solo l’infezione, non chi e come l’ha contratta.
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Quindi ricorda che...
- La Neisseria gonorrhoeae è l’agente patogeno responsabile della gonorrea, una classica malattia a trasmissione esclusivamente sessuale;
- Il batterio Neisseria gonorrhoeae è un batterio che colpisce esclusivamente l’homo sapiens;
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- La gonorrea è una patologia molto antica, e se ne ha traccia anche nella bibbia ebraica;
- In tempi recenti, come del resto tutte le patologie veneree, l’incidenza dei casi di gonorrea è aumentata drasticamente, specie tra la popolazione giovane;
- La gonorrea è una patologia con obbligo di comunicazione da parte del medico all’autorità sanitaria;
- In tutto il mondo, ogni anno la gonorrea infetta oltre 100 milioni di nuovi ospiti;
- Lo scolo uretrale tipico della gonorrea si manifesta nell’uomo con perdite maleodoranti, che imbrattano costantemente l’intimo, cariche di batteri;
- La gonorrea deve sempre essere curata con l’adeguata cura antibiotica, poiché può comportare rischi di danni irreversibili agli organi sessuali e, nelle donne, anche il rischio d’aborto
Nota deontologica
L'Andrologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.
Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Andrologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.
Come branca della Medicina, l'Andrologia è estensione naturale dell'Urologia, cioè la specialistica che studia e cura tutte le patologie del tratto uro-genitale umano, con una mirata predilezione per le affezioni squisitamente maschili.
Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Andrologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale sulle patologie prettamente maschili.
Il Dott. Massimo Capone, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, tiene dunque a precisare che egli è un Medico Chirurgo Specialista in Urologia, e perfezionato poi Andrologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Massimo Capone il giorno:
martedì 30 luglio, 2024
Il Dott. Massimo Capone è un Medico Chirurgo Andrologo, specializzato in Urologia e perfezionato in Chirurgia Andrologica.
Sin dal suo percorso accademico, il Dottore si è focalizzato sulle problematiche relative alla sessualità maschile, sulla chirurgia plastica e ricostruttiva dei genitali maschili, sulla chirurgia protesica del pene nonché sui disturbi della fertilità.
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