Stai sperimentando dei problemi con l’erezione del tuo pene?
Cominci ad avere difficoltà ad iniziarla oppure mantenerla e il membro non rimane più della giusta consistenza per provvedere ad un rapporto sessuale completo?
L’erezione sessuale non soddisfacente è un problema che affligge molti uomini in tutto il mondo, e rientra nel più vasto complesso di una condizione patologica nota come disfunzione erettile.
La disfunzione erettile è una vera e propria patologia, che ha quasi sempre cause molto complesse, sia di natura organica che psicologica.
In casi non rari essa stessa è un sintomo di una patologia a monte, spesso di natura neuro-vascolare, a volte invece oncologica.
Leggi questa pagina per avere un’idea sul perché non riesci più ad avere un’erezione soddisfacente e quello che puoi fare per porvi rimedio.
Come funziona l’erezione del pene?
il pene e il sistema dei corpi cavernosi (sezione)
L’Homo Sapiens, al contrario di quasi tutti gli altri primati, non è dotato di baculum, cioè l’osso penieno.
Il meccanismo d’erezione del membro non si basa dunque sull’estensione e sulla retrazione di un osso portante, bensì su un ingegnoso - e complesso - meccanismo idraulico.
Il pene, cioè l’organo riproduttivo maschile, è composto essenzialmente da due cilindri di tessuto elastico ed erettile, chiamati corpi cavernosi.
Questi cilindri, paralleli e di eguale dimensione, partono dalla base del pene sino al glande e sormontano il canale uretrale in cui passa sia l’urina che lo sperma.
In posizione di riposo, il pene ha una consistenza flaccida, e i corpi cavernosi sono morbidi al tatto.
L’indurimento del pene, cioè l’erezione dello stesso, avviene quando, a seguito dell’eccitamento, il corpo attiva una serie di complessi meccanismi ormonali che spingono il sangue proveniente dalle arterie peniene dentro i corpi cavernosi, riempiendoli e gonfiandoli.
L’erezione del pene nell’uomo è dunque data dall’afflusso del sangue arterioso che, esattamente come in un palloncino, gonfia i corpi cavernosi e li fa aumentare di volume e dimensione, permettendo al pene di divenire rigido, pronto per l’accoppiamento.
Questo sofisticato meccanismo lavora su principi sia idraulici che chimici, tenendo sempre in considerazione che l’eccitamento sessuale, indispensabile affinché l’erezione si compia, è un comando sempre avviato dal nostro calcolatore biologico primario, ovverosia il cervello.
Che cos’è la disfunzione erettile?
In Medicina si parla di disfunzione erettile quando l’erezione naturale e fisiologica del pene diviene difficoltosa oppure impossibile, e il paziente fatica sia ad iniziare un ottimale indurimento che a mantenerlo durante un rapporto sessuale.
Una volta conosciuta come ‘impotenza sessuale’, termine desueto e non più utilizzato, la disfunzione erettile è una condizione estremamente comune nella popolazione mondiale: si stima infatti che almeno il 50% degli uomini over 50 abbia avuto, almeno una volta nella vita, un episodio di incompleta o mancata erezione.
Singoli episodi sporadici di disfunzione erettile non devono preoccupare, e non sono quasi mai motivo di indagine medica specialistica: sono considerati fisiologici, e quasi sempre sono legati a particolari situazioni psicologiche, ad esempio uno stato di ansia, un particolare stress o la conoscenza di una nuova partner.
Si comincia a parlare di vera e propria patologia quando gli episodi di disfunzione erettile cominciano a divenire sempre più frequenti, rendendo difficile, se non impossibile, una normale vita sessuale per il paziente.
Il mancato indurimento consono del pene, che non diviene rigido abbastanza da rendere possibile un rapporto sessuale completo, rientra a pieno titolo nelle tante manifestazioni sintomatiche della disfunzione erettile.
Da cosa è causata la disfunzione erettile?
il diabete e l'incapacità del corpo di metabolizzare a dovere gli zuccheri nel sangue è una delle cause principali della disfunzione erettile organica
La disfunzione erettile è una patologia complessa che a sua volta può essere il sintomo di una condizione patologica a monte.
I meccanismi che regolano l’erezione del pene sono essi stessi molto complessi, e riguardano il sistema endocrino, il sistema vascolare, la fitta rete nervosa che avvolge il pene e il perineo e, non ultimo, la componente psicologica che gioca un ruolo fondamentale nell’insieme.
Una prima basilare distinzione della disfunzione erettile può essere effettuata analizzando, a livello generale, la sua origine:
- Si parla di disfunzione erettile organica (o funzionale) quando questa è causa da un problema fisiologico, cioè una condizione patologica o comunque anormale del fisico;
- Si parla di disfunzione erettile psicologica quando questa è invece causata da un blocco o un trauma psicologico, quindi di natura psichica.
Non è raro, anzi quasi sempre succede, che le due problematiche s’incrocino e si confondano: spesso difatti la disfunzione erettile organica provoca una spirale depressiva nel paziente, che alimenta la disfunzione erettile stessa e ne peggiora dunque la condizione.
A sua volta, la disfunzione erettile psicologica può provocare uno stop totale dei normali e regolari rapporti sessuali del paziente.
Non bisogna poi sottovalutare che lo stato di disagio mentale, causato dall’incapacità di praticare normali rapporti sessuali completi ha profonde implicazioni sulla vita sociale del paziente, rendendola quasi sempre difficile oppure addirittura impossibile.
Quali sono le cause della disfunzione erettile organica?
il pancreas, la grande ghiandola che produce l'insulina del corpo, responsabile della condizione di diabete mellito
Si definisce disfunzione erettile organica la disfunzione erettile che ha la sua causa in un danno fisico strutturale o funzionale.
Solitamente è una disfunzione erettile causata da una patologia cronica, un intervento chirurgico invasivo - spesso a carico della prostata - oppure un trauma che ha causato gravi complicazioni neuro-vascolari.
Le più comuni cause della disfunzione erettile organica possono quindi essere elencate in:
- Il diabete mellito, cioè la grave patologia endocrina che impedisce all’organismo di regolare con efficienza i livelli di glucosio nel sangue, che causa a sua volta la deformazione e la sclerosi dei vasi arteriosi nota come angiopatia diabetica;
- La progressiva distruzione delle terminazioni nervose periferiche causata dal diabete mellito e dalla micro-angiopatia diabetica;
- L’ipertensione arteriosa e la cardiopatia ischemica;
- L’ipogonadismo, cioè la patologica riduzione della produzione del testosterone;
- Traumi o patologie che alterano la normale trasmissione nervosa dal cervello al pene;
- Il danneggiamento irreversibile delle fibre nervose peniene, in seguito alla prostatectomia per la rimozione di un carcinoma della prostata;
- La malattia di La Peyronie, cioè l’incurvamento patologico del pene in seguito a traumi che hanno formato placche cicatriziali nei corpi cavernosi
Ovviamente, nulla vieta a queste patologie o comunque condizioni patologiche di sommarsi - ad esempio, prostatectomia e diabete mellito - e peggiorare così il quadro clinico complessivo, generando una spirale depressiva per il paziente che, in molti casi, lo porta a sviluppare anche pericolosi blocchi psicologici.
Non è difatti raro che la disfunzione erettile organica porti all’inevitabile sviluppo di una condizione patologica psicologica che rende ulteriormente difficoltosa l’erezione - quando ancora possibile - e, non di meno, complica ulteriormente al Medico la somministrazione della giusta terapia.
Il meccanismo dell'erezione umana è abbastanza complesso, ed è basato, al contrario di quasi tutti gli altri mammiferi, su un sofisticato sistema idraulico.
Questo sistema funziona bene solo quando lo stimolo psicologico (dato dall'azione del testosterone e anche dal feeling mentale con la partner), il comando nervoso e il sistema vascolare penieno funzionano in sincrono, permettendo dunque ai corpi cavernosi di riempirsi di sangue e dare dunque origine all'erezione.
Quando uno di questi tre elementi essenziali non funziona, vi è sempre una cricca nel meccanismo, che porta poi alla disfunzione erettile.
Il compito del Medico Andrologo è proprio trovare l'intoppo del meccanismo e, se possibile, ripararlo.
Che cos’è la disfunzione erettile psicologica?
La disfunzione erettile psicologica è l’impossibilità di raggiungere e mantenere l’erezione del pene non in seguito a cause primarie organiche, bensì a traumi o blocchi psicologici che alterano il normale stato psichico predisponente e necessario al rapporto sessuale e, di fatto, ne impediscono l’atto.
Statisticamente, nei soggetti giovani e non portatori di gravi patologie croniche - come il diabete mellito - la disfunzione erettile psicologica è la prima causa assoluta di disfunzione erettile.
L’incidenza della disfunzione erettile di tipo psicologico, una patologia di per sé molto complessa e che spesso richiede l’intervento dello Psico-sessuologo, è aumentata considerevolmente negli ultimi anni, anche (e soprattutto) nella popolazione molto giovane.
I motivi di quest’impennata di casi clinici sono ricercati in una liberalizzazione estrema delle abitudini sessuali - non necessariamente salutari dal punto di vista psico-sessuologico - l’uso massivo della pornografia a basso costo e, non ultime, le mutate condizioni sociali e conviviali, ormai spesso molto distanti da canoni considerati per secoli ‘sicuri’.
Anche condizioni di disfunzione erettile organica, alla lunga, possono generare problemi dal punto di vista psicologico, con un peggioramento della clinica del paziente e un circolo vizioso che rende estremamente problematico, per il Medico Andrologo, provvedere ad un piano terapeutico che non sia, giocoforza, multidisciplinare.
C’è un modo per diagnosticare la disfunzione erettile?
l'ispezione rettale della prostata, alla ricerca di ingrossamenti benigni o carcinomi
La diagnosi della disfunzione erettile è un argomento molto complesso, poiché sono spesso molto complesse le cause che la generano.
Va precisato che, di base, la disfunzione erettile è una tipica condizione patologica che rientra completamente nell’interesse dell’Andrologia, cioè quella parte dell’Urologia che studia e cura le affezioni esclusivamente maschili.
Il Medico specialista nella diagnosi della disfunzione erettile è dunque il Medico Andrologo, cioè un Medico Urologo perfezionato, in molti anni d’esercizio della professione medica, nell’Andrologia.
Chiarito questo, la diagnosi della disfunzione erettile si basa su molteplici esami, correlati sempre da una valutazione clinica, ad esempio:
- La visita andrologica, dove il Medico Andrologo constata lo stato clinico effettivo del paziente, sia fisico che psicologico, compresa una scrupolosa anamnesi (fondamentale, in quanto in essa vi è, spesso, la radice del problema);
- La valutazione ormonale, utile per constatare o meno la presenza di disfunzioni endocrine, ad esempio la condizione di ipogonadismo (bassa produzione di testosterone), oppure un aumento della produzione di prolattina, condizioni che potrebbero essere collegate alla disfunzione erettile;
- L’esame di EcoColorDoppler penieno, indispensabile per accertare il flusso di sangue arterioso che nutre e riempie i corpi cavernosi del pene, oppure per confermare il sospetto di un’insufficienza venosa cronica genitale;
- L’esame RigiScan test, dove vengono valutate le erezioni notturne;
- Una valutazione psicologica del paziente, alla ricerca di possibili blocchi o elementi di disturbo psicologico che possono essere la causa della disfunzione erettile
In linea generale, il Medico Andrologo può avvalersi di qualsiasi esame diagnostico da lui ritenuto utile per scavare alla radice del problema, ed esso può essere un esame strumentale oppure di laboratorio.
C’è una terapia per migliorare l’erezione del pene?
La terapia ad onde d'urto è in grado di rigenerare i tessuti vascolari dei corpi cavernosi, migliorando dunque l'erezione
La moderna Medicina, unita alla Chirurgia, sono molto avanzate, con un miglioramento costante, dal punto di vista delle terapie possibili per la disfunzione erettile, che si è dimostrato particolarmente veloce e deciso proprio negli ultimi decenni.
La concezione di ‘qualità di vita’ dei pazienti, si pensi ad esempio ai pazienti oncologici, operati di prostatectomia, è ormai un punto fermo di qualsiasi terapia urologica, e spesso alcune tecniche chirurgiche oncologiche sono state modificate e trasformate proprio per garantire al paziente la massima probabilità di ritornare ad una vita sessuale normale.
Si pensi ad esempio alla prostatectomia ‘nerve-sparing’, oppure alla terapia ad onde d’urto, frequentemente efficace anche nei casi severi di diabete mellito.
Premesso ciò, la terapia per migliorare l’erezione del pene e ridurre di conseguenza la disfunzione erettile è direttamente correlata alla causa della stessa.
La moderna Medicina mette a disposizione sia terapie fisiche che farmacologiche per risolvere o perlomeno diminuire il problema, spesso incredibilmente efficaci e durature, curative o sintomatiche che siano.
La Chirurgia è solitamente riservata ai casi gravi di disfunzione erettile, cioè che non rispondono alla terapia fisica oppure farmacologica, o che hanno particolari condizioni post-traumatiche - come quelle causate dalla malattia di La Peyronie - che richiedono obbligatoria correzione chirurgica.
La terapia farmacologica per migliorare l’erezione del pene: qual è la migliore?
In Andrologia, per ‘terapia farmacologica’ per la disfunzione erettile s’intende l’uso di farmaci volto a migliorare l’erezione del pene e il mantenimento della stessa durante il rapporto.
I pazienti affetti da disfunzione erettile causata da un drastico abbassamento della produzione di testosterone (ipogonadismo) possono essere curati con la somministrazione di preparati a base dell’ormone, ovviamente sotto stretto controllo medico.
Pazienti invece affetti da disfunzione erettile in seguito a deficit vascolare, la maggioranza a livello statistico, possono essere trattati somministrando farmaci inibitori dell’enzima fosfodiesterasi di tipo 5 (avanafil, sildenafil, tadalafil, vardenafil).
L’enzima fosfodiesterasi di tipo 5, ovverosia l’enzima responsabile della ‘degradazione’ dell’erezione è uno dei principali responsabili della mancanza di un indurimento soddisfacente del pene, nonché della sua tenuta idonea durante il rapporto.
Questi farmaci inibitori dell’enzima ottimizzano ed amplificano il meccanismo dell’erezione, sempre che, ben inteso, come causa a monte non vi sia un danneggiamento del sistema nervoso che comanda l’erezione stessa (come nel caso dei pazienti oncologici post-prostatectomia).
In tal caso, l’uso della terapia farmacologica si rivela del tutto inutile.
Alternativamente alla terapia orale, è possibile ottenere il ripristino della funzionalità erettiva, per pazienti la cui disfunzione erettile sia causata da un problema vascolare, con l’iniezione diretta di farmaci vaso dilatatori all’interno del pene.
L’iniezione è indolore e si basa sulla somministrazione di prostaglandina E1, che non ha in pratica alcun effetto collaterale, sempre se assunta sotto prescrizione e controllo medico.
La terapia iniettiva è diretta e molto efficace, ma il suo problema maggiore è una bassa compliance da parte dei pazienti: statisticamente difatti, l’85% dei pazienti a cui è stata prescritta smette di utilizzarla entro un anno dall’inizio.
Questo fa sì che tale trattamento sia preferibile per pazienti con relazioni stabili, a bassa frequenza settimanale e sostanzialmente impossibilitati ad aspettative maggiori di riabilitazione sessuale.
La moderna cura farmacologica a base di potenti vasodilatatori ha senz'altro rivoluzionato l'approccio terapeutico alla disfunzione erettile, ma essa si rivela del tutto inefficace nel caso la disfunzione sia dipesa da un danneggiamento della struttura nervosa che regola il meccanismo dell'erezione.
Ecco perché molti pazienti sottoposti a prostatectomia radicale che ha lesionato i complessi nervi che passano proprio avvolti alla prostata, spesso non riescono a riacquistare una sufficiente vita sessuale.
Anche attuando le moderne tecniche nerve-sparing, la percentuale di pazienti riabilitati dopo la prostatectomia è ancora molto bassa: solo il 25% di loro ottengono una soddisfacente funzionalità del pene.
La terapia con onde d’urto per migliorare l’erezione
Sia la terapia orale a base di inibitori dell’enzima fosfodiesterasi di tipo 5 che quella iniettiva endocavernosa a base di prostaglandina E1 sono terapie squisitamente sintomatiche, non curative.
In Medicina, per ‘terapia sintomatica’ s’intende una terapia che risolve od allevia solo il sintomo, ma non la causa.
Sono terapie effettuate quando la risoluzione della causa scatenante la patologia non è nota, non è ancora disponibile oppure - per una lunga serie di motivi - non è possibile per lo stato clinico del paziente.
La terapia ad onde d’urto si basa sulla somministrazione, assolutamente indolore, di onde d’urto a bassa intensità direttamente sul pene, che hanno essenzialmente due scopi:
- Rigenerare il tessuto dei corpi cavernosi ormai inefficiente;
- Recuperare le cellule staminali libere circolanti, indispensabili per il punto precedente
L’azione meccanica delle onde d’urto stimola i corpi cavernosi a rigenerarsi, mentre le cellule staminali reclutate danno origine a nuovo tessuto vascolare.
Questa terapia si rivela particolarmente efficace nei pazienti con disfunzione erettile causata da danneggiamenti al sistema vascolare dati dalla nota angiopatia diabetica, e statisticamente, se ben erogata, è molto efficiente, garantendo un miglioramento della funzionalità del pene nel 65% dei casi trattati.
Il trattamento ad onde d’urto è un trattamento medico, e pertanto è possibile eseguirlo presso una struttura medica, da un Medico Andrologo esperto e preparato o da personale infermieristico anch’esso esperto e preparato, sotto controllo medico.
La somministrazione di onde d’urto viene erogata in modo totalmente indolore, in sedute di breve durata, agevoli e tollerabili da chiunque.
La protesi peniena: quando è indicata, per risolvere la disfunzione erettile?
I casi gravi di disfunzione erettile che non risentono del trattamento farmacologico o della terapia fisica con le onde d’urto non hanno altra alternativa che il ricorso alla Chirurgia Andrologica.
La moderna Chirurgia Andrologica permette di risolvere i casi più gravi, ad esempio quelli dovuti ad un danneggiamento irreversibile della terminazione nervosa che regola il meccanismo d’erezione in seguito ad una prostatectomia.
Il risultato è ottenuto con l’impianto di una protesi peniena, cioè di un dispositivo protesico che, in modo naturale, s’inserisce nella fisiologica anatomia genitale maschile e rende nuovamente possibile l’erezione.
Lo scopo delle protesi peniene è simulare il meccanismo dell’erezione andando a riempire, con tessuti sintetici totalmente biocompatibili, i corpi cavernosi del pene.
Questo risultato è ottenuto con due tipi di protesi, di differente tipologia:
- Le protesi a volume costante, che garantiscono eccezionali caratteristiche di affidabilità e rigidità;
- Le protesi a volume variabile, che simulano alla perfezione il naturale meccanismo d’erezione del pene, donando un eccezionale comfort al paziente
Le protesi a volume costante, inserite direttamente nel pene, determinano una rigidità costante del membro e un’attivazione rapida, con un semplice gesto della mano.
Anche se irrigidiscono sempre il pene, il loro utilizzo non deve spaventare poiché sono facilmente posizionabili all’interno degli indumenti intimi.
Le protesi a volume variabile simulano invece alla perfezione il meccanismo dell’erezione causato dal riempimento dei corpi cavernosi.
Sono costituite da due cilindri di materiale biocompatibile collegati, per mezzo di un tubicino, ad una pompa nascosta nello scroto a sua volta collegata ad una serbatoio collocato a lato della vescica.
Con la semplice attivazione di una pompetta, il liquido interno al serbatoio viene inviato ai cilindri dei corpi cavernosi, permettendo l’erezione.
Finito il rapporto, con un altro semplice gesto il liquido viene riposto nuovamente nel suo serbatoio.
Entrambi i tipi di protesi sono totalmente invisibili all’esterno e sono progettati per essere completamente integrati nelle normali strutture genitali maschili.
Quando è necessario ricorrere all’utilizzo della protesi peniena per risolvere la mancata erezione del pene?
La protesi peniena è completamente invisibile all'esterno
L’indicazione all’impianto di protesi peniena è data dal Chirurgo Andrologo, solo dopo aver attentamente valutato la condizione clinica del paziente e, soprattutto, aver fatto luce sull’origine della sua disfunzione erettile.
L’intervento chirurgico è solitamente consigliato solo ai casi gravi di disfunzione erettile, che non rispondono, neppur in minima parte, alla terapia fisica oppure farmacologica.
Molto frequentemente si tratta di pazienti oncologici che hanno subito un intervento di prostatectomia che ha danneggiato irrimediabilmente la terminazione nervosa che regola il meccanismo d’erezione del pene.
Statisticamente, solo il 25% dei pazienti con carcinoma prostatico curato per mezzo della prostatectomia, anche con chirurgia robotica ‘nerve-sparing’, riacquista poi la piena funzionalità dell’erezione.
Anche i pazienti diabetici, specie se di lungo corso e con già progressiva fibrosi del pene (causata dall’assenza di attività erettile), possono essere candidati giusti all’utilizzo della protesi peniena.
Protesi peniena che, in presenza di disfunzione erettile, si rivela utile, se non indispensabile, per risolvere definitivamente l’incurvamento penieno dato dalla malattia di La Peyronie.
A chi bisogna rivolgersi per diagnosticare e curare la disfunzione erettile e l’erezione insoddisfacente del pene?
il chirurgo andrologo è il medico specialista a cui ci si dovrebbe rivolgere per diagnosticare e curare la disfunzione erettile
Il Medico specialista nelle problematiche relative alla disfunzione erettile è il Chirurgo Andrologo, cioè un Medico Urologo perfezionato proprio nelle patologie squisitamente maschili.
È dunque questa figura sanitaria, spesso anche con forti competenze di Sessuologia e Psico-sessuologia, a cui bisogna rivolgersi per iniziare a curare la disfunzione erettile.
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l'alta chirurgia andrologica per risolvere la disfunzione erettile e tornare alla piena funzionalità sessuale
- La disfunzione erettile
- I problemi erettili dei pazienti diabetici
- L'incurvamento congenito del pene
- La malattia di La Peyronie
- La fimosi
- La cisti scrotale
- La riabilitazione sessuale post-prostatectomia
- L'impianto di protesi peniene
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Ricorda che il benessere sessuale e la fertilità sono condizioni importanti per ogni uomo, a prescindere dalla sua età: il Dott. Massimo Capone può aiutarti a sentirti meglio, sicuro di te e in salute, affinché tu possa godere di un'ottima qualità della tua vita sessuale, che ti accompagni nel tuo percorso di uomo, di padre, di compagno.
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Quindi ricorda che...
- L’erezione del pene umano, non avendo supporti ossei che l’aiutano, è affidata esclusivamente ad un avanzato meccanismo idraulico;
- I corpi cavernosi del pene, sotto il comando ormonale e l’eccitazione sessuale, si riempiono di sangue arterioso, indurendo il membro;
- L’indurimento dei corpi cavernosi è possibile al rilassamento della muscolatura peniena, mediata dall’ossido nitrico;
- Si parla di disfunzione erettile quando non è possibile iniziare o mantenere una giusta e duratura erezione per tutto il rapporto sessuale;
- Singoli episodi sporadici di disfunzione erettile non sono oggetto di preoccupazione, e possono capitare a tutti, per molti motivi non necessariamente patologici;
- Vi sono cause organiche e cause psicologiche per la disfunzione erettile;
- La disfunzione erettile causata da patologie neuro-vascolari come il diabete mellito è una sintomatologia comune a molti pazienti, e ha motivazioni vascolari;
- Il diabete mellito, alla lunga, danneggia e restringe i vasi arteriosi, causando insufficienza vascolare alle arterie del pene e, di conseguenza, minor afflusso di sangue ai corpi cavernosi;
- Danneggiamenti alla delicata struttura nervosa che regola il meccanismo dell’erezione possono portare alla disfunzione erettile, come nel caso della prostatectomia;
- Solo una piccola parte dei pazienti che hanno subito una prostatectomia ritornano ad una piena riabilitazione sessuale;
- È disponibile una cura farmacologica per la disfunzione erettile causata dall’insufficienza vascolare, ma essa non ha effetto se vi sono danneggiamenti alla struttura nervosa;
- I casi gravi di disfunzione erettile possono essere risolti ricorrendo all’impianto di protesi peniena
Nota deontologica
L'Andrologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.
Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Andrologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.
Come branca della Medicina, l'Andrologia è estensione naturale dell'Urologia, cioè la specialistica che studia e cura tutte le patologie del tratto uro-genitale umano, con una mirata predilezione per le affezioni squisitamente maschili.
Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Andrologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale sulle patologie prettamente maschili.
Il Dott. Massimo Capone, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, tiene dunque a precisare che egli è un Medico Chirurgo Specialista in Urologia, e perfezionato poi Andrologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Massimo Capone il giorno:
martedì 30 luglio, 2024
Il Dott. Massimo Capone è un Medico Chirurgo Andrologo, specializzato in Urologia e perfezionato in Chirurgia Andrologica.
Sin dal suo percorso accademico, il Dottore si è focalizzato sulle problematiche relative alla sessualità maschile, sulla chirurgia plastica e ricostruttiva dei genitali maschili, sulla chirurgia protesica del pene nonché sui disturbi della fertilità.
Competente, affidabile, cordiale, chiaro ed esauriente nel rispondere alle domande, il Dott. Massimo Capone ha introdotto, tra i primi in Italia, il protocollo rigenerativo dei tessuti dei corpi cavernosi del pene basato sulle onde d'urto a bassa intensità.
Nei suoi studi di Trieste, Padova-Pozzonovo, Treviso-Carbonera, Cervignano del Friuli e Galatone (Lecce), il Dottore aiuta ogni giorno decine di pazienti affetti da debilitanti e psicologicamente spossanti disfunzioni sessuali come la disfunzione erettile, l'eiaculazione precoce, il calo della libido, l'infertilità maschile e la complessa riabilitazione post-prostatectomia radicale.