Chirurgia Andrologica e Sessuologia
La condilomatosi del pene - Cause, sintomi e cura

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La condilomatosi del pene

L'infezione da HPV che colpisce gli organi genitali
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Ti sei accorto di avere delle strane escrescenze su pene o sullo scroto, simili a delle ‘creste di gallo’, carnose e dal colorito biancastro?

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La condilomatosi è, in ambito medico, la sintomatologia clinica di una specifica infezione virale, dovuta all’infezione dal virus del Papilloma umano PHV (Papilloma Human Virus).

La condilomatosi è un problema estremamente comune nella popolazione sessualmente matura, in quanto è una classica patologia a trasmissione sessuale, rientrante nella più vasta area delle Malattie Sessualmente Trasmesse.

Leggi questa pagina per scoprire cos’è il virus HPV, come si trasmette, quali sono i sintomi tipici della condilomatosi e quello che si può fare per curarla.

Che cos’è la condilomatosi?

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In Medicina, si definisce condilomatosi la sintomatologia clinica causata dall’infezione del virus del Papilloma umano HPV (Human Papilloma Virus).

Si conoscono al momento 120 tipi di PHV, suddivisi in 16 gruppi.

Alcuni di essi sono considerati ad alto rischio oncologico, poiché nel tempo possono causare, nelle cellule che hanno infettato, una mutazione delle stesse che può a sua volta far iniziare una iper-proliferazione maligna.

Ecco perché i condilomi, cioè le lesioni sintomo dell’infezione virale, sono considerati delle vere e proprie neo-formazioni pre-tumorali, e pertanto la loro diagnosi e la loro rimozione è molto importante per prevenire, seppur rari, episodi oncologici.

I condilomi possono colpire qualsiasi parte del corpo, sia cute che le mucose orali oppure ano-genitali.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che almeno un 70-75% della popolazione mondiale sessualmente matura, almeno una volta nella vita, abbia contratto il virus dell’HPV, in maniera asintomatica o meno.

Che cos’è il virus HPV?

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Il virus HPV, spesso chiamato semplicemente del Papilloma umano, è un virus opportunistico facente parte della vasta famiglia Papillomaviridae.

È un virus nudo, cioè sprovvisto di pericapside, e attualmente ne sono conosciuti circa 120 tipi, suddivisi in 16 gruppi principali.

L’HPV è un virus dermatologico per antonomasia: la molecola virale si è infatti evoluta per colpire selettivamente le cellule della cute e della mucosa, sia quella orale che quella ano-genitale.

Il Papilloma virus ha una struttura genetica complessa, composta da alcune proteine che, quando introdotte dal virus nella cellula ospite, agiscono da inattivanti oncosoppressori.

In ragione di ciò, nei soggetti con un sistema immunitario debilitato, o per patologie sovrapposte oppure per cure farmacologiche/mediche concomitanti, l’infezione può andare fuori controllo, causando una iper-proliferazione delle molecole virali che da come risposta disperata del corpo la formazione di condilomatosi e verruche comuni.

Non tutti i tipi di Papilloma virus sono considerati oncologici, cioè in grado di dare origine, nel tempo, a formazioni tumorali.

Tra quelli considerati oncologici, i genotipi 16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59 sono quelli che possono causare ad esempio i carcinomi della cervice uterina, del pene e del canale ano-rettale.

Come si propaga il virus HPV?

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Il virus del Papilloma umano è un virus che si propaga da ospite ad ospite per contatto diretto pelle-mucosa.

Ciò vuol dire che la trasmissione richiede un rapporto fisico, o di semplice contatto - più raro - oppure un rapporto sessuale, che è la forma di contagio decisamente più frequente.

Nel caso di un rapporto sessuale, le molecole virali sono trasmesse sia durante i preliminari - anche i rapporti orali - che durante la penetrazione vaginale, oppure quella anale.

Oltre ai rapporti sessuali, tracce di cellule epiteliali in cui è presente il virus possono essere trasmesse anche per contatto con indumenti, superfici o asciugamani infetti, e ciò risulta un rischio per i frequentatori abituali di palestre, piscine e saune pubbliche che non badano particolarmente alla loro igiene personale.

Il virus HPV ha un basso tempo di sopravvivenza fuori dall’ospite: circa 20 minuti, e questo rende la trasmissione attraverso oggetti contaminati meno probabile di quella per via sessuale, ma comunque possibile.

Quali sono i sintomi dell’infezione da HPV?

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La maggior parte delle infezioni da HPV sono del tutto asintomatiche.

Il soggetto infetto quindi, nella maggior parte dei casi, non manifesta alcun sintomo, e l’infezione come è venuta se ne va, sconfitta dal sistema immunitario dell’ospite.

Solo nei casi di immunodepressione, cronica o temporanea, il sistema immunitario non riesce a contenere in maniera adeguata l’infezione virale, e questo causa una reazione estrema del corpo dell’ospite: l’eruzione delle lesioni condilomatose sono proprio il risultato di questa reazione.

Non riuscendo a arginare l’infezione, il sistema immunitario ‘spinge’ verso l’esterno il virus, confinandolo dunque verso il derma, da qui l’eruzione delle verruche tipiche dei condilomi.

Esistono svariati tipi di condilomi, con differente forma e colore:

  • I condilomi acuminati, dalla caratteristica forma ‘a cresta di gallo’, dai bordi irregolari e frastagliati, di colore variabile dal biancastro al brunastro;
  • I condilomi piatti, generalmente di colore rossastro, a volte solo debolmente in rilievo

Nell’uomo, l’infezione da condilomi presa sessualmente si manifesta in genere nel punto originario d’inoculazione del virus, che in molti casi corrisponde al glande, oppure al meato uretrale (il foro d’uscita dell’uretra), o anche al prepuzio.

Le lesioni possono però espandersi in tutta l’area genitale, anche sullo scroto, e non di rado anzi si diramano anche oltre l’area peritoneale, arrivando sino alla zona perianale, dove possono infettare anche la cute e la mucosa anale.

Oltre alla lesione visibile, spesso tipica e facilmente riconoscibile all’occhio clinico del Medico con esperienza, i condilomi possono andare dalla totale assenza di sintomatologia funzionale sino al bruciore, al rossore attorno alle zone delle lesioni, al prurito e, a volte, ad escrezioni liquide e maleodoranti.

I sanguinamenti spontanei sono abbastanza rari, ma comunque possibili.

Queste escrezioni possono dare origine a macerazione cutanea, e quindi all’inizio di fastidiose dermatiti, con prurito e desquamazione cutanea del glande e dell’area interessata dall’infezione virale.

Consigli andrologici e urologici

Il vaccino anti HPV è un vaccino sicuro, scientificamente provato da svariati anni e che dona un'immunità totale ai ceppi del virus che causano i condilomi.

In Italia, il vaccino è disponibile gratuitamente per i ragazzi e le ragazze sotto i 18 anni, mentre ha un costo contenuto per gli adulti.

Il protocollo di vaccinazione prevede tre dosi somministrate nell'arco di un anno che, una volta concluse, renderanno il soggetto immune per tutta la vita al pericolo dei condilomi ano-genitali.

Il vaccino può essere eseguito, anzi spesso è fortemente consigliato, anche ai soggetti che hanno già contratto il virus e sviluppato i condilomi.

Che cos’è auto-inoculazione condilomatosa?

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Per auto-inoculazione condilomatosa s’intende l’estensione dell’infezione dei condilomi che, da una data zona d’inizio dell’infezione, si espandono in un’altra area del corpo.

Questo fenomeno è molto frequente nei pazienti con infezione da HPV manifesta e anzi, statisticamente, è addirittura molto più probabile dell’infezione esterna, cioè con contatto avuto con un altro soggetto infetto.

Le molecole organiche del virus possono infettare altre cellule adiacenti con relativa facilità, spesso aiutate direttamente dall’ospite che, toccandosi o grattandosi, porta cellule epiteliali infette in altre zone del corpo, contagiandole.

Non sono rari i casi di condilomatosi anale e peri-anale, ad esempio, magari frutto di un rapporto sessuale penetrativo anale, che danno origine a condilomi genitali, oppure viceversa.

Questo rischio di contagio aumenta se le difese immunitarie del paziente sono basse, se vi è una sovra-infezione concomitante - ad esempio, un’infezione da HIV non adeguatamente trattata - oppure con determinati comportamenti che aiutano i frammenti di cellule infette ad espandersi, come ad esempio la depilazione intima.

Proprio l’alto rischio di auto-inoculazione è uno dei motivi, tra le altre cose, a rendere il trattamento dei condilomi un atto medico sempre consigliato.

Come si diagnostica la condilomatosi del pene e dei genitali maschili?

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Per la diagnosi della condilomatosi genitale del pene e dei genitali, basta una visita clinica andrologica o dermatologica.

Al Medico esperto basta poco per stabilire la natura delle lesioni condilomatose, che appaiono con segni ben specifici.

Bagnati con acido acetico per pochi secondi, le cellule contenenti il virus HPV tendono a divenire biancastre e perlacee, aiutando il Medico a visualizzare anche aree infette prima invisibili all’occhio.

L’esame di biopsia è effettuato, solitamente, durante la fase terapeutica di eradicazione delle lesioni, e non ha tanto valenza diagnostica quanto istologica, utile a capire la tipizzazione del virus.

C’è una cura per l’infezione da HPV?

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Attualmente, non esiste una cura antivirale specifica per l’infezione da HPV.

L’eradicazione del virus, ad infezione in corso, è pertanto esclusivamente a carico del sistema immunitario dell’ospite.

Per questo, viene universalmente considerata la migliore cura possibile la prevenzione attraverso la vaccinazione, consigliata per tutti, uomini e donne, preferibilmente prima dell’inizio dell’attività sessuale.

Da diversi anni è infatti disponibile un efficace vaccino anti-HPV, che dona immunità pressoché totale (oltre il 98% di tutti i cicli vaccinali completi) per i genotipi specifici causanti la condilomatosi.

La vaccinazione è, in Italia, gratuita per tutti i ragazzi e le ragazze entro il 18° anno d’età, mentre ha un costo modico per tutti gli adulti.

La vaccinazione è l’unica protezione pressoché totale per il virus dell’HPV capace di scatenare la condilomatosi: si presume che se se almeno il 70-75% di tutti i soggetti sessualmente maturi si vaccinassero, il Papillomavirus sarebbe praticamente eradicato in pochi mesi.

La vaccinazione protegge indistintamente uomini e donne, sia le parti attive che quelle passive del rapporto sessuale.

Come si possono curare i condilomi del pene e dei genitali?

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Se per l’infezione da HPV in sé non vi è ancora una cura antivirale specifica, non considerando la vaccinazione preventiva, esistono numerose cure mediche e chirurgiche per eradicare i condilomi.

L’asportazione o la distruzione dei condilomi è sempre raccomandata, per tre validi motivi:

  • Sono lesioni altamente infettive, in cui la carica virale è davvero elevata, e il paziente è quindi propagatore d’infezione a soggetti sani;
  • Per la loro alta infettività, i condilomi possono provocare auto-inoculazione, perpetuando dunque l’infezione ed ampliandola;
  • Sebbene in rari casi, la presenza per lunghi periodi del virus HPV nelle cellule epiteliali può causare una modifica delle stesse, e l’inizio di una neoplasia

Per questi motivi, dunque, solitamente il Medico suggerisce sempre di trattare i condilomi, e nel più breve tempo possibile.

Attualmente, esistono le seguenti soluzioni terapeutiche per eliminare le lesioni condilomatose del pene e dello scroto:

Escissione a lama fredda, effettuata col tradizionale bisturi

Una tecnica utilizzata per ampie zone infette, ad esempio in caso di diffusi condilomi sul prepuzio, efficace ma che lascia inevitabili cicatrici, e dunque usata solo in determinati casi.

Spesso è accoppiata alla diatermocoagulazione con un ago elettrico;

Vaporizzazione con il laser CO2

Un fascio di luce amplificata e focalizzata in un punto ben definito, capace di bruciare e distruggere con precisione l’epitelio, e con esso i condilomi.

Ha il vantaggio che, essendo un trattamento sostanzialmente termico, la ferita viene subito cauterizzata;

Vaporizzazione con lancia al plasma

Un arco elettrico molto potente, che ionizza l’aria tra un ago emettitore e l’epitelio, facendo vaporizzare all’istante quest’ultimo, e distruggendo dunque i condilomi.

Come il laser, cauterizza immediatamente le ferite, e non lascia cicatrici evidenti;

Crioterapia con azoto liquido

Un getto di azoto liquido che congela immediatamente il condiloma, provocandone dunque la necrosi controllata e la successiva caduta;

Distruzione chimica con agente antitumorale a base di podofillina

Una soluzione topica, applicabile in crema, che distrugge le cellule tumorali, e che quindi ha effetto anche sui condilomi (che sono, in effetti, lesioni pre-tumorali);

Diatermocoagulazione con ago elettrico

Un elettrobisturi con elettrodo a punta che cauterizza e distrugge le cellule infette dei condilomi, spesso utilizzato dopo l’escissione chirurgica

Come in molte altre terapie che prevedono ampia scelta di tecnica, anche per l’eliminazione dei condilomi non ve n’è una migliore dell’altra: è il Chirurgo che, considerata la posizione anatomica delle lesioni e della condizione clinica del paziente, propende per l’una o l’altra tipologia.

Va ricordato che, a prescindere dalla tecnica utilizzata dal Chirurgo, lo scopo primario dell’intervento è quello di eliminare i condilomi evitando però inutili cicatrici e dolore post-intervento al paziente.

È vero che i condilomi sul pene e sui genitali possono recidivare?

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Sì, la recidiva dei condilomi genitali è sempre possibile, a prescindere dall’utilizzo specifico di una tecnica di eradicazione.

Questo perché, anche con la migliore tecnica chirurgica possibile, vi è sempre il rischio che l’asportazione o la distruzione dei condilomi abbia lasciato delle singole cellule infette dal virus HPV, non visibili ad occhio nudo, neppure dopo il bagno con acido acetico.

Da queste singole cellule può originare una nuova espansione dell’infezione, e dunque nuovi condilomi.

La percentuale di recidiva dei condilomi varia, ma mediamente si attesta su circa il 33% dei casi, a prescindere dal trattamento utilizzato.

Come del resto anche il trattamento delle verruche volgari dei piedi - altra patologia causata da differenti genotipi di HPV - anche la cura dei condilomi del pene e dei genitali può essere lunga, e richiedere diverse sedute.

Questo non deve comunque scoraggiare o sfiduciare il paziente: alla lunga, tutti i trattamenti, anche combinati, riescono ad eradicare la sintomatologia, in attesa che il sistema immunitario, è bene ripeterlo, sconfigga l’infezione.

Consigli andrologici e urologici

Il virus del Papilloma umano (HPV) è un tipico virus opportunista, che predilige attaccare l'ospite quando le sue difese immunitarie sono particolarmente basse.

Ciò può accadere per tanti motivi: per una cura antibiotica particolarmente spossante, per una convalescenza post-operatoria, per una malattia pregressa, per un'immunodeficienza temporanea o cronica, ad esempio nel caso di una precedente infezione da HIV non adeguatamente trattata con idonea cura antivirale.

La maggior parte delle infezioni da HPV sono asintomatiche, ma nel caso di difese immunitarie compromesse, possono dare origine alla condilomatosi.

I condilomi sul pene possono ripresentarsi dopo molti mesi, oppure anche dopo molti anni dalla loro eradicazione?

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Sì, le lesioni condilomatose sono abbastanza imprevedibili, da questo punto di vista.

Anche se raramente, possono ripresentarsi dopo molti mesi, addirittura molti anni, dopo il loro trattamento.

In genere, il grosso delle recidive si ha dopo entro i primi tre mesi dall’eradicazione, ma questo non è una garanzia assoluta di stabilità.

Ecco perché il paziente, anche dopo la guarigione, è invitato a seguire un follow-up periodico, con un piano di controlli deciso dal Chirurgo Andrologo che lo ha in cura.

Sono affetto da condilomatosi del pene: dovrei far visitare anche la mia partner?

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Cancro del pene causato dalla degenerazione di condilomatosi

Sì, in caso di accertata condilomatosi del pene, è d’obbligo coinvolgere anche la propria partner stabile nella diagnosi e nei controlli, e/o avvertire anche le eventuali partner occasionali - se si hanno ancora rapporti con esse.

Questo perché l’infezione da HPV è particolarmente virulenta e, anche se spesso asintomatica in un soggetto in buona salute, potrebbe comunque aver scatenato, nella partner, una reazione condilomatosa interna alla vulva.

Il controllo ginecologico, in tal senso, fa sempre parte della buona profilassi, ed è parte integrante della terapia, anche per evitare il noto ‘effetto ping-pong’, con la re-infezione causata proprio dai rapporti con partner infetti, ma inconsapevoli.

Nel caso che si siano avuti rapporti sessuali anali con la partner o con il partner, è d’obbligo farle o fagli eseguire anche una visita proctologica, completa di proctoscopia.

Qual è il Medico che può diagnosticare e curare i condilomi del pene e dei genitali?

La condilomatosi del pene e dei genitali maschili rientra in varie specializzazioni della Medicina, tra esse l’Urologia - e la derivata Andrologia - nonché la Dermatologia.

È dunque possibile rivolgersi al Medico Urologo, al Chirurgo Andrologo (che esso stesso è un Urologo, ma perfezionato nelle patologie prettamente maschili) o anche ad un Medico Dermatologo.

A prescindere dalla specialistica del Medico, è molto più rilevante la sua esperienza nel trattamento dei condilomi e, vale la pena ricordarlo, anche la sua eventuale bravura manuale come Chirurgo, nel caso vi sia bisogno d’intervenire chirurgicamente per la loro eradicazione.

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Quindi ricorda che...
  • Il virus HPV è un virus occasionale, dermatologico, che affligge da millenni l’Homo Sapiens;
  • Il virus HPV è chiamato anche Papillomavirus umano, ed è l’agente eziologico dell’eruzione delle lesioni note come condilomi;
  • I condilomi sono delle lesioni solitamente carnose e dai bordi frastagliati, reazione ultima del corpo all’infezione da HPV;
  • La maggioranza delle infezioni da HPV sono del tutto asintomatiche, ma in caso di immunodeficienza dell’ospite, il sistema immunitario non riesce a contenere la replicazione del virus, e si difende confidandolo verso l’esterno del corpo, formando i condilomi;
  • I condilomi ano-genitali possono manifestarsi sul pene, sul glande, sullo scroto, sulla zona perianale e nel canale anorettale, e sono differenti dalle lesioni note come verruche comuni;
  • Esistono oltre 120 tipi di virus HPV, alcuni di essi in grado di dare origine a condilomi estremamente pericolosi, poiché capaci di trasformarsi, seppur in rari casi, in tumore;
  • I condilomi sono considerati delle vere e proprie lesioni pre-tumorali, e pertanto devono essere rimossi il prima possibile;
  • Non vi è, al momento, una terapia specifica per l’infezione da HPV, ma è disponibile un efficace vaccino che dona l’immunità pressoché totale ai ceppi virali che causano i condilomi;
  • Esistono svariate tecniche di rimozione dei condilomi, e la loro asportazione è sempre consigliata per ridurre la carica virale dell’ospite e per eliminare possibili cellule infette che, anche se raramente, possono degenerare col tempo in un carcinoma;
  • Sul pene, i condilomi tendono a comparire principalmente sul glande e sul meato dell’uretra, ma possono comunque manifestarsi ovunque, anche sull’asta, sullo scroto e sulla zona perineale e perianale;
  • La prevenzione della condilomatosi si basa sulla protezione durante i rapporti sessuali, sulla moderazione dei rapporti promiscui, sulla buona igiene pre e post rapporto e, soprattutto, sulla vaccinazione;
  • I condilomi del pene, se non rimossi, sono la prima causa dell’insorgenza del carcinoma del pene

Avviso deontologico medico
Nota deontologica

L'Andrologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.

Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Andrologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.

Come branca della Medicina, l'Andrologia è estensione naturale dell'Urologia, cioè la specialistica che studia e cura tutte le patologie del tratto uro-genitale umano, con una mirata predilezione per le affezioni squisitamente maschili.

Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Andrologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale sulle patologie prettamente maschili.

Il Dott. Massimo Capone, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, tiene dunque a precisare che egli è un Medico Chirurgo Specialista in Urologia, e perfezionato poi Andrologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.

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Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Massimo Capone il giorno:

martedì 30 luglio, 2024

Il Dott. Massimo Capone è un Medico Chirurgo Andrologo, specializzato in Urologia e perfezionato in Chirurgia Andrologica.

Sin dal suo percorso accademico, il Dottore si è focalizzato sulle problematiche relative alla sessualità maschile, sulla chirurgia plastica e ricostruttiva dei genitali maschili, sulla chirurgia protesica del pene nonché sui disturbi della fertilità.

Competente, affidabile, cordiale, chiaro ed esauriente nel rispondere alle domande, il Dott. Massimo Capone ha introdotto, tra i primi in Italia, il protocollo rigenerativo dei tessuti dei corpi cavernosi del pene basato sulle onde d'urto a bassa intensità.

Nei suoi studi di Trieste, Padova-Pozzonovo, Treviso-Carbonera, Cervignano del Friuli e Galatone  (Lecce), il Dottore aiuta ogni giorno decine di pazienti affetti da debilitanti e psicologicamente spossanti disfunzioni sessuali come la disfunzione erettile, l'eiaculazione precoce, il calo della libido, l'infertilità maschile e la complessa riabilitazione post-prostatectomia radicale. 

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