Sei nato con un pene congenitamente ‘storto’, cioè ricurvo, o verso il basso o verso la parte laterale?
L’incurvamento congenito del pene è una malformazione non dovuta ad evento accidentale, come ad esempio accade nella malattia di La Peyronie, ma è un difetto già presente alla nascita, che solitamente diviene ben evidente durante la maturazione sessuale.
In alcuni casi, l’incurvamento non dà grosse problematiche durante i rapporti sessuali e, in generale, non influenza la capacità erettile del pene ma, quando l’angolo di curvatura supera una certa ampiezza, può diventare una vera e propria condizione patologica che rende impossibile una vita sessuale normale.
Scopri che cos’è l’incurvamento congenito del pene, e qual è la tecnica chirurgica d’elezione che può risolverlo.
Che cosa è l’incurvamento congenito del pene?
L’incurvamento o recurvatum congenito del pene è una condizione fisiologica, dovuta nella maggior parte dei casi a una asimmetria di sviluppo dei corpi cavernosi del membro, che provoca più frequentemente una deviazione laterale o verso il basso (ventrale) del pene.
Si tratta, a differenza della malattia di La Peyronie, di una condizione fisiologica anomala, ma non necessariamente patologica.
Difatti, incurvamenti sino a 45° possono essere compatibili con la penetrazione e non richiedere una correzione chirurgica, che diviene invece indispensabile per incurvamenti maggiori.
Tuttavia, in soggetti giovani, anche a causa delle caratteristiche anatomiche della partner, incurvamenti non particolarmente severi possono essere causa di ostacolo meccanico alla penetrazione.
Infine, non è raro che, oltre alla disfunzione meccanica, dalla malformazione anatomica derivi un autentico disagio psicologico, noto con il termine di dismorfofobia peniena.
Perché i corpi cavernosi del pene si deformano?
Il pene umano, cioè l’organo uro-genitale del maschio dell’Homo Sapiens, al contrario di altri mammiferi non è dotato di un osso penieno (il baculum), che ne regola l’erezione.
Il meccanismo erettile umano è basato non su un allungamento osseo, ma su un sistema idraulico.
Il tessuto interno del pene, enormemente elastico, è formato da due cilindri paralleli, chiamati corpi cavernosi.
Questi cilindri hanno una struttura ‘a spugna’: in fase di rilassamento tale struttura è morbida e ritratta, mentre durante l’eccitazione sessuale, dovuta a complessi sistemi chimico-ormonali, le arterie peniene irrorano i corpi cavernosi di una grande quantità di sangue.
Tutto questo sangue gonfia i tessuti dei cilindri, che dunque divengono duri e permettono l’erezione del membro.
A rapporto finito, il sangue defluisce fuori dai corpi cavernosi, riportando il pene alla posizione flaccida di riposo.
In condizione di normalità, i due cilindri dei corpi cavernosi sono di misura eguale: questo vuol dire che, riempiendosi di sangue, essi si gonfiano si induriscono allo stesso modo, parallelamente, rendendo il pene dritto, lievemente puntato verso l’alto per favorire la penetrazione meccanica.
L’incurvamento del pene si manifesta quando:
- Uno dei due corpi cavernosi è dissimile dall’altro, cioè più corto o più lungo, a seconda di come si voglia considerare (incurvamento laterale);
- I corpi cavernosi del pene non sono perfettamente cilindrici e diritti, ma sono dismorficamente curvati verso il basso (incurvamento ventrale)
Questa dismorfia può rendere l’erezione del pene non diritta, ma per l’appunto, incurvata, o verso il basso o verso la laterale (destra o sinistra).
Ciò può diventare un problema durante la penetrazione, poiché il canale vaginale femminile è lievemente incurvato verso l’alto, per accogliere fisiologicamente un pene sostanzialmente dritto, anch’esso lievemente incurvato verso l’alto.
Solitamente, incurvamenti del pene dorsali fino a 45° possono ancora essere compatibili con la penetrazione, e dunque non richiedere correzione chirurgica.
Questo perché il canale vaginale femminile è naturalmente curvato verso l'alto, per meglio raggiungere l'utero.
Quando però l'incurvamento è ventrale (verso il basso) o laterale, 45° già possono risultare troppi per permettere la penetrazione.
Mediamente, incurvamenti laterali massimi prima della correzione chirurgica sono inferiori ai 30°, dopodiché vi è quasi sempre la necessità dell'operazione di raddrizzamento.
Quando si manifesta l’incurvamento del pene?
L’incurvamento congenito del pene è sempre presente nel soggetto, poiché è una malformazione congenita, quindi già in essere alla nascita.
Tuttavia, il paziente si accorge effettivamente dell’incurvamento anomalo durante l’adolescenza, cioè alle prime erezioni dovute all’inizio della massiccia attività ormonale.
Quando è necessario correggere l’incurvamento del pene?
durante il rapporto penetrativo, è necessario che il pene abbia forma dritta e consistenza rigida
L’intervento di correzione dell’incurvamento congenito del pene viene chiamato corporoplastica, ed è un intervento considerato di alta Chirurgia Urologica.
Lo scopo della corporoplastica è quello di correggere l’anomala curvatura peniena, permettendo al pene di tornare dritto e permettere dunque al paziente una normale attività sessuale.
Va necessariamente fatto notare che non tutti gli incurvamenti del pene necessitano di corporoplastica: difatti, incurvamenti solitamente inferiori ai 45° gradi possono ancora essere grossomodo compatibili con l’accoppiamento penetrativo, e dunque evitare al paziente la Chirurgia.
La corporoplastica è invece necessaria in due occasioni:
- Quando la penetrazione è resa difficoltosa o impossibile a causa dell’eccessivo angolo di curvatura;
- Quando la curvatura del pene, per quanto compatibile con la penetrazione, sia causa di disagio psicologico (dismorfofobia)
Come si corregge l’incurvamento congenito del pene?
intervento di corporoplastica
La corporoplastica è un intervento di alta Chirurgia urologica, specialità dunque dell’Urologia.
Le tecniche chirurgiche utilizzate per la correzione dell’incurvamento congenito sono tutte derivate dall’originale intervento proposto nel 1965 dal Dott. Reed M. Nesbit, considerato il padre della moderna Chirurgia Urologica.
Queste tecniche di vera e propria Chirurgia Plastica Genitale si basano sul principio di pareggiare la lunghezza del lato convesso (più lungo) con quello concavo (più corto) dei corpi cavernosi.
L’accorciamento del lato convesso che può essere ottenuto con l’asportazione di ellissi del tessuto di contenimento dei corpi cavernosi (tonaca albuginea), e successiva sutura dei bordi (metodo Nesbit), con incisioni longitudinali dei corpi cavernosi suturate trasversalmente (metodo Yachia), con plicature multiple dei corpi cavernosi (metodo Lue).
Conseguenza inevitabile di tutte le tecniche di correzione dell’incurvamento congenito è l’accorciamento del pene, la cui misura finale può essere facilmente calcolata misurando il lato corto del pene.
Allo scopo di dimezzare l’entità dell’accorciamento del pene è a volte proposto l’allungamento del lato più corto, con un innesto di tonaca albuginea prelevato dal corpo cavernoso opposto, ma la tecnica, più complessa rispetto alle precedenti, ha un’indicazione clinica statisticamente limitata.
Un’altra tecnica di allungamento viene eseguita realizzando un’incisione nel punto di massima curvatura del pene, modellando lo spazio creato fino a che esso non acquisisca una forma rettangolare o trapezoidale, abbastanza pronunciata da rendere il corpo cavernoso più corto grossomodo eguale e parallelo al suo gemello più lungo.
Lo spazio creato viene poi ricoperto da un tessuto di origine animale - solitamente, dal pericardio bovino - che, guarendo, renderà i due corpi cavernosi di lunghezza eguale.
Questa tecnica è, tuttavia, raramente utilizzata per la correzione dell’incurvamento congenito.
Queste tecniche di allungamento consentono, almeno in parte, di recuperare la lunghezza persa del pene, e in più del 90% dei casi permettono un ritorno alla normale penetrazione durante il rapporto sessuale.
Nel caso che il paziente, oltre che un’incurvamento del pene, soffra anche di un’incapacità erettile di tipo funzionale - ad esempio, dovuta ad una prostatectomia oppure al diabete mellito - alla corporoplastica può essere associato l’impianto di una protesi peniena, indispensabile per ripristinare un’ottimale erezione e, di conseguenza, l’idoneità alla penetrazione.
Qualsiasi sia la tecnica utilizzata dal Chirurgo Andrologo per la correzione dell’incurvamento del pene, essa deve obbligatoriamente essere rispettosa dei tessuti sani del paziente, avere caratteristiche di durabilità nel tempo - essere definitiva - e, in sostanza, migliorare la qualità della vita sessuale del soggetto.
La corporoplastica è l'intervento di raddrizzamento del pene curvo, ed è un intervento di alta Chirurgia Plastica Genitale.
Lo scopo della corporoplastica è riportare il pene ad una giusta forma pressoché dritta, non intaccando però le sue capacità d'erezione e, ovviamente, la sensorialità.
Vi sono essenzialmente due tipi di corporoplastica, che mirano o ad accorciare la parte più lunga dei due corpi cavernosi malformati oppure ad allungare, con inserimento di graft bio-compatibili, quella più corta.
Non sempre il secondo tipo di intervento è però possibile, e la valutazione deve essere attentamente fatta dal Chirurgo Andrologo durante la visita preparatoria.
Come si esegue l’intervento di correzione dell’incurvamento del pene?
L’intervento di corporoplastica può essere eseguito in anestesia locale o generale, e la dimissione avviene normalmente in giornata o comunque entro le 24 ore.
Non è previsto eccessivo dolore post-intervento, e la sensazione di fastidio ed indolenzimento del pene può essere tenuta sotto controllo con l’assunzione di comuni antidolorifici.
Il paziente può tornare all’attività lavorativa di concetto dopo circa 48 ore di lieve riposo.
La ripresa dell’attività sessuale è possibile dopo un periodo di 5 settimane.
La correzione dell’incurvamento del pene compromette la funzionalità erettile?
No, nella maniera più assoluta, anzi: la corporoplastica è una tecnica chirurgica sviluppata proprio per migliorare e normoformare la funzionalità erettile del pene e, di conseguenza, la vita sessuale del paziente.
La correzione dell’incurvamento del pene può anche essere abbinata all’allungamento del membro?
No: la corporoplastica, sia di accorciamento che allungamento della malformazione del corpo cavernoso dismorfico, non è una tecnica di falloplastica, cioè di allungamento del pene.
Lo scopo della corporoplastica è quello di ottenere un’erezione dritta e congrua alla penetrazione, ripristinando - o garantendo per la prima volta - una forma erettile del pene normale.
Non ha dunque scopi di allungamento dell’organo, oggetto della falloplastica e che, spesso, è una procedura chirurgica non necessaria, poiché frutto di concezioni sociali o disarmonie psicologiche proprie del paziente, ricorrenti sotto la condizione psichiatrica di dismorfofobia del pene.
C’è differenza tra la malattia di La Peyronie e l’incurvamento congenito del pene?
Sì, c’è differenza.
Anche se entrambe le condizioni causano al paziente lo stesso effetto, cioè l’incurvamento anomalo del pene, la causa di questa dismorfia è differente.
Mentre l’incurvamento congenito del pene è, per l’appunto, congenito, cioè causato da un difetto di formazione già in fase fetale, la malattia di La Peyronie è una patologia, solitamente causata da un trauma esterno, cioè un accadimento secondario, come si suol dire in ambito medico.
Nella malattia di La Peyronie, l’incurvamento dei corpi cavernosi è solitamente dato da un trauma che ha causano un tessuto cicatriziale e fibrotico all’interno del pene, e che dunque ne ha modificato l’originale anatomia e capacità erettile.
L’incurvamento congenito, invece, è per l’appunto una condizione malformativa presente già alla venuta al mondo.
Devo per forza ricorrere alla Chirurgia in caso di incurvamento del pene?
Non necessariamente.
Come detto in precedenza, non tutte le condizioni di recurvatum congenito sono incompatibili con la penetrazione sessuale.
Angoli di curvatura inferiori ai 45° possono ancora permettere la penetrazione, rendendo dunque opzionale la Chirurgia, a patto che il paziente accetti comunque, a livello psicologico, la sua condizione.
La Chirurgia diviene necessaria invece quando l’angolo di incurvamento è così ampio da rendere impossibile la penetrazione e, a volte, anche la piena erezione.
Come si diagnostica l’incurvamento congenito del pene?
L’incurvamento congenito del pene è immediatamente visibile, anche ad occhio non clinico, ma è diagnosticato con certezza durante una visita andrologica.
Al Chirurgo Andrologo basta la semplice visita clinica per constatare la dismorfia dei corpi cavernosi, ma ha bisogno di sapere se essa è causata da una malformazione congenita oppure dovuta ad un trauma (la malattia di La Peyronie).
Per stabilire questa natura, vi è dunque bisogno di un esame ecografico a corredo della visita, dove il Medico accerta la presenza di eventuale tessuto cicatriziale all’interno dei corpi cavernosi, causa scatenante la malattia di La Peyronie.
A chi bisogna rivolgersi per diagnosticare e trattare l’incurvamento congenito del pene?
intervento di corporoplastica
L’incurvamento congenito del pene è una competenza tipica dell’Urologia, cioè la branca della Medicina che studia e cura le disfunzioni dell’apparato uro-genitale umano.
Più nello specifico, la correzione del recurvatum congenito del pene è una specialità dell’Andrologia, cioè quella parte dell’Urologia che cura i problemi uro-genitali squisitamente maschili.
Il Medico a cui bisogna rivolgersi, in caso di sospetto incurvamento congenito del pene, è dunque il Chirurgo Andrologo, cioè un Medico Urologo perfezionato in Andrologia.
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Nessun articolo è stato scritto, anche parzialmente, da un'intelligenza artificiale generativa.
Quindi ricorda che...
- L’incurvamento congenito del pene è una malformazione di origine genetica, presente dunque già alla nascita del bambino;
- In situazioni di normalità, il pene umano è diritto, lievemente incurvato verso l’alto per meglio adattarsi al canale vaginale;
- L’erezione del pene è garantita da un meccanismo idraulico e dall’azione di due cilindri elastici e spugnosi, chiamati corpi cavernosi;
- Su eccitazione sessuale, il meccanismo dell’erezione fa irrorare di sangue arterioso i corpi cavernosi, che s’induriscono e permettono così la rigidità del pene;
- Il parallelismo e l’eguale lunghezza dei corpi cavernosi garantisce un pene diritto, senza curvature;
- Quando uno dei due corpi cavernosi è malformato, più lungo o più corto del suo gemello, il pene s’incurva;
- La malformazione dei corpi cavernosi può dare origine a incurvamenti dorsali, ventrali o laterali;
- Incurvamenti inferiori ai 45° possono ancora essere compatibili con la penetrazione, mentre incurvamenti severi spesso rendono impossibile l’atto sessuale penetrativo;
- Alcuni incurvamenti severi del pene non solo rendono impossibile la penetrazione, ma rendono quest’ultima anche dolorosa o, in casi gravi, impediscono addirittura l'erezione;
- L’unica cura possibile per l’incurvamento congenito grave è quella chirurgica, con un intervento di alta chirurgia andrologica ricostruttiva noto come corporoplastica;
- Vi sono vari tipi di corporoplastica, che essenzialmente mirano, entrambi, ad ottenere un nuovo parallelismo dei corpi cavernosi e una loro eguale lunghezza;
- Alcuni casi di incurvamento congenito del pene possono essere risolti anche ricorrendo all’impianto di protesi peniene
Nota deontologica
L'Andrologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.
Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Andrologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.
Come branca della Medicina, l'Andrologia è estensione naturale dell'Urologia, cioè la specialistica che studia e cura tutte le patologie del tratto uro-genitale umano, con una mirata predilezione per le affezioni squisitamente maschili.
Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Andrologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale sulle patologie prettamente maschili.
Il Dott. Massimo Capone, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, tiene dunque a precisare che egli è un Medico Chirurgo Specialista in Urologia, e perfezionato poi Andrologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Massimo Capone il giorno:
martedì 30 luglio, 2024
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