Senti spesso un dolore sordo ad un testicolo, unito da senso di pesantezza e vero e proprio fastidio al livello dello scroto?
Questa sensazione peggiora dopo che sei andato in palestra, oppure hai fatto sforzi fisici, oppure hai trascorso molte ore al lavoro in piedi oppure seduto?
C’è una patologia venosa specifica che colpisce il testicolo, abbastanza comune nella popolazione maschile e che, tra i tanti disturbi, spesso è una delle cause dell'infertilità.
Il varicocele è una delle tante manifestazioni della malattia venosa cronica, ma è una patologia localizzata proprio al testicolo, che viene danneggiato da questo vaso che si dilata in maniera abnorme.
Leggi questa pagina per scoprire che cos’è il varicocele, perché si manifesta, quali sono i suoi sintomi e quello che si può fare per curarlo.
Cos’è il varicocele?
In Andrologia, per varicocele s’intende l’ectasia, cioè il rigonfiamento anomalo del lume di un vaso venoso, nello specifico quello di una delle vene che drenano il sangue refluo dal testicolo, e che passano dentro lo scroto (parte del cosiddetto plesso pampiniforme).
Il varicocele è una delle tante manifestazioni di una patologia ancor più vasta, che in Medicina prende il nome di Malattia Venosa Cronica.
Dilatandosi e rigonfiandosi, la vena testicolare malata diviene contorta, tortuosa, danneggiata internamente per via della modifica irreversibile delle sue valvole dell’endotelio (la tonaca interna dei vasi venosi).
Senza più l’azione efficiente delle valvole di contenimento del reflusso venoso, il sangue refluo ristagna e ritorna indietro, causando un circolo vizioso di reflusso che crea una vera e propria stasi venosa, e che ha come manifestazione ben evidente proprio il varicocele.
Il varicocele è una delle patologie vascolari a carico dell’apparato genitale maschile più comuni: si stima che ne soffrirebbe circa il 15-20% della popolazione, specie i giovani uomini dai 12 ai 28 anni.
Sebbene il varicocele possa colpire sia le vene del plesso pampiniforme destro che di quello sinistro, è molto più frequente in quest’ultimo lato, poiché le vene che lo compongono hanno un percorso decisamente più tortuoso, che favorisce la formazione di ristagni ed ectasie nei soggetti predisposti.
Da cosa è causato il varicocele?
La causa esatta del varicocele non è ancora nota alla Medicina, ma è ormai acclarato che la patologia sia una delle tante manifestazioni sintomatiche dell’Insufficienza Venosa Cronica, cioè quella condizione, solitamente ereditata a livello familiare, di fragilità e poca elasticità dei tessuti interni delle vene.
Questa teoria d’origine della patologia trova conferma nella grande percentuale di casi di varicocele sviluppatesi proprio in età molto giovane, cioè quando i testicoli sono in formazione e dunque è massima la loro crescita e pressione, che può provocare, nei soggetti predisposti, la dilatazione anomala delle vene già carenti di adeguata elasticità per via della familiarità.
Ovviamente, non si eredita di per sé il varicocele, ma solo la qualità dei tessuti venosi e la loro elasticità, la cui scarsità è proprio la causa originante il varicocele.
Quanti tipi di varicocele esistono?
A livello medico, si definiscono due tipi di varicocele, distinti a seconda della loro origine: il varicocele idiopatico e il varicocele secondario.
Il varicocele idiopatico non ha un’origine precisa a livello clinico: compare spontaneamente e, anche se la sua origine è dipesa dalla fragilità dei tessuti venosi - ereditati a livello familiare - non si conoscono i fattori scatenanti che ne provocano l’insorgenza.
Tra le cause idiopatiche, è estremamente comune la compressione della vena renale sinistra da parte della pressione addominale che riduce e inverte il flusso ematico all’interno della vena gonadica, dilatando i vasi del presso pampiniforme e causando dunque il varicocele.
Il varicocele secondario, molto più raro di quello idiopatico, è invece dovuto ad una causa esterna che provoca un’iper-pressione sui vasi venosi del testicolo, esercitata da una massa.
Statisticamente, oltre il 95% di tutti i casi noti di varicocele è di tipo idiopatico, e affligge prevalentemente i ragazzi adolescenti, tra gli 11 e i 16 anni.
Quali sono i sintomi del varicocele?
La maggioranza dei casi di varicocele sono asintomatici, e il paziente quindi può passare anche tutta la vita senza sapere affatto di essere portatore dell’ectasia venosa testicolare.
I casi sintomatici di varicocele sono quindi una minoranza, ma danno origine a dei disturbi di varia intensità tipici della zona testicolare, che possono essere:
- Gonfiore anomalo del testicolo interessato dal varicocele (quasi sempre il sinistro);
- Presenza di vene dilatate e tortuose, ben palpabili e visibili sotto lo scroto;
- Pesantezza al testicolo, fastidio diffuso a livello dello scroto, che peggiora dopo una lunga giornata troppo in piedi o seduto;
- Dolore sordo e continuo al testicolo malato;
- Aumento di temperatura del testicolo affetto da varicocele;
- Infertilità
Quest’ultimo sintomo, che è poi la causa di circa il 30-40% dei casi di infertilità maschile, non è ancora riconducibile ad una causa scatenante certa ma, quando si manifesta è associato ad una significativa alterazione della qualità quantità di liquido seminale.
Va inoltre sottolineato che non tutti i sintomi tipici del varicocele sono presenti nello stesso paziente.
A volte il varicocele è una condizione completamente ignorata dal soggetto, che ne viene a conoscenza solo durante i test e gli esami per l’infertilità, unico sintomo reale della sua condizione patologica.
Il varicocele è una vera e propria varice, una delle tante manifestazioni cliniche di quella che viene definita, in ambito medico, Insufficienza Venosa Cronica.
L'Insufficienza Venosa Cronica è una predisposizione ereditaria, cioè decisa a livello genetico.
Ovviamente, non si ereditano le vene varicose, ma la qualità dei tessuti e della loro elasticità che, se poco presente, può causare nel tempo una deformazione dell'endotelio delle vene, e quindi una loro ectasia.
Il varicocele non è altro che una varice di una vena testicolare, quasi sempre sviluppatasi nel testicolo sinistro, che anatomicamente presenta un decorso venoso molto più tortuoso di quello destro.
Come si diagnostica il varicocele?
La diagnosi del varicocele è clinica ed è confermata da un esame EcoColorDoppler testicolare.
Già la visita urologica e la palpazione del testicolo affetto dalla varice mette sulla giusta strada il Medico, che trova conferma strumentale dell’ectasia grazie all’esame ecografico, in grado di stabilire con certezza l’estensione della dilatazione venosa e l’inversione del flusso ematico.
Può essere utile, a corredo clinico, anche l’esecuzione di uno spermiogramma, necessario per stimare l’eventuale calo di fertilità dovuto al varicocele.
Una nota da sottolineare nella diagnosi del varicocele è che questo è spesso diagnosticato proprio durante le indagini per l’infertilità maschile, di cui è la causa scatenante nel 30-40% dei casi.
Come si può curare il varicocele?
Il varicocele asintomatico non ha bisogno di terapie, mentre quello sintomatico, ad esempio quello non dolente ma che è causa dell’infertilità maschile, deve ovviamente essere corretto.
Allo stato attuale della Medicina e della Chirurgia, è impossibile ripristinare i tessuti malati e danneggiati della tonaca interna delle vene.
Esattamente come per le vene varicose, di cui è esso stesso una delle tante forme, il varicocele deve quindi essere risolto chirurgicamente, asportando o comunque chiudendo la vena malata che lo genera.
La Chirurgia Vascolare moderna è molto più precisa e meno traumatica del passato, in cui spesso si ricorreva a violenti stripping (autentici ‘strappi’ della vena malata, molto cruenti) del varicocele malato.
Le tecniche mini-invasive molto comuni per risolvere il varicocele sono ormai decisamente sicure, non dolorose e con rapido tempo di recupero.
Possono essere utilizzate sia tecniche chirurgiche che farmacologiche, a seconda dell’indicazione clinica e dell’estensione del varicocele.
Attualmente, le metodiche chirurgiche possibili per risolvere il varicocele sono essenzialmente quattro:
- La tecnica di sclerotizzazione anterograda della vena gonadica;
- La tecnica chirurgica di legatura selettiva delle vene dilatate poco al di sotto dell’inguine;
- La tecnica chirurgica in laparoscopia;
- La tecnica di embolizzazione/sclerotizzazione retrograda percutanea;
La tecnica sclerosante, definita più correttamente sclerotizzazione anterograda secondo Tauber, prevede la distruzione interna e la retrazione del varicocele, iniettando, direttamente nella vena malata, un apposito farmaco derivato dell’alcool, chiamato Atossisclerol.
Questo farmaco ha la caratteristica di aggrapparsi tenacemente alle pareti dell’endotelio della vena, provocando una vera e propria flebite chimica che la fa chiudere, ‘seccando’ di fatto il vaso.
La scleroterapia viene iniettata nel varicocele con una tecnica mini-invasiva: la vena malata viene esteriorizzata con una piccolissima incisione - che sarà pressoché invisibile una volta cicatrizzata - e viene poi sclerotizzata in più punti, sino alla sua completa chiusura.
La sutura è piccolissima - pochi punti - e il paziente può, anche in questo caso, ritornare alla vita di tutti i giorni praticamente da subito.
L’intervento dura una ventina di minuti, in regime di day hospital, con dimissione in qualche ora, e i tassi di guarigione sono davvero alti, se eseguito da mani esperte: circa il 98% dei casi trattati.
Per la sua mini-invasività e per la ripresa immediata, la tecnica sclerosante è, attualmente, l'intervento proposto generalmente come prima opzione per il varicocele.
La legatura selettiva prevede l’accesso alla vena malata del testicolo mediante un’incisione cutanea a livello sottoinguinale, a seconda dell’indicazione ritenuta più consona dal Chirurgo Andrologo.
La vena malata (o le vene malate) sono dunque legate e poi sezionate, e l’intervento è concluso con la sutura delle incisioni di accesso.
Essendo un intervento più complesso, la ripresa è più lenta: circa una settimana di riposo dal lavoro di concetto e minimo due settimane di astensione da ogni genere di sport.
La ripresa dell’attività sessuale è possibile dopo circa 5-6 settimane, mentre il miglioramento della qualità e della quantità di sperma, e dunque la riduzione dell’infertilità, avviene mediamente dopo circa tre-quattro mesi.
La tecnica in laparoscopia non prevede incisioni grandi come quelle della tecnica tradizionale, ma mini-tagli di circa un centimetro di lunghezza (solitamente, tre), necessari a far passare gli strumenti operatori e l’insufflatore di anidride carbonica (necessaria per dilatare l’interno dello scroto e permettere la visione agli operatori).
A livello pratico, non tenendo conto della differenza d’accesso con la tecnica tradizionale, si procede con gli appositi strumenti laparoscopici allo stesso modo: la vena viene legata, isolata e poi rimossa.
Questa tecnica, datosi che prevede piccolissimi tagli, ha un tempo di ripresa molto più veloce di quella tradizionale, e una ripresa più rapida dell’attività sessuale.
La tecnica di embolizzazione prevede invece la chiusura totale della vena malata per mezzo dell’inoculazione, direttamente nel vaso, di microscopiche spirali metalliche, assolutamente innocue per il resto del corpo.
Le spirati embolizzanti sono inoculate nel vaso malato del varicocele accedendo con un piccolo catetere, guidato ai raggi X, dalla vena del braccio o dell’inguine.
I risultati della terapia sono immediati, e datosi che la tecnica non prevede incisioni né suture, il paziente può tornare subito a casa e quasi immediatamente alla normale vita quotidiana.
È bene ricordare che, come del resto in molte altre patologie che hanno più opzioni di risoluzione chirurgica, non esiste un intervento migliore di un altro.
È sempre il Chirurgo Andrologo che, giudicato lo specifico caso clinico, sceglie il piano terapeutico migliore per il paziente.
A quale Medico bisogna rivolgersi per diagnosticare e curare un varicocele?
Il varicocele è una patologia di competenza sia della Chirurgia Vascolare che dell’Urologia, pertanto sia i Chirurghi Vascolari che i Medici Urologi o i Chirurghi Andrologi hanno la competenza e la conoscenza necessaria per diagnosticare ed intervenire, anche chirurgicamente, per la risoluzione di questa peculiare varice testicolare.
Va ricordato che, essendo la risoluzione del varicocele obbligatoriamente chirurgica (sia attraverso legatura e sezione oppure per scleroterapia), il Medico, a prescindere dalla sua specializzazione, deve comunque avere una grande competenza ed abilità come Chirurgo.
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Quindi ricorda che...
- Il varicocele è una varice di una vena testicolare, parte del cosiddetto plesso pampiniforme dei testicoli;
- Non è ancora nota la causa esatta della formazione della varice di una vena testicolare, ma essa si presenta quasi sempre sul testicolo sinistro, la cui rete venosa è molto più tortuosa e complessa di quella del gemello destro;
- Solitamente il varicocele colpisce ragazzi e giovani uomini, in piena età dello sviluppo o appena dopo l’adolescenza;
- Nella maggior parte dei casi, il varicocele è asintomatico, ed è diagnosticato durante l’indagine per altre sospette patologie, come ad esempio l’infertilità;
- L’infertilità causata dal varicocele è la complicanza maggiore della varice, ed è presente in circa il 40% di tutti i casi di infertilità maschile;
- altri sintomi tipici del varicocele possono essere dolore sordo e pesantezza testicolare, una varice ben evidente sullo scroto ed aumento di temperatura dello stesso;
- Non c’è una prevenzione specifica per il varicocele, poiché non si conosce ancora l’esatta natura dell’insorgenza della varice;
- Il varicocele asintomatico non ha bisogno di trattamento, che invece è richiesto per il varicocele sintomatico o che sta causando infertilità;
- La varice del varicocele e la presenza di sangue refluo al suo interno aumentano la temperatura della vena che, a sua volta, uccide gli spermatozoi prodotti dai testicoli, da cui l’infertilità;
- La cura per il varicocele è esclusivamente chirurgica, ed è praticata modernamente con un piccolo intervento ambulatoriale, basato sulla scleroterapia
Nota deontologica
L'Andrologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.
Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Andrologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.
Come branca della Medicina, l'Andrologia è estensione naturale dell'Urologia, cioè la specialistica che studia e cura tutte le patologie del tratto uro-genitale umano, con una mirata predilezione per le affezioni squisitamente maschili.
Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Andrologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale sulle patologie prettamente maschili.
Il Dott. Massimo Capone, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, tiene dunque a precisare che egli è un Medico Chirurgo Specialista in Urologia, e perfezionato poi Andrologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Massimo Capone il giorno:
martedì 30 luglio, 2024
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Sin dal suo percorso accademico, il Dottore si è focalizzato sulle problematiche relative alla sessualità maschile, sulla chirurgia plastica e ricostruttiva dei genitali maschili, sulla chirurgia protesica del pene nonché sui disturbi della fertilità.
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