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Il diabete mellito e i danni che comporta alla sfera sessuale

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Il diabete mellito e i danni che comporta alla sfera sessuale

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Il diabete mellito, caratterizzato da un alterato metabolismo degli zuccheri, è una malattia cronica molto frequente della quale la disfunzione erettile è una della più importanti complicanze a lungo termine.

Fortunatamente, la moderna Medicina può fare molto per minimizzare o ridurre i problemi di disfunzione erettile nei pazienti diabetici, ma per farlo è necessario rivolgersi al giusto Medico.

Leggi questa pagina per sapere che cos’è il diabete mellito e qual è la sua profonda interazione con la disfunzione erettile, nonché quello che si può fare per contrastarla.

Cos’è il diabete mellito?

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L'incapacità del corpo di metabolizzare gli zuccheri è la causa originaria del diabete mellito

Il diabete mellito - dal greco antico διαβαίνειν, cioè ‘passare attraverso e dal latino mel, cioè miele, dolce - è una patologia endocrina cronica, causata da una disfunzione dei meccanismi di produzione e/o metabolismo dell’ormone insulina, prodotto dal pancreas.

Tale disfunzione rende incapace l’organismo di controllare adeguatamente i livelli di glucosio (zucchero) del sangue, causando sbalzi imprevedibili degli stessi, che prendono il nome di iperglicemia, quando troppo elevati, e ipoglicemia, quando invece in drastico ed improvviso calo.

Questa condizione, cronica e degenerativa, lentamente danneggia ogni tessuto del corpo, giacché alti livelli di glucosio nel sangue causano una serie impressionante di danni collaterali a pressoché ogni tipo di cellula, causando dunque una lunga serie di serie patologie, tra cui un lento la costante peggioramento del sistema cardiovascolare, urologico e neurologico.

Il diabete mellito è una condizione nota all’essere umano e alla Medicina da millenni: dei suoi sintomi tipici ne erano già a conoscenza i Medici egizi nel XVI secolo a.C., mentre le prime testimonianze storiche della Medicina occidentale sono a noi pervenute grazie al lavoro del Medico Areteo di Cappadocia, vissuto a Roma nel I secolo a.C.

Il grande Medico di origine greca, che con la classificazione medica moderna potremmo definire un Gastroenterologo e Endocrinologo - a lui si deve infatti la prima diagnosi precisa della celiachia - descrisse con mirabile accuratezza i sintomi tipici dei malati diabetici, tra cui l’eccessiva produzione di urine, avente tutte un sapore dolciastro.

Il termine ‘mellito’ è difatti mutuato dal modo in cui i Medici del passato eseguivano la diagnosi del diabete, letteralmente assaggiando le urine dei pazienti.

Il diabete venne definitivamente classificato come patologia endocrina nel 1921 grazie al lavoro dei ricercatori canadesi Frederick Grant Banting (1891 -1941) e  Charles Herbert Best (1899 -1978) che scoprirono l’insulina e il suo meccanismo d’azione di controllo dei glucosio nel sangue.

Fino al 1922, la condizione dei pazienti diabetici era pressoché senza speranza: la loro aspettativa di vita era bassissima, se giovani, mentre se già adulti andavano incontro ad una lunga serie di patologie associate alla condizione diabetica, che difficilmente li facevano invecchiare.

Il 23 gennaio del 1922 fu iniziata con successo la somministrazione dell’insulina di sintesi, che apri definitivamente la strada alla Diabetologia e alla terapia farmacologica per il diabete.

Da cosa è causato il diabete?

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Il diabete è causato da una disfunzione endocrina dell’organismo, che diviene incapace di produrre a sufficienza oppure metabolizzare con efficacia l’insulina, cioè l’ormone prodotto dal pancreas che regola i livelli di glucosio nel sangue.

Il glucosio è un carboidrato di base - uno zucchero semplice - fondamentale per i processi metabolici umani, in quanto è proprio da quella molecola che il nostro corpo prende energia chimica, necessaria per permettere la sussistenza biologica.

Il glucosio, ingerito mediante il nutrimento, viene assorbito dall’intestino e processato chimicamente dal fegato, ed utilizzato per produrre una molecola chiamata ATP (adenosintrifosfato).

Grazie alla circolazione arteriosa, le molecole di ATP e di ossigeno vengono inviate ad ogni cellula del corpo, dove i mitocondri le useranno per ricavare l’energia necessaria al sostentamento della cellula (respirazione cellulare).

Per quanto dunque necessario alla nostra sopravvivenza, elevati livelli di glucosio libero nel sangue sono però dannosi per i nostri tessuti, soprattutto quelli vascolari.

Oltre un certo limite, la presenza massiccia di glucosio nel sangue causa infatti danni non solo ai vasi arteriosi, che si deformano e diventano via via più ‘stretti’ (aterosclerosi diabetica), ma anche a pressoché qualsiasi altro tessuto del corpo.

A lungo andare, il diabete mellito non adeguatamente corretto mediante l’opportuna terapia fa quindi passare sempre meno sangue ossigenato ai tessuti, causando una corposa serie di patologie correlate, quasi tutte gravi od estremamente invalidanti.

La disfunzione erettile è proprio una di queste patologie possibili, e la statistica ci dice che, specie nei pazienti over 50, è addirittura uno dei sintomi iniziali della malattia nel 12% dei casi.

Quanti tipi di diabete esistono?

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il pancreas, la ghiandola che produce e secerne l'insulina

Il diabete mellito non è una patologia monolitica, dall’eziologia certa e sempre ben chiara.

A livello Medico, si stabilisce la diagnosi di diabete quando, in generale, il metabolismo del paziente non riesce a regolare autonomamente e con efficacia i livelli di glucosio del sangue, e ciò accade sempre per un deficit oppure un’alterazione del meccanismo dell’insulina.

A seconda dunque della causa di questo deficit insulinico, la Medicina ha classificato svariati tipi di diabete:

  • Diabete di tipo 1, in cui il pancreas del paziente è essenzialmente incapace di sintetizzare e rilasciare l’ormone insulina.

    È una forma di diabete rara, la cui origine è molto probabilmente genetica, e il motivo di questa assenza di insulina è dovuto al fatto che il sistema immunitario stesso del paziente attacca l’ormone, distruggendolo e quindi impedendone il rilascio nel sangue.

    Il diabete di tipo 1 è quindi una vera e propria patologia autoimmune, e si manifesta quasi sempre già dalla più tenera età.

    In tutto il mondo, questo tipo di diabete affligge circa il 10% di tutti i pazienti diabetici;

  • Diabete di tipo 2, in cui il pancreas del paziente produce poca insulina, insufficiente per regolare opportunamente i livelli di glucosio, oppure vi è una decisa resistenza dei tessuti del corpo alla sua azione (la nota insulino-resistenza).

    Questo tipo di diabete mellito è largamente il più diffuso tra la popolazione, e si stima che comprenda circa il 90% di tutti i casi di diabete.

    Può comparire ad ogni età ma solitamente si manifesta dopo i 40 anni, quasi sempre accompagnato da fattori scatenati quali l’obesità, la sedentarietà, una dieta scorretta e troppo ricca di zuccheri, ecc.;

  • Diabete gestazionale, una tipologia di diabete transitoria che colpisce solo le donne gravide

Tutti i tipi di diabete comportano danni ai tessuti del corpo, se non adeguatamente corretti con la giusta terapia farmacologica.

Nel caso della disfunzione erettile, essa è un sintomo sia del diabete di tipo 1 che di tipo 2, ed è causata proprio dal danneggiamento dei vasi arteriosi che croniche alte quantità di glucosio causa sul lungo periodo.

Tale danneggiamento è solo parzialmente limitato dalla moderna terapia farmacologica, che sicuramente ha migliorato moltissimo le condizioni di vita dei pazienti ma che non è ancora in grado di eliminare del tutto la lenta, ma progressiva, angiopatia diabetica.

L’angiopatia diabetica: la vera causa della disfunzione erettile nei pazienti diabetici

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i corpi cavernosi del pene, assieme all'uretra (in blu)

In Medicina, per disfunzione erettile s’intende la ridotta o totale incapacità del soggetto di iniziare e mantenere una buona erezione del pene, atta a procedere con un rapporto sessuale completo di tipo penetrativo.

La disfunzione erettile, popolarmente - ma impropriamente - chiamata impotenza sessuale è una condizione patologica che può avere molte cause originanti, sia psicologiche che organiche.

Nel caso dei pazienti diabetici, essa è considerata un sintomo diretto della patologia, ed è presente con una percentuale variabile dal 15% circa nei pazienti under 40 e ben il 60% nei pazienti 50 -70enni.

Tuttavia, datosi che spesso molti pazienti diabetici, per tabù personali o paura di essere stigmatizzati, non riporta al proprio Medico la reale condizione, è plausibile che tali numeri siano ancora più elevati.

La disfunzione erettile è causata da un effetto fisiologico che il diabete mellito, specie se non diagnosticato e trattato per tempo con l’opportuna terapia farmacologica, ha sui tessuti dei vasi arteriosi del corpo.

Com’è noto, il sistema arterioso è uno dei tre grandi sistemi idraulici del nostro organismo: assieme al sistema venoso e a quello linfatico , compone il più complesso sistema circolatorio umano, del tutto uguale a quello di ogni altro mammifero.

Il sistema arterioso, per mezzo dell’aorta, cioè il grande vaso principale, invia sangue ossigenato e nutrimento ad ogni cellula del corpo, che sopravvive per mezzo della respirazione cellulare proprio grazie al ricevimento costante di ATP e ossigeno.

Dall’aorta, si diramano i grandi vasi principali, ad esempio le arterie iliache e le femorali, oppure i tronchi sovra aortici - come le arterie carotidi - che a loro volta poi si ramificano in una fitta rete arteriosa composta da vasi sempre più piccoli, chiamati arteriole.

Le arteriole più piccole in assoluto sono chiamate Vasa vasorum, e sono quelli che nutrono le terminazioni nervose del corpo.

Elevati e cronici livelli di glucosio nel sangue, non adeguatamente ridotto per mezzo dell’insulina, danneggiano la struttura fisica delle arterie, sia grandi che piccole, deformandone l’endotelio - il tessuto interno dei vasi sanguigni - e facendole essenzialmente ridurre di diametro.

Più si riduce il diametro del vaso, meno sangue passa.

Meno sangue passa, meno ossigeno e nutrimento arriva ai tessuti.

Quando un’arteria si riduce di diametro viene chiamato, in gergo medico, sclerotizzazione, ed è un fenomeno che, nei casi gravi, causa la morte dei tessuti a cui il sangue ossigenato non riesce più ad arrivare (necrosi).

Il diabete è una delle cause scatenati dell’aterosclerosi, cioè la progressiva riduzione del diametro delle arterie.

Questa vera e propria patologia è chiamata angiopatia diabetica: quando affligge i grandi vasi arteriosi viene definita macroangiopatia diabetica, mentre quando si accanisce sui piccoli vasi, come ad esempio i Vasa vasorum, viene chiamata microangiopatia diabetica.

La microangiopatia diabetica è una condizione grave per il paziente, poiché porta, alla lunga, alla sclerosi totale dei Vasa vasorum che nutrono i nervi, causandone dunque l’occlusione completa e, di conseguenza, l’insensibilità sensoriale, specie agli arti inferiori.

Il meccanismo d’erezione del pene umano, al contrario di quello di altri mammiferi, non è dipeso da un osso, bensì dal riempimento di due cilindri specifici, all’interno dell’asta del membro, chiamati corpi cavernosi.

In presenza di adeguato stimolo eccitativo, a sua volta governato dall’ormone testosterone - ma anche da altri fattori psicologici - le arterie peniene, cioè i vasi che riforniscono di sangue ossigenato il pene, immettono grandi quantità di sangue nei corpi cavernosi, che così si gonfiano, indurendo l’organo riproduttivo.

L’angiopatia diabetica, agendo sistematicamente su tutti i vasi arteriosi del corpo, di conseguenza danneggia anche le arterie peniene e i corpi cavernosi, che dunque divengono meno efficienti nella loro espansione ematica.

A ciò si può aggiungere anche l’occlusione dell’arteria iliaca interna, che vascolarizza tutti i vasi pelvici, comprese le arterie peniene, che possono dunque divenire ancora meno irrorate.

Il risultato è che il paziente, anche se ben eccitato e con i giusti stimoli sensoriali, comincia ad avere difficoltà ad iniziare e mantenere una buona qualità di erezione, a volte anche solamente sufficiente ad iniziare, e non solo far proseguire, il rapporto.

La disfunzione erettile causa dal diabete è cronica e, se non trattata con l’opportuna terapia farmacologica, progressiva e degenerativa: il diabete non solo riduce il diametro dei vasi, ma deforma anche gli stessi e i corpi cavernosi, peggiorando ulteriormente la vascolarizzazione.

Il peggioramento della condizione del paziente diabetico viene ulteriormente provato dal fatto che periodi continuati di inattività del pene portano ad una rapida retrazione dei tessuti, che a sua volta si manifesta in una continua e progressiva riduzione della dimensione del membro.

Ciò aggiunge un problema ad un altro problema, peggiorando non solo la qualità della vita sessuale del paziente diabetico, ma a volte causando danni considerevoli a tutto il suo vissuto sociale, in una spirale depressiva che, non di rado, arriva a toccare anche le sue relazioni amicali e la sua attività lavorativa.

Consigli andrologici e urologici

La correlazione tra diabete mellito e disfunzione erettile è talmente forte che spesso i problemi d'erezione sono uno dei primi sintomi dello sviluppo della patologia diabetica.

La causa della difficoltà erettile dei pazienti diabetici è data dall'angiopatia diabetica e dalla riduzione dell'afflusso di sangue arterioso che essa causa ai corpi cavernosi del pene.

Quanto è comune la disfunzione erettile nei pazienti diabetici?

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L’incidenza della disfunzione erettile nei diabetici è più alta rispetto ai non diabetici, e aumenta in funzione del tipo e della durata della malattia e delle eventuali malattie concomitanti, coinvolgendo fino al 66 -70% degli uomini ammalati.

Di questi, il 12% circa ha visto la disfunzione erettile proprio come sintomo iniziale del diabete.

Sebbene la disfunzione erettile sia una condizione riconducibile a numerose cause - età, ipertensione, obesità, cardiopatie, sindrome metabolica, scarsa attività fisica, fumo e, ovviamente, diabete - che agiscono sul pene con meccanismi vascolari, ormonali, neurologici o collegati all’assunzione di farmaci o come conseguenza di interventi chirurgici, molti di questi fattori sono caratteristici anche della malattia diabetica.

Il loro concorso contribuisce dunque a rendere quella dei diabetici quasi una forma peculiare di impotenza sessuale.

Quali sono i sintomi della disfunzione erettile causata dal diabete?

La disfunzione erettile è già, di per sé, un sintomo del diabete mellito, che ne è spesso la causa scatenate o, in altri casi, comunque una concausa.

Il sintomo principale della disfunzione erettile è, ovviamente, quello dell’incapacità di iniziare e mantenere un livello di erezione congruo e sufficiente per l’atto sessuale, specie quello penetrativo.

Il paziente affetto da disfunzione erettile causata dal diabete fatica sia a cominciare il rapporto che a finirlo, spesso dovendo interromperlo forzatamente per via del calo dell’erezione del pene, anche durante la penetrazione o comunque l’attività sessuale attiva.

Oltre a questo ovvia ed immediata condizione, è comunque doveroso analizzare anche la sintomatologia correlata alla disfunzione erettile, spesso presente nel paziente diabetico, che può essere considerata come un grande campanello d’allarme.

Datosi che l’obesità è frequentemente associata al diabete, soprattutto di tipo 2, spesso essa si trova all’origine della cascata di eventi che conduce sia alla disfunzione erettile che alla malattia cardiovascolare.

Quando l’obesità si associa alla sindrome metabolica esse provocano un abbassamento del livello di testosterone che a sua volta provoca disfunzione erettile e aggrava l’obesità, la sindrome metabolica e il diabete.

Infezioni urinarie, ipertrofia prostatica benigna, iperattività vescicale, balanopostiti sono spesso associate al diabete, concorrendo dunque alla disfunzione erettile.

Altro sintomo spesso trascurato ma che si rivela essere di alta gravità, che accompagna quasi sempre la disfunzione erettile da diabete, è il profondo stato di depressione che essa comporta per il paziente.

Il soggetto diabetico, specie se ancora ignaro della sua condizione, spesso si deprime facilmente per la sua impossibilità di rapporti sessuali regolari, e ciò lo porta in un circolo depressivo cronico, che non di rado danneggia non solo la sua vita affettiva, ma anche sociale e lavorativa.

Come si diagnostica la disfunzione erettile dovuta al diabete?

La disfunzione erettile è una condizione patologica che può avere molte cause scatenanti, sia di natura psicologica che biologica o patologica, e il diabete mellito è proprio una di queste possibilità.

La diagnosi è dunque poco agevole per il Medico, che deve valutare una grande quantità di informazioni, sia per mezzo dell’anamnesi, della visita clinica ma spesso, soprattutto, per mezzo di esami strumentali e di laboratorio.

La visita andrologica, eseguita da un Medico Andrologo, è necessaria per valutare la condizione fisica del paziente: oltre all’importanza della corretta anamnesi, il Medico valuta anche la condizione di salute generale del soggetto, accertandosi anche sulla sua eventuale diagnosi di diabete, già eseguita da un Medico Diabetologo.

In caso positivo, il Medico Andrologo deve valutare anche la terapia farmacologica anti-diabetica in corso, nonché la risposta alla stessa del paziente.

In caso di diabete non ancora diagnosticato, il Medico Andrologo può prescrivere esami specifici, come ad esempio l’analisi della curva glicemica e dell’emoglobina glicata, valori fondamentali per diagnosticare con certezza la presenza di iperglicemia.

Non è raro anche che il Medico Andrologo proceda, in sede di visita, ad un esame ecografico dei tessuti del pene e dei testicoli del paziente, spesso correlato da EcoColorDoppler arterioso non solo dei vasi genitali, ma anche dell’iliaca interna e dei vasi pelvici.

Tale esame mira ad accertare l’eventuale presenza di danneggiamento interni ai genitali e, soprattutto, l’eventuale sclerotizzazione dei vasi arteriosi, che è poi l’origine del problema della disfunzione erettile dei pazienti diabetici.

Datosi che la sindrome metabolica del diabete spesso causa un deciso abbassamento del livello di testosterone, il Medico Andrologo può provvedere alla prescrizione di un test dello stesso, sia testosterone libero che di quello totale.

A questi esami strumentali e di laboratorio va poi aggiunta l’importanza del confronto psicologico col paziente: spesso, è proprio quello, difatti, che mette sulla giusta strada il Medico, poiché è dal racconto stesso del paziente dei suoi episodi di disfunzione erettile che, sovente, vi è la radice che fa sospettare al Clinico l’origine diabetica della patologia.

Come si può curare la disfunzione erettile nei pazienti diabetici?

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Il trattamento della disfunzione erettile nel paziente diabetico non può avvenire senza la cooperazione dell’Andrologo, dell’Endocrinologo, del Cardiologo, del Neurologo, dello Psichiatra e del Sessuologo.

L’azione sincronizzata e la collaborazione di questi specialisti è infatti indispensabile per tenere sotto controllo il diabete e le sue patologie associate, di cui la disfunzione erettile fa parte.

Il controllo metabolico della malattia e il miglioramento dello stile di vita - dieta, esercizio fisico, calo ponderale - rappresentano il punto di partenza di ogni terapia.

Per alcuni dei farmaci anti-diabetici è ipotizzata un’azione diretta sulla disfunzione erettile.

La metformina sembra indurre vasodilatazione del pene e contrasto del sistema simpatico che regola la vasocostrizione, ma meno comprovata è la sua possibile azione favorente l’aumento del testosterone.

Il pioglitazone sembra esercitare un’azione inducente la riduzione del deflusso venoso dal pene e un aumento dell’efficacia di sildenafil, comunemente noto come Viagra.

Per la glibenclamide è ipotizzata un’azione favorente l’afflusso di sangue al pene, mentre l’insulina ha dimostrato effetti positivi sulla funzione erettile del ratto diabetico, ma deve essere ancora confermata nell'uomo.

La terapia farmacologica della disfunzione erettile diabetica è incentrata sui farmaci orali ad azione diretta sull’erezione (sildenafil, tadalafil vardenafil e avanafil).

La loro efficacia nei pazienti diabetici è ridotta a causa del danno indotto dalla malattia sul tessuto cavernoso, della concomitanza di altre terapie, della possibile riduzione del testosterone e oscilla tra il 41 e il 57% a seconda del tipo di farmaco e regime terapeutico utilizzato.

La terapia sostitutiva con testosterone ha finora dimostrato efficacia solo nei pazienti con bassi livelli di ormone, inferiori a 3 ng/mL.

L’efficacia dei farmaci orali può essere potenziata dall’uso concomitante del vacuum device.

Nei pazienti senza risposta alla terapia orale sarà necessario prendere in considerazione l’iniezione endocavernosa di prostaglandina E1 - più efficace della terapia orale ma di gran lunga più disagevole - o l’impianto di protesi peniena che rappresenta la soluzione definitiva alla disfunzione erettile.

Vale la pena ricordare che tutte le terapie farmacologiche per la disfunzione erettile dovuta al diabete sono spesso prescritte dopo, o quantomeno in concomitanza, la terapia medica basata su onde d’urto.

Tale terapia, difatti, oltre che a rigenerare i tessuti vascolari del pene danneggiati dal diabete, potenzia e migliora l’azione dei farmaci, spesso favorendone la diminuzione della gradazione, a tutto vantaggio della facilità di assunzione da parte del paziente.

Cosa sono le onde d’urto per la cura della disfunzione erettile dovuta al diabete?

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La terapia a base di onde d’urto è una procedura medica che si prefigge lo scopo di migliorare sia la vascolarizzazione dei corpi cavernosi del pene che la vasodilatazione necessaria al loro riempimento.

A sua volta, questo miglioramento della vasodilatazione è ottenuto da una rigenerazione dei vasi arteriosi penieni, mediante il reclutamento delle cellule staminali circolanti ad esse adiacenti.

La terapia si basa sull’emissione di onde d’urto a forma di parallelepipedo, di profondità compresa tra 0 e 30 mm, somministrate senza dolore da un particolare manipolo emettitore.

La particolare metodica di trasmissione lineare dell’energia caratteristica di questa macchina consentono di coprire integralmente i tessuti cavernosi, semplicemente facendo scorrere la fonte terapeutica sul dorso del pene, rendendo il trattamento, rapido, agevole e tollerabile, eseguibile ambulatorialmente e privo di effetti collaterali noti.

L’uso delle onde d’urto a bassa intensità consente di ottenere un miglioramento clinico della disfunzione erettile fino al 65% dei pazienti trattati.

Questo miglioramento da come risultato un’erezione migliore, più corposa, più solida e più duratura, rendendo spesso non più necessaria, o perlomeno con una significativa riduzione di dosaggio, la terapia farmacologica.

La protesi peniena e la soluzione radicale alla disfunzione erettile causata dal diabete

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protesi pieniena in piena erezione

Laddove la terapia farmacologica e la terapia medica a base di onde d’urto non dovesse trovare efficacia, la moderna Chirurgia permette comunque di risolvere il problema della disfunzione erettile per mezzo di speciali protesi, chiamate protesi peniene.

Statisticamente, circa il 20% dei pazienti diabetici affetti da disfunzione erettile si rivela insensibile alle terapie farmacologiche e mediche, rendendo dunque necessario prendere in considerazione l’idea dell’intervento chirurgico della protesi peniena.

La protesi peniena, al contrario di quello che comunemente ancora si pensa, non è un dispositivo atto ad aumentare la dimensione del pene, bensì a ripristinare una sua corretta erezione.

Attualmente, esistono due tipologie di protesi: protesi a volume costante e protesi a volume variabile.

La scelta dell’una o dell’altra protesi è decisa dal Chirurgo Andrologo, dopo aver attentamente analizzato la condizione del paziente affetto da disfunzione erettile cronica, insensibile a farmaci o qualsiasi altra terapia medica.

La protesi a volume costante, come il nome stesso suggerisce, è una protesi che mantiene sempre il pene in stato di attivazione.

Anche se può sembrare scomoda, in quanto il pene si mantiene sempre voluminoso, in realtà non è così: la protesi viene attivata con un movimento manuale molto semplice, e quando non necessaria all’atto sessuale può essere agevolmente adattabile all’interno degli indumenti intimi.

La protesi a volume variabile è invece una protesi che si attiva al bisogno, cioè poco prima dell’atto sessuale.

Funziona per mezzo di appositi pistoncini che indirizzano un liquido volumizzante, attivabile semplicemente schiacciando una piccola valvola posta dentro lo scroto (assolutamente invisibile all’esterno).

Finito il rapporto, con un altrettanto rapida manovra, i cilindri protesici inseriti all’interno dei corpi cavernosi vengono svuotati, e il liquido torna all’interno della pompetta posta nello scroto, pronto per un nuovo utilizzo.

Non c’è una migliore soluzione, parlando di tipi di protesi: sia la protesi a volume costante che quella variabile possono egregiamente risolvere il problema della disfunzione erettile, e la scelta è decisa dal Chirurgo Andrologo dopo consulto col paziente.

Quanto dura l’intervento di impianto di protesi peniena?

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la protesi peniena è totalmente invisibile all'esterno

L’intervento di protesi peniena viene eseguito in sala operatoria e dura circa 40 minuti.

Il paziente viene tenuto una notte in osservazione e poi, autonomamente, può tornare a casa.

Il tempo di convalescenza è molto rapido: il paziente può tornare senza problemi all’attività di concetto dopo pochi giorni, mentre può ricominciare l’attività sessuale dopo circa 5 settimane.

Ci sono rischi di rigetto della protesi peniena?

No, i rischi di rigetto con i nuovi materiali di sintesi delle protesi peniene, al 100% biocompatibli, sono nulli.

L’unico evento avverso di una certa importanza, peraltro presente in qualsiasi altro intervento chirurgico, è l’infezione post-operatoria.

Un evento però ormai molto raro, sia per i materiali di costruzione delle protesi, sia per l’asepsi chirurgica e la profilassi antibiotica somministrata al paziente.

Si stima difatti che le complicanze da infezione post-chirurgica per questo genere di intervento sia inferiore all’1%.

La protesi peniena risolve definitivamente il problema della disfunzione erettile causata dal diabete?

Sì, la protesi peniena è una terapia chirurgica radicale, che risolve il problema meccanico della mancata vascolarizzazione dei corpi cavernosi del pene quando il paziente non è in alcun modo ricettivo alla terapia medica e farmacologica.

Si stima che un 20% dei pazienti diabetici di lungo corso, specie dopo i 50 anni, abbiano come unica opzione l’impianto di protesi peniena, per riuscire a ritornare ad una vita sessuale normale.

Cosa succede se non si cura la disfunzione erettile causata dal diabete?

Curare la disfunzione erettile diabetica, che è e rimane sempre un sintomo, vuol dire rivascolarizzare a sufficienza i corpi cavernosi del pene, nonché tenere sotto controllo i valori di glicemia del sangue, con la giusta terapia farmacologica e l’adeguata alimentazione.

La sessualità, specie nei pazienti ancora giovani, è un lato di fondamentale importanza nella vita umana, e non può e non deve essere accantonato o abbandonato per lunghi periodi.

Oltre agli ovvi contraccolpi psicologici di ciò - spesso, pesanti - periodi di lunga inattività sessuale provocano effetti deleteri sul corpo, come l’atrofizzazione e l’otturazione dei vasi sanguigni della zona genitale, gli abbassamenti dei livelli di testosterone e un aumento delle probabilità di tumore alla prostata.

Quando l’apparato genitale maschile non viene utilizzato per lunghi periodi, i suoi tessuti invecchiano più in fretta, e l’otturazione dei vasi del pene porta ad una sua rapida retrazione.

Tutto questo ovviamente alimenta la disfunzione erettile e la auto-sostiene, in un circolo vizioso che, non di rado, fa sprofondare il paziente in uno stato perenne di depressione e sensazione di fallimento, che ha effetti tremendi non solo sulla vita di coppia e relazionale, ma anche sociale e lavorativa.

Consigli andrologici e urologici

Non è mai cosa buona ignorare la vita sessuale e rimanere per lunghi periodi in astinenza.

L'inattività sessuale causa atrofia dei corpi cavernosi del pene che, in breve tempo, si contraggono, riducendo le dimensioni dell'organo e rendendo ancora più complessa la riabilitazione sessuale.

Ecco perché è di fondamentale importanza, per i pazienti diabetici, inziiare quanto prima il necessario protocollo di riabilitazione sessuale, basato sia sulla cura farmacologica che sulla terapia ad onde d'urto.

A quale Medico ci si può rivolgere nel caso si sospetti una disfunzione erettile causata dal diabete?

Chirurgo Andrologo cura della disfunzione erettile e dell'infertilità

il chirurgo andrologo è lo specialista in grado di diagnosticare e curare la disfunzione erettile diabetica

La disfunzione erettile causata dal diabete è una patologia multidisciplinare, e quindi sono differenti le figure sanitarie che possono prestare soccorso al paziente, sia nella diagnosi e nella cura.

Oltre al Medico Endocrinologo e al Medico Diabetologo, i professionisti in prima linea perfezionati proprio nel diabete, il Medico estremamente preparato proprio nella diagnosi e nella risoluzione terapeutica dei problemi d’erezione peniena è il Medico Andrologo, cioè un Medico specializzato in Urologia e perfezionato poi nello studio e nella cura dei disturbi prettamente maschili.

Il Chirurgo Andrologo è poi il Medico Urologo interventista, cioè fortemente preparato nella Chirurgia, ed è dunque lo specialista davvero completo che può dar effettivo aiuto anche in caso fosse necessario l’impianto di una protesi peniena.

Sei diabetico e pensi di soffrire di disfunzione erettile? Il Dott. Massimo Capone può aiutarti

Chirurgo Andrologo cura della disfunzione erettile e dell'infertilità

Il Dott. Massimo Capone è un Chirurgo Andrologo, che visita ed opera nei suoi studi di Trieste, Treviso, Cervignano del Friuli, Padova e Lecce.

Il Dottore esercita la professione medica da oltre trent’anni, ed è perfezionato proprio nei disturbi sessuali dei pazienti diabetici.

Il Dott. Massimo Capone ha portato, tra i primi in Italia, l’utilizzo della terapia ad onde d’urto per la rigenerazione dei tessuti del pene, ed è uno dei pochi Chirurghi perfezionato nell’impianto delle protesi peniene.

Se sperimenti problemi d’erezione e sei un paziente diabetico, oppure temi di potere sviluppare in futuro una disfunzione erettile, puoi dunque rivolgerti al Dott. Massimo Capone: troverai competenza, empatia, grande preparazione medica e chirurgica e un percorso intero di supporto, anche psicologico, per aiutarti a risolvere definitivamente il tuo problema e a tornare ad un’eccellente e soddisfacente vita sessuale.

Nei suoi studi di Trieste, Padova-Pozzonovo, Treviso-Carbonera, Cervignano del Friuli e Galatone (Lecce), il Dott. Massimo Capone può dunque darti il miglior supporto possibile, con l’eccellenza della sua Chirurgia Andrologica frutto di oltre trent’anni di esercizio dell’arte medica.

il tuo Chirurgo Andrologo d'eccellenza a Trieste, Udine, Treviso, Padova e Lecce

Chirurgo Andrologo a Trieste, Udine, Treviso, Padova e Lecce

ritorna ad una vita sessuale felice ed appagante, con l'aiuto del dott. massimo capone

Il Dott. Massimo Capone è un Chirurgo Andrologo, perfezionato nelle disfunzioni sessuali maschili più sentite, come la disfunzione erettile, l'eiaculazione precoce, l'infertilità, le malformazioni del pene e la riabilitazione sessuale.

Nei suoi studi di Trieste, Cervignano del Friuli (UD), Carbonera (TV), Pozzonovo (PD) e Galatone (LE), tutti modernamente attrezzati, il Dottore eroga visite e trattamenti specialistici di Andrologia ed Urologia, per diagnosticare e risolvere problemi alla sfera sessuale e uro-genitale come:

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l'alta chirurgia andrologica per risolvere la disfunzione erettile e tornare alla piena funzionalità sessuale

nelle strutture dove opera, il Dottore esegue interventi di alta Chirurgia Andrologica con l'impianto di moderne protesi peniene, in grado di risolvere definitivamente i problemi di disfunzione erettile anche nei pazienti gravi, in cui la terapia farmacologica oppure la riabilitazione fisica non possono garantire nessun tipo di risultato.

Il Dott. Massimo Capone è uno dei massimi esperti della Chirurgia Plastica Ricostruttiva degli organi genitali maschili, e può risolvere anche i casi più complessi di incurvamento del pene, congenito o dovuto alla malattia di La Peyronie, grazie ad oltre trent'anni di esperienza nella mini-chirurgia ricostruttiva dei corpi cavernosi del pene.

Il Dottore visita nei suoi studi di Trieste, di Cervignano del Friuli (Udine), di Carbonera (Treviso), di Pozzonovo (Padova) e di Galatone (Lecce).

Ricorda che il benessere sessuale e la fertilità sono condizioni importanti per ogni uomo, a prescindere dalla sua età: il Dott. Massimo Capone può aiutarti a sentirti meglio, sicuro di te e in salute, affinché tu possa godere di un'ottima qualità della tua vita sessuale, che ti accompagni nel tuo percorso di uomo, di padre, di compagno.

ecco dove trovi gli studi del dott. massimo capone
TRIESTE CENTRO
Sanatorio Triestino Via Rossetti, 62 - 34141 Trieste
Per prenotazioni
040.94.09.556
CERVIGNANO DEL FRIULI
Studio MedicoVia Monfalcone 27 - 33052 Cervignano del Friuli (UD)
Per prenotazioni
339.68.25.050
CARBONERA - TREVISO
SalusVeneto Vicolo Antonio Vivaldi 2 - 31020 Carbonera (TV)
Per prenotazioni
0422.15.20.205
POZZONOVO - PADOVA
Mediclinic Via IV Novembre 10/c, 35020 Pozzonovo (PD)
Per prenotazioni
0429.77.29.06
GALATONE - LECCE
Poliamb. Santa Lucia Viale Aldo Moro, 23 - 73044 Galatone (LE)
Per prenotazioni
0833.86.50.81
Massimo Capone - MioDottore.it

Andrologo d'eccellenza a Trieste, Cervignano del Friuli, Treviso, Lecce
Da oltre trent'anni, l'Andrologia d'eccellenza in Italia.
Per una vita sessuale felice e serena, sempre.

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Quindi ricorda che...
  • Il diabete mellito è una patologia endocrina che impedisce al corpo un adeguato metabolismo degli zuccheri;
  • Il diabete mellito è una patologia cronica e degenerativa che, se non trattata con l’adeguata cura farmacologica, progressivamente danneggia ogni tessuto del corpo;
  • Il diabete mellito può essere dipeso da una assenza o carenza di produzione di insulina oppure di una resistenza all’azione della stessa da parte dei tessuti del corpo;
  • Esistono svariati tipi di diabete mellito, ma il più comune in tutto il mondo è il diabete di tipo 2;
  • La presenza di alte quantità di glucosio nel sangue è deleteria per ogni tessuto del corpo che, nel tempo, si danneggia irreversibilmente;
  • Tra i tessuti maggiormente colpiti dalla presenza costante di alti livelli di glucosio, vi sono quelli vascolari;
  • Il glucosio in eccesso e non adeguatamente metabolizzato dal corpo si lega all’endotelio delle arterie e le deforma, facendole sclerotizzare e dando dunque origine all’angiopatia diabetica;
  • Il diabete deforma e sclerotizza ogni arteria del corpo, sia i grandi vasi che i piccoli vasi che nutrono le terminazioni nervose;
  • Il meccanismo d’erezione del pene umano è basato su un sistema idraulico alimentato dal sangue arterioso, che gonfia ed indurisce i corpi cavernosi;
  • Restringendosi e deformandosi, le arterie che nutrono e vascolarizzano il perineo e le pelvi, portano giocoforza meno sangue ai tessuti del pene e dei corpi cavernosi;
  • La disfunzione erettile è l’incapacità di iniziare o mantenere una giusta erezione per la durata del rapporto sessuale;
  • Il diabete mellito e l’angiopatia diabetica che esso comporta sono tra le prime cause della disfunzione erettile di origine organica;
  • Senza più il sangue ossigenato che proviene in giusta quantità dalle arterie peniene, il paziente diabetico fatica ad ottenere e mantenere un’idonea erezione durante il rapporto;
  • La disfunzione erettile ed il diabete sono patologie direttamente collegate, tanto che la prima è spesso uno dei sintomi iniziali dell’altra;
    Esistono cure farmacologiche per migliorare al vascolarizzazione dei corpi cavernosi, sia con farmaci orali che iniettivi;
  • La terapia farmacologica non cura la disfunzione erettile causata dal diabete, ma ne tratta i sintomi;
  • La terapia con onde d’urto per la disfunzione erettile è invece una terapia medica che ha come scopo quello di curare l’origine del problema, cioè il danneggiamento dei tessuti vascolari causato dal diabete;
  • La terapia ad onde d’urto è efficace, semplice e indolore, e può portare ad un deciso miglioramento delle erezioni nel 65% dei casi;
  • I casi gravi di disfunzione erettile che non rispondono alla cura farmacologica o alle onde d’urto possono essere risolti con l’impianto di protesi peniene;
  • Il medico a cui rivolgersi per la cura della disfunzione erettile causata dal diabete è il medico andrologo

Avviso deontologico medico
Nota deontologica

L'Andrologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.

Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Andrologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.

Come branca della Medicina, l'Andrologia è estensione naturale dell'Urologia, cioè la specialistica che studia e cura tutte le patologie del tratto uro-genitale umano, con una mirata predilezione per le affezioni squisitamente maschili.

Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Andrologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale sulle patologie prettamente maschili.

Il Dott. Massimo Capone, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, tiene dunque a precisare che egli è un Medico Chirurgo Specialista in Urologia, e perfezionato poi Andrologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.

Chirurgo Andrologo a Trieste, Udine, Treviso, Padova e Lecce

Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Massimo Capone il giorno:

martedì 30 luglio, 2024

Il Dott. Massimo Capone è un Medico Chirurgo Andrologo, specializzato in Urologia e perfezionato in Chirurgia Andrologica.

Sin dal suo percorso accademico, il Dottore si è focalizzato sulle problematiche relative alla sessualità maschile, sulla chirurgia plastica e ricostruttiva dei genitali maschili, sulla chirurgia protesica del pene nonché sui disturbi della fertilità.

Competente, affidabile, cordiale, chiaro ed esauriente nel rispondere alle domande, il Dott. Massimo Capone ha introdotto, tra i primi in Italia, il protocollo rigenerativo dei tessuti dei corpi cavernosi del pene basato sulle onde d'urto a bassa intensità.

Nei suoi studi di Trieste, Padova-Pozzonovo, Treviso-Carbonera, Cervignano del Friuli e Galatone  (Lecce), il Dottore aiuta ogni giorno decine di pazienti affetti da debilitanti e psicologicamente spossanti disfunzioni sessuali come la disfunzione erettile, l'eiaculazione precoce, il calo della libido, l'infertilità maschile e la complessa riabilitazione post-prostatectomia radicale. 

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