Esiste un tumore abbastanza raro in tutto il mondo, che statisticamente colpisce 60 pazienti su 100.000, e che si focalizza sull’organo sessuale maschile principalmente nei soggetti over 60.
Il carcinoma del pene è un tipo di tumore quasi sempre legato non ad una predisposizione genetica, ma ad una serie di fattori esterni, in cui gioca grande importanza l’infezione dovuta al virus del Papilloma umano (HPV).
Sebbene sia un tumore abbastanza raro, lo screening e il monitoraggio sono importanti per la salute dell'uomo, non solo sessuale ma, ovviamente, generale.
Leggi questa pagina per sapere che cos’è il carcinoma del pene, da cosa è causato, quali sono i suoi sintomi, come si diagnostica e quello che si può fare per curarlo.
Che cos’è il carcinoma del pene?
Il carcinoma del pene è un tumore raro, che origina dalla degenerazione maligna di una singola cellula dei tessuti che compongono l’organo riproduttore maschile.
È un tumore davvero insolito a livello statistico, ed ogni anno, in Italia, se ne contano circa 500 nuovi casi.
Gran parte di questi casi, sono in realtà una conseguenza di un’infezione virale nota data da un particolare virus dermatologico, chiamato HPV (Human Papilloma Virus).
Oltre a questa infezione, in quasi ogni caso noto di tumore del pene si è riscontrata una cattiva igiene personale, soprattutto al livello del glande o del prepuzio.
Da cosa è causato il tumore del pene?
Il tumore del pene origina da una singola cellula, quasi sempre componente il tessuto della cute del pene, che ‘impazzisce’ e degenera, modificandosi morfologicamente, replicandosi velocemente ed aggredendo le cellule vicine.
A livello anatomo-patologico, il tumore del pene non è spesso tanto differente dagli altri carcinomi che possono colpire la cute esterna, come il basalioma (il carcinoma basocellulare) oppure anche lo spinalioma (il carcinoma delle cellule spinali).
Le cause principali dell’inizio del carcinoma del pene sono l’infezione dal virus del Papilloma umano (HPV), presente tra il 30% e il 50% dei casi riscontrati, nonché una cattiva igiene personale.
Sembrerebbe che gli uomini non circoncisi abbiano molte più possibilità di sviluppare il tumore del pene, datosi che nelle comunità locali o nei Paesi dove si pratica la circoncisione tale tipo di tumore è sostanzialmente assente.
Che cos’è il virus HPV?
Il virus del Papilloma umano, conosciuto in ambito medico con l’acronimo di HPV, è un virus occasionale che aggredisce i tessuti della pelle.
È un virus estremamente diffuso tra tutta la popolazione mondiale, e se ne contano oltre 120 tipi.
Alcuni di essi sono ad alto rischio oncologico, cioè capaci di provocare, nel tempo, una mutazione irreversibile delle cellule che ospitano il virus.
Altre tipologie, come ad esempio quelle che causano le verruche comuni, sono totalmente innocue dal punto di vista oncologico.
Il virus HPV è il responsabile sia dell’insorgenza delle verruche volgari e sia dei condilomi anogenitali, che possono affliggere sia uomini che donne.
Il virus si propaga col contatto diretto, o durante i rapporti sessuali oppure anche - seppur più raramente - venendo a contatto con materiale contaminato con tracce biologiche del soggetto infetto.
In una persona sana ed in salute, con un buon sistema immunitario, il virus HPV viene contenuto dai sistemi di protezione del corpo, e l’infezione si risolve spontaneamente, senza dare origine a sintomatologia.
Quando invece il virus trova un ambiente ottimale per il suo sviluppo, ad esempio in un soggetto immunodepresso, proveniente da lunga cura antibiotica, sotto terapia farmacologica invasiva o per qualsiasi altra ragione che ha comunque causato un deciso abbassamento delle difese immunitarie, vi può essere una replicazione incontrollata dell’agente patogeno.
Questa replicazione sostenuta, che il sistema immunitario non riesce a contenere, può dare origine ai condilomi, cioè delle escrescenze, a volte piatte e a volte invece carnose, che sono in realtà la risposta estrema del fisico all’infezione da HPV.
Nei condilomi sono presenti grandi quantità di molecole virali, poiché il corpo tenta di ‘spingere’ all’esterno il poco gradito ospite, cercando dunque di contenerlo ed impedendone l’espansione negli altri tessuti.
Perché il virus HPV è una delle cause del carcinoma del pene?
Come detto poco in alto, nei condilomi genitali sono presenti grandi quantità di cellule infettate dal virus HPV.
Alcuni tipi del Papilloma virus sono considerati ad alto rischio oncologico, poiché la loro permanenza nelle cellule causa, sul lungo periodo, una modifica genetica delle stesse, che può dunque dare origine ad un’incontrollata replicazione tumorale.
Per questo motivo, anche facendo riferimento alla statistica clinica, il virus HPV è considerato un fattore di rischio primario di un tumore che, analizzando i numeri, sarebbe invece molto raro nella popolazione mondiale.
Quali sono i sintomi del carcinoma del pene?
I sintomi iniziali del carcinoma del pene sono solitamente blandi, ed ignorati dal paziente.
Possono comparire macchiette biancastre o piccole macchie puntiformi rosse, specie sul glande oppure nella parte interna del prepuzio.
Tali macchie possono essere del tutto asintomatiche oppure possono essere accompagnate da un essudato maleodorante, spesso irritante.
L’evoluzione di queste lesioni iniziali è la formazione di ulcerazioni, più o meno estese, a volte accompagnate da noduli più o meno dolorosi.
Dalle ulcere vi può essere continua perdita di sangue, e generalmente si assiste ad un gonfiore generale, del glande, di tutto il pene o anche della zona inguinale, dato dall’attivazione dei linfonodi.
Come si diagnostica il carcinoma del pene?
La diagnosi del carcinoma del pene prevede l’obbligatoria visita andrologica, effettuata da un Medico Urologo.
A i sintomi sono immediatamente evidenti al Medico durante l’ispezione visiva, e lo mettono già sulla giusta strada diagnostica.
La conferma della presenza della neoplasia, nonché della sua stadiazione, richiede comunque sempre esami strumentali e di laboratorio.
Già in sede di visita il Medico Andrologo può effettuare una prima ecografia, utile a stabilire l’attivazione e l’ingrossamento dei linfonodi e della presenza già di masse tumorali interne al pene, ma gli esami sono obbligatoriamente completati da una risonanza magnetica nucleare e una tomografia assiale computerizzata della zona pelvica.
La conferma definitiva della neoplasia richiede necessariamente una biopsia escissionale, eseguita dal Medico a livello ambulatoriale.
All’esame del microscopio in laboratorio, infatti, le cellule tumorali hanno una forma inconfondibile rispetto alle cellule sane.
Qual è la terapia per il carcinoma del pene?
La terapia per il carcinoma del pene prevede l’obbligatoria asportazione chirurgica della neoplasia, adiuvata dall’idonea terapia farmacologica, immunologica e/o a base di radiazioni ionizzanti.
Il tipo di chirurgia e l’escissione sono decisi dal Chirurgo Andrologo dopo aver valutato la forma e l’estensione del carcinoma, cercando ovviamente di preservare e rispettare quanto più possibile i tessuti sani.
Nel caso di carcinoma del pene ben localizzato alla zona del prepuzio, il Chirurgo può procedere alla sua escissione mediante la circoncisione, rispettando il resto dei tessuti del pene.
Tumori ancora confinati alla zona superficiale del pene permettono asportazioni meno invasive, mentre tumori ormai in stadio avanzato, che hanno già raggiunto i tessuti profondi prevedono obbligatoriamente la penectomia (asportazione del pene) parziale o totale.
Ovviamente, a prescindere dall’estensione del carcinoma, il Chirurgo tende sempre a conservare e rispettare il più possibile l’estetica e la funzionalità del pene, anche in funzione di future ricostruzioni plastiche.
L’asportazione dei linfonodi inguinali e/o pelvici è altresì un protocollo standard chirurgico per i casi di tumore del pene che si sono già espansi in profondità nei tessuti.
La radioterapia è un trattamento adiuvante della Chirurgia, e viene utilizzata a scopo precauzionale dopo l’intervento chirurgico, per evitare che alcune cellule tumorali rimaste (impossibili da individuare durante la Chirurgia) possano replicarsi e ricominciare dunque l’infezione.
Solo in casi molto confinati e molto superficiali di carcinoma del pene la radioterapia è utilizzata come unico trattamento, evitando dunque la Chirurgia.
La chemioterapia è l’altra terapia adiuvante della Chirurgia, ed è essenzialmente l’unica opzione possibile nei casi di tumore già in metastasi, in cui le cellule tumorali ormai si sono staccate dall’area originaria e hanno raggiunto il sistema linfatico, espandendosi in altre zone non attigue come fegato, polmoni, ecc.
In questo caso di stadiazione ultima, la chemioterapia non ha lo scopo di cura radicale del carcinoma, ma solo di aumentare il tempo di sopravvivenza del paziente.
Ma il carcinoma del pene è davvero un tumore così raro?
Sì, fortunatamente il carcinoma del pene è una neoplasia molto rara, che in Italia colpisce circa 500 nuovi pazienti l’anno, su una popolazione di circa 25 milioni di uomini.
Questa casistica deve rasserenare molti pazienti, spesso eccessivamente ansiosi, ma non deve comunque esentarli dai regolari e periodici controlli dal Medico Andrologo, né giustificare ritardate visive specialistica in presenza di sintomatologia iniziale compatibile con quella del carcinoma del pene.
In linea generale, nessun sintomo della nostra salute va mai trascurato, e qualsiasi sospetto dovrebbe sempre farci contattare un Medico specialista, che provvederà a confutarlo o meno.
Il virus HPV (Human Papilloma Virus) è il principale responsabile del carcinoma del pene.
Questo subdolo virus, diffuso in oltre 120 tipi, è l'agente eziologico dei condilomi ano-genitali, che a loro volta sono considerati delle vere e proprie lesioni pre-tumorali.
Non tutti i tipi di HPV sono considerati a rischio oncologico, e comunque la trasformazione delle cellule infettate in cellule maligne richiede solitamente molti anni.
Esiste una prevenzione per il carcinoma del pene?
Il carcinoma del pene è un tumore molto raro, e forse proprio per questo non esiste, al momento, nessuno screening preventivo.
Tuttavia, considerando che la metà dei casi di carcinoma del pene sono causati dall’infezione del virus HPV, che spesso rimane silente nell’organismo per molti anni, la prevenzione è conseguente, e si basa sulla saggia idea di provvedere all’opportuna vaccinazione contro il Papilloma virus.
In Italia, tale tipo di vaccinazione è gratuita per tutti i ragazzi e le ragazze fino ai 18 anni d’età, mentre ha un costo molto contenuto per gli adulti.
La vaccinazione contro il virus HPV è sicura, efficace e protegge non solo dalla possibile insorgenza del carcinoma del pene, ma anche dalla condilomatosi anogenitale.
È dunque una prevenzione efficace e consigliata a tutti, sia agli uomini che alle donne, che possono essere il mezzo di propagazione del virus a seguito dei rapporti sessuali.
Ancora, datosi che sembra praticamente impossibile che il carcinoma del pene colpisca i soggetti circoncisi, una valida prevenzione potrebbe essere proprio quella della circoncisione.
Oltre a ciò, una buona igiene intima quotidiana sembra essere il semplice comportamento che può ridurre il rischio d’insorgenza del carcinoma del pene.
Qual è il Medico che può diagnosticare il carcinoma del pene?
Il Medico specialista nell’apparato riproduttivo ed urinario umano è il Medico Urologo, che può altresì essere perfezionato poi nei disturbi tipicamente maschili, oggetto di studio e ricerca dell’Andrologia.
Quando il Medico Andrologo è interventista, cioè capace d’intervenire anche chirurgicamente per risolvere una data problematica, viene definito Chirurgo Andrologo.
È dunque a questo specialista che bisogna rivolgersi in caso si sospettino i sintomi di un carcinoma del pene.
Pensi di avere i sintomi di un carcinoma del pene? Non allarmarti, ma contatta il Dott. Massimo Capone
Il carcinoma del pene è un tumore molto raro, e spesso i pazienti scambiano sintomi di altre patologie benigne per esso, preoccupandosi in maniera eccessiva.
A volte invece, purtroppo, i sintomi del carcinoma del pene sono confusi con quelli di altre patologie, che il paziente sottovaluta e minimizza.
Né l’uno e né l’altro atteggiamento vanno bene.
L’atteggiamento giusto deve essere sempre quello di non minimizzare nessun sintomo, ma anche di non agitarsi eccessivamente, bensì ricorrere sempre al Medico Andrologo per una semplice visita di controllo.
Il Dott. Massimo Capone è un Chirurgo Andrologo con oltre trent’anni di esercizio della professione medica, perfezionato proprio nella diagnosi di tutte le patologiche che possono colpire l’organo genitale maschile.
In caso di sospetto dei sintomi d’insorgenza del carcinoma del pene, puoi dunque rivolgerti al Dott. Massimo Capone per avere un consulto.
Ricorda di non allarmarti eccessivamente, e di ragionare sulle informazioni che leggi sull’Internet con calma e giudizio: spesso, i sintomi di molte patologie si confondono, e non scordare che il carcinoma del pene è un tumore davvero raro.
Quindi rimani calmo, e poi prenota una visita col Dott. Massimo Capone per il doveroso controllo che potrà stabilire con certezza lo stato della tua condizione clinica.
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Quindi ricorda che...
- Il carcinoma del pene è un tumore raro, che origina da una cellula dei tessuti dell’organo genitale maschile;
- In molti casi, il carcinoma del pene è dovuto alla degenerazione di una cellula infettata dal virus HPV;
- Il virus HPV è un virus estremamente diffuso tra tutta la popolazione mondiale, e se ne contano oltre 120 tipi;
- Alcuni tipi di HPV sono ad alto rischio oncologico, cioè capaci di provocare, nel tempo, una mutazione irreversibile delle cellule che ospitano il virus;
- I sintomi del carcinoma del pene sono vari e variabili, e spesso vengono confusi con altre patologie urologiche;
- La terapia per il carcinoma del pene prevede l’obbligatoria asportazione chirurgica della neoplasia;
- Lo scopo della chirurgia per il carcinoma del pene è asportare tutte le cellule tumorali preservando il più possibile l’estetica e la funzionalità dell’organo;
- Solo in casi molto confinati e molto superficiali di carcinoma del pene la radioterapia è utilizzata come unico trattamento;
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Nota deontologica
L'Andrologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.
Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Andrologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.
Come branca della Medicina, l'Andrologia è estensione naturale dell'Urologia, cioè la specialistica che studia e cura tutte le patologie del tratto uro-genitale umano, con una mirata predilezione per le affezioni squisitamente maschili.
Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Andrologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale sulle patologie prettamente maschili.
Il Dott. Massimo Capone, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, tiene dunque a precisare che egli è un Medico Chirurgo Specialista in Urologia, e perfezionato poi Andrologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Massimo Capone il giorno:
martedì 30 luglio, 2024
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