Chirurgia Andrologica e Sessuologia
La disfunzione erettile nei pazienti diabetici

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La disfunzione erettile nei pazienti diabetici

Perché il diabete mellito causa l'impotenza sessuale?
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Sei un paziente diabetico e hai problemi d’erezione?

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L’impotenza causata dal diabete mellito è una condizione patologica molto comune nella popolazione diabetica maschile, che spesso provoca un autentico stravolgimento delle relazioni e della vita sociale del paziente, a volte talmente grave da auto-escluderlo non solo nei rapporti interpersonali romantici, ma anche dai rapporti relazionali in generale.

Fortunatamente, la moderna Medicina può fare molto per contrastare questo effetto secondario del diabete mellito, e ripristinare un’adeguata e soddisfacente funzionalità sessuale.

Leggi questa pagina per scoprire che cos’è la disfunzione erettile da diabete mellito: come si manifesta, quando si manifesta e come può essere curata.

Che cos’è il diabete mellito?

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il pancreas, la fondamentale ghiandola che produce l'insulina

Il diabete mellito - cioè ‘dolce’, per via dell’elevata quantità di zuccheri presenti nelle urine dei pazienti diabetici - è una grave patologia endocrina, causata dall’impossibilità dell’organismo di regolare pienamente i livelli di glucosio (zuccheri) nel sangue.

Tale condizione, chiamata in Medicina iperglicemia, è a sua volta causata da un’insufficiente produzione dell’insulina - l’ormone responsabile del controllo del glucosio nel sangue - oppure una sua azione alterata (insulinoresistenza).

Esistono due tipi principali di diabete mellito: il diabete di tipo 1, in cui vi è un drammatico stop della produzione di insulina, che cessa del tutto, e il diabete di tipo 2, dove si assiste più propriamente all’insulinoresistenza, oppure ad un calo deciso della produzione da parte del pancreas (l’organo predisposto alla produzione dell’ormone).

A queste due forme principali, sicuramente le più diffuse in tutto il mondo - special modo il diabete di tipo 2, che comprende circa il 90% di tutti i casi noti di diabete - si associano poi altre forme secondarie di diabete, spesso temporanee e coincidenti con particolari momenti della vita (come ad esempio il noto diabete gestazionale, che compare solo in gravidanza).

Il diabete è diffuso in tutto il mondo, e nella sola Italia il Ministero della Salute stima circa 4 milioni di pazienti diabetici, in maggioranza affetti da diabete di tipo 2, con oltre 70.000 decessi ogni anno causati direttamente dalla patologia.

Datosi che la costante e cronica iperglicemia nel corpo provoca un danno strutturale a pressoché qualsiasi tessuto, il numero di patologie e condizioni patologiche correlate o direttamente causate dal diabete è enorme, e la disfunzione erettile è solo la punta di un grande iceberg, compresa nel più vasto campo delle malattie cardiovascolari e neurologiche.

La microangiopatia diabetica ed i danni al sistema vascolare e nervoso

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sezione di un'arteria

Com’è noto, il nostro organismo, per funzionare e permettere la sussistenza, ha bisogno di regolari quantità di energia chimica, che sarà convertita dalle nostre cellule per mezzo dei processi endogeni.

Tale energia è ricavata dai carboidrati, in particolare modo dal glucosio, cioè uno zucchero semplice.

Il glucosio, assorbito per mezzo dell’alimentazione da pasta, pane, riso, patate ecc., viene utilizzato per produrre molecole ‘pronte all’uso’ altamente energetiche, chiamate ATP (adenosintrifostato).

Le molecole di ATP vengono poi utilizzate dalle nostre cellule assieme all’ossigeno che inaliamo costantemente, per dare luogo a quella che viene chiamata ‘respirazione cellulare’: una reazione chimica che rilascia energia termica, vero ‘motore’ di tutti i nostri processi metabolici.

I livelli di glucosio del sangue vengono controllati e regolati dall’ormone dell’insulina, prodotto dal pancreas.

Il compito dell’insulina è importante, poiché elevati livelli di glucosio libero nel nostro flusso ematico sono dannosi per i nostri tessuti, specie per quelli vascolari.

Difatti, se i livelli di zuccheri si mantengono alti per troppo tempo, raggiungendo stadi di cronicità, il glucosio in eccesso riesce a legarsi chimicamente alla tonaca interna dei vasi arteriosi, rendendoli meno elastici e deformandone il lume.

Quest’azione distruttiva e degenerativa affligge sia i vasi delle grandi arterie che i piccoli e piccolissimi vasi che nutrono, trasportando ossigeno, anche le terminazioni nervose.

Lentamente quindi, i pazienti diabetici subiscono quest’alterazione dei loro vasi arteriosi che porta all’inevitabile peggioramento dell’ossigenazione di ogni cellula del corpo, specie quelle degli arti periferici - e delle periferie dell’organismo in generale, compreso il pene.

Senza più adeguato nutrimento dei Vasa vasorum, cioè i piccolissimi vasi arteriosi che nutrono i nervi, quest’ultimi muoiono, rendendo poco a poco il paziente insensibile alle estremità del corpo, specie quelle delle gambe e dei piedi.

Quest’alterazione causata dal diabete è una vera e propria patologia neurovascolare, che prende il nome di microangiopatia diabetica.

La microangiopatia diabetica è responsabile di un lungo elenco di patologie vascolari e neurologiche, compreso il tanto temuto piede diabetico e, non di meno, anche la disfunzione erettile.

La disfunzione erettile causata dal diabete: un pericolo costante e reale

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In Medicina, per disfunzione erettile s’intende quella condizione patologica per cui il paziente non riesce a raggiungere o mantenere un’erezione sufficiente a consumare un rapporto sessuale completo.

Nel linguaggio comune, anche se impropriamente, la disfunzione erettile è chiamata impotenza sessuale, ma il termine è ormai considerato desueto dalla moderna Andrologia, che riconosce nella disfunzione erettile una grande serie di cause scatenanti e concause, spesso di complessa entità, sia di natura psicologica che organica.

Il diabete e la disfunzione erettile sono due condizioni patologiche legate a doppio filo, poiché la prima è, nei pazienti diabetici, la causa della seconda in un’ampissima percentuale dei casi.

La correlazione tra diabete ed impotenza sessuale è ormai accertata clinicamente dalla Medicina, tant’è che la disfunzione erettile è uno dei sintomi principali precoci del diabete nei pazienti di sesso maschile, in ben il 12% dei casi clinici.

A livello statistico, si stima che la disfunzione erettile sia presente come sintomo del diabete mellito nei pazienti uomini colpisca tra il 30% ed il 60% dei soggetti.

Tale forbice percentuale, già di per sé enorme, aumenta significativamente se il paziente diabetico:

  • Non è idoneamente controllato tramite la giusta terapia diabetica;
  • È diabetico di lungo corso, anche se in terapia farmacologica;
  • Ha un’età che supera i 60 anni;
  • È un soggetto iperteso;
  • È un soggetto fumatore;
  • È un soggetto dedito all’abuso di alcool;
  • È un soggetto obeso o che pratica poca attività fisica

Questi dati, già allarmanti, diventano ancora più significativi se si pensa al numero di pazienti diabetici non diagnosticati: nella sola Italia, il Ministero della Salute stima che almeno un milione e mezzo di persone diabetiche non sanno di esserlo, poiché non hanno ricevuto ancora una giusta diagnosi.

Consigli andrologici e urologici

L'angiopatia diabetica fa danni estesi a tutto il corpo, poiché colpisce sia i grandi che i piccoli vasi arteriosi.

La disfunzione erettile diabetica è dipesa dal mancato o ridotto apporto di sangue ai corpi cavernosi, che a loro volta si riforniscono dalle arterie peniene.

L'angiopatia diabetica danneggia sia le arterie peniene che i corpi cavernosi che, non utilizzati per lungo periodo, vanno incontro a fisiologica atrofizzazione.

Ecco perché il paziente diabetico con disfunzione erettile vede peggiorare nel tempo la sua condizione, con una riduzione significativa anche delle dimensioni del pene.

Perché il diabete mellito causa la disfunzione erettile?

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La causa principale della disfunzione erettile causata dal diabete mellito è la microangiopatia diabetica, e la deformazione e la sclerosi dei vasi arteriosi che essa comporta.

Com’è noto, il pene passa dalla condizione di riposo - posizione flaccida - all’erezione per mezzo dell’indurimento causato dall’afflusso di sangue nei corpi cavernosi: due cilindri di tessuto erettile presenti all’interno dell’asta del pene che, al passaggio di una certa quantità di sangue, si gonfiano e permettono l’indurimento del membro.

Nel paziente diabetico, specie se di lungo corso, tutte le strutture vascolari sono compromesse e modificate dalla cronica iperglicemia del sangue.

L’angiopatia diabetica provoca dei danni equivalenti a quelli di una vera e propria sclerosi, anche dei grossi vasi arteriosi, compresi quelli che riforniscono di sangue i corpi cavernosi del pene (le arterie peniene).

Riducendosi di diametro e facendo passare meno sangue, i vasi arteriosi non riescono dunque ad alimentare a sufficienza il volume dei corpi cavernosi del pene, da cui l’impossibilità di raggiungere e mantenere un’erezione valida e funzionale.

Ancora, la modifica dell’endotelio - il tessuto interno dei vasi - sempre dovuta all’angiopatia diabetica, modifica anche il rilascio di ossido nitrico: un gas essenziale che permette ai muscoli lisci all’interno dei corpi cavernosi di rilassarsi, mediando dunque l’erezione.

Oltre a questi problemi organici, il diabete mellito compromette la giusta erezione anche per un altro fattore psicologico, non di poco conto.

Il paziente diabetico, difatti, spesso è al corrente che la sua condizione può pregiudicare le sue performance sessuali e la sua capacità di erezione, e dunque questo ‘handicap mentale’ spesso gioca un ruolo psicologico di grande demotivazione durante il rapporto, al punto da arrivare ad essere un vero e proprio sintomo di natura psicogena.

La costante paura del fallimento prima e durante l’atto sessuale crea spesso un’ansia drammatica nel paziente diabetico, che alimenta e anzi, potenzia in negativo la già presente difficoltà organica data dal minor afflusso di sangue ai corpi cavernosi.

In pratica, il classico cane che si morde da solo la coda.

Ma dunque la disfunzione erettile può essere un sintomo precoce di diabete mellito?

Sì: nel 12% circa dei pazienti di sesso maschile affetti da diabete mellito, la disfunzione erettile è uno dei primi sintomi d’esordio della malattia.

Anche se la disfunzione erettile ha una grande serie di cause e concause, spesso complesse e variegate, il diabete mellito è sicuramente una causa organica tra le più comuni, anche considerando il grande numero di pazienti che affligge ogni anno.

Come si diagnostica la disfunzione erettile dovuta al diabete?

La disfunzione erettile come sintomo del diabete mellito richiede sia una visita diabetologica, eseguita da un Medico Diabetologo, sia una visita andrologica, eseguita da un Medico Andrologo.

Nella visita diabetologica il Medico andrà ad accertare la presenza della patologia del diabete e la sua tipologia, eseguendo tutti gli accertamenti del caso: analisi dei picchi glicemici - a digiuno o dopo l’assunzione di glucosio - analisi della curva glicemica ed analisi dell’emoglobina glicata.

La visita andrologica è invece necessaria per accertare la presenza della disfunzione erettile come sintomo diretto del diabete, ed eventualmente la presenza di correlati fattori scatenanti o altre problematiche (psicologiche o funzionali).

Fattori peggiorativi della disfunzione erettile causata dall’insufficienza vascolare a sua volta causata dal diabete, devono sempre essere tenuti in debita considerazione, e dunque il Medico Andrologo deve indagare scrupolosamente anche gli stili di vita del paziente, alla ricerca di abitudini comportamentali errate o condizioni patologiche concomitanti, come:

  • Lo stato di obesità;
  • Il consumo di tabacco e l’eccesso di alcool;
  • L’assunzione di psicofarmaci o farmaci per l’ipertensione;
  • Stati di depressione cronica od ansia;
  • Il livello del testosterone organico e di quello libero

Oltre a ciò, considerando che spesso la componente psicologica è una discriminante nel paziente diabetico, il Medico Andrologo, durante l’esame clinico, deve dare molta importanza non solo alla parte organica della disfunzione erettile, ma anche a quella psicosomatica.

In molti casi, difatti, il paziente diabetico cade vittima di un vortice depressivo, che peggiora la sua condizione d’impotenza sessuale e rende molto più complicata la terapia curativa.

C’è una cura farmacologica per la disfunzione erettile causata dal diabete?

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La Medicina moderna ha fatto passi da gigante, specie negli ultimi anni, per quanto riguarda le terapie farmacologiche per curare la disfunzione erettile dovuta al diabete.

Se fino a qualche decennio fa il paziente diabetico aveva davvero poche speranze di ritornare ad una vita sessuale soddisfacente, ora le moderne terapie farmacologiche e mediche possono risolvere gran parte delle situazioni di impotenza sessuale.

Nei casi gravi, refrattari alle cure mediche, la moderna Chirurgia Andrologica permette di risolvere il problema con l’impianto delle nuove protesi peniene, in grado di ripristinare una completa e soddisfacente erezione nella quasi totalità dei casi insensibili alla terapia farmacologica.

Mediamente, un 20% circa dei pazienti diabetici affetti da disfunzione erettile è considerato chirurgico, ed adatto quindi all’impianto di una protesi peniena.

La terapia farmacologica per i pazienti diabetici è ridotta a causa del danno indotto dalla malattia sul tessuto cavernoso, della concomitanza di altre terapie, della possibile riduzione del testosterone e oscilla tra il 41 e il 57% a seconda del tipo di farmaco e regime terapeutico utilizzato.

La terapia sostitutiva con testosterone ha finora dimostrato efficacia solo nei pazienti con bassi livelli di ormone, inferiori a 3 ng/ml.

L’efficacia dei farmaci orali può essere potenziata dall’uso concomitante del vacuum device.

I pazienti diabetici che hanno sviluppato la disfunzione erettile per una decisa riduzione vascolare ai corpi cavernosi, possono essere trattati con farmaci dell’enzima fosfodiesterasi di tipo 5 (avanafil, sildenafil, tadalafil, vardenafil).

L’uso di questi farmaci deve avvenire su prescrizione e sotto controllo medico, per via orale, generalmente poco prima del rapporto sessuale (il tadalafil può essere utilizzato anche giornalmente).

Il blocco dell’enzima responsabile della "degradazione" dell’erezione provoca un'amplificazione e quindi l’ottimizzazione del meccanismo erettile, che permette dunque al paziente sia di iniziare che mantenere un’ottima erezione per tutta la durata del rapporto.

Il presupposto fondamentale per l’azione di questi farmaci è l’integrità dei meccanismi nervosi che trasmettono gli stimoli per l’erezione dal cervello al pene.

Nei casi di disfunzione erettile lieve o moderata la terapia orale ha una efficacia molto elevata, consentendo il ripristino dell’erezione in più del 70% dei casi.

La percentuale di successo diminuisce proporzionalmente all’incremento del numero e della gravità delle condizioni che provocano la disfunzione erettile, e per questo la condizione generale de paziente diabetico deve essere attentamente valutata dal Medico Andrologo prima della prescrizione della terapia farmacologica.

Laddove la terapia orale si dimostrasse inefficace, è possibile prescrivere l’iniezione di farmaci vasodilatatorio direttamente all’interno del pene.

Questo tipo di terapia farmacologica, generalmente basata sull’inoculazione di prostaglandina E1 è del tutto indolore, e quasi del tutto priva di effetti collaterali.

I rischi di questa metodica, quando eseguita sotto stretto controllo medico, sono rari e principalmente rappresentati dall’erezione prolungata che, se di durata superiore alle 3 ore, deve essere trattata con la somministrazione di un antidoto.

Tuttavia, per quanto efficace, indolore, a basso rischio e priva di effetti collaterali, l’iniezione peniena di prostaglandina E1 è una metodica poco gradita dai pazienti, che nell’85% dei casi smettono di utilizzarla entro un anno dall’inizio.

Tale tipo di trattamento risulta pertanto adatto principalmente a soggetti con relazioni stabili, bassa frequenza coitale e con modeste aspettative di riabilitazione sessuale.

Consigli andrologici e urologici

La terapia farmacologica per la disfunzione erettile diabetica è molto efficace, ma funziona solamente se non vi sono danni alle terminazioni nervose che regolano i meccanismi dell'erezione.

In presenza di danneggiamenti ai nervi prostatici o vescicali, oppure di qualsiasi altro problema al collegamento con il sistema nervoso principale (il cervello), la terapia farmacologica si rivela inutile.

Cosa sono le onde d’urto per la cura della disfunzione erettile?

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La terapia orale e quella iniettiva endocavernosa sono delle terapie sintomatiche della disfunzione erettile: esse curano il sintomo senza modificare la disfunzione erettile che al cessare dell’effetto del farmaco persiste inalterata.

Ormai da molti anni, la Medicina ha sviluppato invece un protocollo rigenerativo del tessuto cavernoso del pene, basato sulla somministrazione di onde d’urto.

Questa terapia mira a trattare la causa della disfunzione erettile causata dal diabete, cioè la cattiva vascolarizzazione e l’atrofia dei corpi cavernosi che da essa consegue, e non semplicemente i sintomi.

L’azione delle onde d’urto a bassa intensità sulle cellule del tessuto cavernoso del pene provoca vasodilatazione locale e reclutamento di cellule staminali circolanti, dalle quali origina nuovo tessuto vascolare.

Se ben eseguita e con la giusta risposta da parte del paziente, la terapia con onde d’urto consente di ottenere un miglioramento clinico della disfunzione erettile fino al 65% dei casi trattati.

Il trattamento a base di onde d’urto è rapido, agevole e tollerabile, eseguibile ambulatorialmente e privo di effetti collaterali noti e, nei moderni protocolli di cura per la disfunzione erettile, viene sempre proposto come adiuvante della terapia farmacologica.

Difatti, l’uso delle onde d’urto migliora subito la vascolarizzazione e la rigenerazione dei tessuti dei corpi cavernosi, non solo aumentando l’efficacia della terapia farmacologica ma anche permettendo un dosaggio minore di quest’ultima, a tutto vantaggio del paziente.

La cura della disfunzione erettile mediante l’impianto di protesi peniena

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Quando tutti i trattamenti, sia farmacologici che medici, falliscono, l’ultima arma per la cura della disfunzione erettile causata dal diabete mellito è chirurgica, e si basa sull’impianto di una protesi peniena.

L’uso di una protesi peniena consente di ripristinare la funzione erettile con rigidità identica a quella naturale in pazienti diabetici con disfunzione erettile grave che non siano responsivi o non possano utilizzare la terapia orale o iniettiva.

Statisticamente, circa il 20% dei pazienti diabetici di lungo corso risulta insensibile alla terapia farmacologica, e pertanto l’utilizzo di una protesi peniena è pressoché obbligato, per risolvere il problema della disfunzione erettile.

Attualmente, sono presenti sul mercato due tipi di protesi peniene:

  • Protesi a volume costante che, come il nome suggerisce, hanno un volume ottimale e sono permanentemente attivate, garantendo al pene una rigidità fissa che, comunque, non include alcun disagio al di fuori dell’attività sessuale, poiché il pene potrà comunque essere facilmente adattano negli indumenti intimi;
  • Protesi a volume variabile, che garantiscono la rigidità del pene per mezzo di sottili pistoncini in cui passa un fluido che riempie la protesi per l’erezione, e la svuota poi per mezzo di una piccola pompa, completamente invisibile, posta nello scroto

Entrambi i tipi di protesi sono completamente integrata all’interno delle strutture genitali del paziente, e pertanto non sono visibili né riconoscibili dall’esterno.

Sia la protesi a volume costante che a volume variabile hanno la funzione di ripristinare una rigidità dell’organo adatta alla penetrazione, senza modificare il desiderio e il piacere sessuale.

L’impianto di protesi peniena è una procedura chirurgica rapida, di durata compresa tra 40 e 60 minuti.

La dimissione del paziente avviene entro le 24 ore successive all’intervento e l’inizio della attività sessuale si realizza dopo 5 settimane.

Nei casi di disfunzione erettile causata dal diabete mellito che non risponde alla cura farmacologica oppure alla terapia con le onde d’urto, la protesi peniena è la soluzione di alta Chirurgia in grado di riportare la funzionalità sessuale del paziente ad un eccellente livello d’efficienza, garantendo comunque un pene di aspetto identico a quello dell’organo normale.

Qual è il Medico a cui rivolgersi in caso di disfunzione erettile causata dal diabete?

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il chirurgo andrologo è lo specialista di riferimento per la disfunzione erettile diabetica

Il Medico specialista nelle patologie dell’apparato urinario e riproduttivo è il Medico Urologo.

A sua volta, il Medico Urologo può essere perfezionato poi nell’Andrologia, cioè quella parte dell’Urologia che studia e cura le patologie che colpiscono esclusivamente gli uomini.

In tal caso, il Medico Urologo è chiamato anche Medico Andrologo, e proprio questi è il professionista sanitario con grande esperienza nel diagnosticare e trattare le disfunzioni erettili causate dal diabete mellito.

Quando il Medico Andrologo è anche interventista, cioè capace di intervenire chirurgicamente per risolvere situazioni non risolvibili dalla sola cura medica, prende più propriamente il nome di Chirurgo Andrologo.

È dunque a questo specialista che bisogna rivolgersi se si sospetta, oppure si è già in possesso di diagnosi di disfunzione erettile causata dal diabete mellito.

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Se sei un paziente diabetico che sta sperimentando problemi d’impotenza sessuale causati dalla patologia cronica che ti affligge, non devi demoralizzarti né perdere le speranze di avere di nuovo una vita sessuale e di coppia soddisfacente.

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Quindi ricorda che...
  • La disfunzione erettile è l’impossibilità di iniziare e mantenere una congrua e qualitativa erezione del pene, idonea per procedere con l’atto sessuale;
  • La disfunzione erettile può avere motivazioni organiche o psicologiche;
  • Il diabete mellito è una grave patologia endocrina che impedisce al corpo un giusto metabolismo del glucosio;
  • Uno dei sintomi iniziali del diabete, negli uomini, è proprio la disfunzione erettile;
  • Alti livelli di glucosio nel sangue danneggiano ogni tessuto del corpo, soprattutto quelli vascolari;
  • Il glucosio non adeguatamente metabolizzato dall’insulina prodotta dal pancreas si lega all’endotelio delle arterie, deformandolo e facendo restringere il vaso, che si sclerotizza;
  • A lungo andare, le arterie dei pazienti diabetici diventano più sottili, in grado di far passare meno sangue ossigenato;
  • L’angiopatia diabetica ha effetti su ogni arteria del corpo, sia piccola che grande;
  • L’erezione del pene umano non è garantita da un osso e neppure da un muscolo, ma da un sofisticato sistema idraulico che gonfia ed indurisce dei tessuti elastici e spugnosi, i corpi cavernosi;
  • Senza più un adeguato afflusso di sangue arterioso, i corpi cavernosi del pene sono impossibilitati ad indurirsi, dando dunque origine alla disfunzione erettile;
  • Il diabete e la disfunzione erettile sono patologie strettamente connesse nell’uomo, tanto che i problemi di erezione sono, solitamente, uno dei primi campanelli d’allarme del diabete;
  • Al momento, la condizione di diabete mellito è cronica, e non vi è una cura risolutiva, ma solo trattamenti farmaceutici atti a controllare il livello di glucosio nel sangue e nei tessuti;
  • I danneggiamenti che il diabete fa ai tessuti arteriosi sono irreversibili;
  • Esistono efficaci cure farmacologiche per risolvere sintomatologicamente il problema della disfunzione erettile, sia farmaci orali che iniettivi;
  • Le cure farmacologiche per la disfunzione erettile diabetica smettono di avere effetto se il paziente smette di assumerle;
  • La terapia ad onde d’urto per la disfunzione erettile è una terapia curativa, che mira a rigenerare il tessuto vascolare del pene danneggiato dal diabete;
  • La terapia ad onde d’urto è semplice, veloce ed indolore, può garantire un netto miglioramento della disfunzione erettile diabetica nel 65% dei casi;
  • La disfunzione erettile grave, che non reagisce a cura farmacologica o medica, può essere risolta in modo radicale, ricorrendo all’impianto di protesi peniena

Avviso deontologico medico
Nota deontologica

L'Andrologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.

Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Andrologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.

Come branca della Medicina, l'Andrologia è estensione naturale dell'Urologia, cioè la specialistica che studia e cura tutte le patologie del tratto uro-genitale umano, con una mirata predilezione per le affezioni squisitamente maschili.

Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Andrologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale sulle patologie prettamente maschili.

Il Dott. Massimo Capone, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, tiene dunque a precisare che egli è un Medico Chirurgo Specialista in Urologia, e perfezionato poi Andrologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.

Chirurgo Andrologo a Trieste, Udine, Treviso, Padova e Lecce

Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Massimo Capone il giorno:

martedì 30 luglio, 2024

Il Dott. Massimo Capone è un Medico Chirurgo Andrologo, specializzato in Urologia e perfezionato in Chirurgia Andrologica.

Sin dal suo percorso accademico, il Dottore si è focalizzato sulle problematiche relative alla sessualità maschile, sulla chirurgia plastica e ricostruttiva dei genitali maschili, sulla chirurgia protesica del pene nonché sui disturbi della fertilità.

Competente, affidabile, cordiale, chiaro ed esauriente nel rispondere alle domande, il Dott. Massimo Capone ha introdotto, tra i primi in Italia, il protocollo rigenerativo dei tessuti dei corpi cavernosi del pene basato sulle onde d'urto a bassa intensità.

Nei suoi studi di Trieste, Padova-Pozzonovo, Treviso-Carbonera, Cervignano del Friuli e Galatone  (Lecce), il Dottore aiuta ogni giorno decine di pazienti affetti da debilitanti e psicologicamente spossanti disfunzioni sessuali come la disfunzione erettile, l'eiaculazione precoce, il calo della libido, l'infertilità maschile e la complessa riabilitazione post-prostatectomia radicale. 

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